Rispettare i genitori o mettere davanti me stessa?
Salve, sono una ragazza di 25 anni che piano piano scavando dentro di me e a seguito di episodi spiacevoli vorrebbe capire come liberarsi dalla pesantezza data da una famiglia disfunzionale.
Spiego in breve la situazione cercando di riassumere quanto più possibile: la mia famiglia esternamente potrebbe sembrare quella ideale, ma internamente ha molte falle di cui io e mio fratello stiamo iniziando a prendere coscienza.
Tra i due genitori mia madre è sempre stata quella più severa e rigida, ma nel corso della nostra crescita ha sempre alternato momenti di approvazione e manifestazione di affetto quando io e mio fratello facevamo qualcosa che poteva rientrare nei suoi piani (ad esempio scegliere un determinato indirizzo scolastico o interrompere una relazione da lei non approvata), a momenti di totale esplosione di rabbia (con lanci di oggetti, urla, insulti e conseguente silenzio e immobilità per i giorni o le settimane successive, intesa come "non aiuto se entrambi ne avessimo avuto bisogno oppure ad esempio non cucinare o fare una lavatrice per noi", nel periodo successivo al litigio) quando si trova in conflitto con noi (negli ultimi anni sempre più frequente, probabilmente poichè siamo più grandi).
Mio padre è una figura disponibile, ma purtroppo con un carattere succube di mia madre. Non è mai stato in grado di esprimere una propria opinione e riesce solo ad uniformarsi al volere di mia madre.
Hanno una tale ansia sociale che non hanno accettato il mio fidanzato (con l’apparente scusa che fosse più grande di me di 10 anni), ma nella realtà perché non è il classico principino figlio di papà ricco, ma una normalissima persona con un lavoro d’ufficio e una famiglia modesta ma piena di valori. nel 2021 hanno fatto di tutto per farci lasciare e mi sono ritrovata a vivere la mia relazione clandestinamente per 3 anni. Ad oggi, sto quasi per laurearmi ed ho iniziato a fare tirocinio nella stessa azienda dove lavora lui (dove avevo già fatto tirocinio prima della laurea e dove ci siamo conosciuti; qui mi trovo benissimo e tutti sono contenti del mio operato) e l'ho detto a loro e, nonostante sia un tirocinio di alto livello finalizzato alla tesi magistrale (per cui dovrebbero essere fieri di me), l'unica loro preoccupazione è quella che io potrei parlare con questo ragazzo non sapendo che lui da 3 anni mi da tutto il supporto che mi è mancato anche da loro nei miei momenti di difficoltà. Quindi mi ritrovo quando rientro a casa la sera a litigare e sostenere discussioni inutili per qualsiasi motivo che sfociano sempre in urla, pianti e sensi di colpa (perchè puntualmente loro mi evidenziano la delusione che ho dato loro sostenendo che si sentono male e che sono stata io la rovina della famiglia che ho deciso di iniziare a lavorare qui) e mi bloccano pure per scrivere la tesi perchè non sono in un ambiente sereno.
Mi chiedo se secondo voi potrebbe esserci una soluzione a questa situazione, perchè mi rendo conto che a lungo andare potrebbe diventare deleteria (in seguito a forti litigate dovute alla sua imposizione di far finire la mia relazione ho iniziato a soffrire di attacchi di pianto e ansia che periodicamente si ripresentano in misura maggiore quando succedono eventi di questo tipo). Vi ringrazio.