Ragioni del Masochismo

Le cause

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Ragioni del Masochismo

La nostra società avvicina le donne al masochismo: la civiltà storica “maschilista” ha sempre imposto alle donne un ruolo passivo, una posizione di sottomissione e dipendenza.

Solo negli ultimi decenni i ruoli sono cambiati, e questa posizione è stata rivisitata.

Basta guardarsi intorno per vedere donne che lavorano, guidano, vivono sole e hanno una vita sessuale libera e talora promiscua; per cui oggi, parliamo ancora di masochismo, ma estendendo il significato di questo termine, sia all’uomo che alla donna, in una prospettiva sessuale e anche sociale.

“Il masochista sociale è un fallito cronico, può avere successo nella vita sociale a condizione però di fallire in quella sentimentale; ci sono esseri che non si perdonano il successo esteriore” (Sacha Nacht Le Masochisme, éd Denoël -1938 - et Le masochisme - préface : Robert Neuburger, Éditeur : Payot, 2008, Collection : Petite Bibliothèque Payot).

“È come fossero loro stessi i propri peggiori nemici; in tutto quel che fanno, riescono sempre a rovinare l'opera compiuta, rifiutano la meritata felicità (..) e, in casi estremi, fino al punto di mettere a rischio la vita medesima” (Theodor Reik d'après Freud)

Nella psicologia individuale di Alfred Adler il masochismo rappresenta il raggiungimento di uno stato per cui il  proprio sentimento d'inferiorità si manifesta, con il risultato che il soggetto, desiderante di confermare la propria connaturata incapacità, trova la sua pace in una condizione inclusa in un quadro diagnostico di "nevrosi di fallimento".

Questo conferisce al masochista un doppio potere; quello di assegnarsi il dolore ma anche di non farlo, rendendolo doppiamente forte.

Trattasi perciò di una “questione di potere”, il potere di dire “si” o “no”, il potere di portare avanti il gioco masochista piuttosto che di interromperlo.

Quindi solo in apparenza il masochista è passivo e sottomesso, in realtà, è artefice della sua sofferenza, diventando cosi “invincibile”.

In questa ottica lo psicoanalista Paul Lawrence Assoun, ritiene infine che il masochista mette in atto il proprio desiderio di castrazione, “trionfa” come vittima e si “auto-assegna la palma del martirio” (Paul-Laurent Assoun, op. cit. p. 39).

Infine  va detto che Il dolore favorisce la produzione di endorfine, che poi restano in circolo producendo una sensazione di benessere ed euforia; il limite tra piacere e dolore è quindi flessibile e sottile, tanto che queste pratiche sono tutt’ora diffuse perché sostanzialmente provocano si, un certo dolore, ma anche un certo piacere fisico, sia nel momento in cui le si sperimenta sia successivamente.