Marco domande di Ansia e depressione  |  Inserita il

Milano

Il mio legame con casa

Buongiorno, sono un ragazzo di 24 anni e da alcuni mesi non vivo più in Italia, ma mi sono trasferito in un altro continente, quasi dall'altra parte del mondo.
Non so bene da dove cominciare, in quanto io stesso sto ancora cercando di capire il groviglio di emozioni che provo ultimamente.
Mi sono trasferito per poter realizzare il sogno di tutta la mia vita, ovvero fare l'illustratore. In Italia non è possibile vivere di questa professione, e questo purtroppo non sono solo io a dirlo ma chiunque nel mio settore.
In vita mia non mi sono mai trasferito né ho cambiato casa, tutta la mia famiglia è li, nel raggio di pochi chilometri da casa mia, ho la fortuna di avere ancora tutti e quattro i nonni con me, ho degli amici che conosco da quando sono nato e con cui ho condiviso tutto. Ho sempre amato il posto da cui vengo, anche dopo averlo visto cambiare col passare degli anni, non senza sofferenze.
Non mi sono trasferito da solo: con me è venuta anche la mia ragazza, ma purtroppo a causa di alcuni problemi (senza soluzione, poiché non è questione di sentimenti o caratteri purtroppo) che non dipendono da nessuno dei due, siamo giunti alla decisione che l'unica alternativa possibile era quella di lasciarci. I nostri rapporti sono rimasti praticamente identici a quelli di prima, perché comunque stiamo ancora bene insieme e c'è ancora sentimento, solo che ora siamo solamente amici. Non è facile da esprimere a parole, in quanto i rapporti umani non sono così netti come la parola ma hanno dei confini più sfumati, ma spero di aver reso l'idea. Viviamo ancora sotto lo stesso tetto (anche perché non ci sono altre alternative, per ora), ma il vero problema per me è il fatto di aver capito che non voglio più stare dove mi trovo.
La sola idea di passare qui il resto della mia vita mi fa mancare il respiro.
Questo posto, di per sé, è indubbiamente molto bello (è considerato uno dei migliori al mondo dove vivere), le cose funzionano, la gente è amichevole e gentile, civile. Per via delle questioni burocratiche, ci sono voluti parecchi mesi e tanto impegno per venire fino a qui, e tutti i miei parenti pensano ancora che io voglia costruirmi qui il mio futuro. Mi hanno aiutato e continuano a farlo, anche economicamente. Alla mia (ex)ragazza questo posto piace e lei qui vorrà rimanere in ogni caso, anche lei se n'è andata per realizzare i suoi sogni e si trova bene in questo ambiente, ma sa che io non sono della stessa idea. Ed è questo il vero nocciolo del problema.
Mi sono ritrovato (e mi ci sono messo con le mie stesse mani, e non so nemmeno perché io l'abbia fatto in quanto potevo prevedere prima a cosa sarei andato incontro, ma conoscendomi sono andato avanti lo stesso per paura) in bilico a non saper più scegliere letteralmente dove andare. Se scegliessi di rimanere dove mi trovo ora, so che passerei una vita di insoddisfazione, che non ha molto senso se pensiamo al fatto che chi parte all'avventura dovrebbe farlo per andare incontro a qualcosa di migliore. Inoltre se rimanessi qui probabilmente renderei contenti i miei genitori, anzi, mia mamma, perché so che a lei qui piace molto, e ha passato anni a ripetermi che voleva a tutti costi che me ne andassi dall'Italia perché li non c'è futuro. Lei è sempre stata una presenza molto, anzi troppo forte, nella mia vita, sicuramente per amore e non per cattiveria, ma mi sono sempre sentito "scavalcato" quando mi trovavo di fronte ad un qualunque problema anche il più stupido, e ancor prima di provare a risolverlo c'era sempre qualcuno che l'aveva risolto per me (se non lei i miei nonni, che in questo le assomigliano moltissimo, o qualcun altro della famiglia). Questa cosa mi ha portato involontariamente a sentirmi non all'altezza delle situazioni, degli altri, e con una costante paura di deludere qualcuno, specialmente le persone che mi vogliono bene, e persino scrivere queste parole mi fa sentire in colpa come se io non stessi apprezzando ciò che è stato fatto per me. Una qualunque richiesta o aspettativa anche piccolissima e insignificante da parte di qualcun altro nei miei confronti la interpreto come un dovere, un vincolo morale, qualcosa che devo rispettare a tutti i costi anche se non mi va, se la penso diversamente, se non mi interessa.
Insomma, la mia paura più grande sarebbe quella di dover sopportare la delusione di coloro nella mia famiglia che hanno grandi aspettative su di me, perché è come se già mi immaginassi le loro facce scioccate alla mia frase "Ho deciso di tornare a casa" o anche solamente "Ho deciso di tornare in Europa", e penso che non riuscirei più a guardarmi allo specchio dal senso di colpa. Inoltre, se tornassi indietro, poiché la mia ex-ragazza rimarrebbe comunque qui, mi sentirei male al solo pensiero che possa succederle qualcosa, che possa avere qualche problema ed io non ci sono. Come se non fosse abbastanza grande o matura per vivere da sola (quando invece lo è). Lei mi dice sempre che le mancherò ma vuole che io vada perché mi vuole vedere felice e vede che io qui non riesco ad esserlo e che non posso pensare a costruirmi una vita in un posto che non voglio quando adesso non ho ancora niente da perdere e per questo motivo potrei andarmene ovunque.
Lei ci mette un po' ad orientarsi e poiché siamo in una città nuova per entrambi è capitato a volte che mi chiamasse per venirla a recuperare o per spiegarle la strada perché si era persa, e quando un giorno stavamo parlando di queste cose e mi ha detto "Capiterà che mi perdo, pazienza, è la vita, tornerò a piedi o troverò un modo lo stesso per arrivare a casa", ho sentito un freddo e una solitudine dentro di me che mi strozzava e non ho potuto fare nient'altro che piangere. Anche ora, che sono a casa da solo, e ripenso a queste cose, non posso fare a meno di trattenermi.
Ma se dovessi seguire ciò che sento di volere in cuor mio, tolte tutte le paure, io tornerei senza ombra di dubbio, non necessariamente dove ho vissuto finora ma in un posto che rispecchi esattamente ciò che cerco. Non è solamente per la famiglia, ma il fatto è che io amo gli ambienti piccoli dove tutti si conoscono, le atmosfere di paese.
Il mio lavoro, la mia passione per l'arte e per la letteratura mi hanno portato ad amare ed apprezzare tutto ciò che è antico, di secoli, a volte fino a commuovermi e al punto di sentirlo parte inscindibile del mio essere, come se io fossi un tutt'uno composto da me, la mia passione, e quel luogo. Quand'ero a casa amavo scoprire posti nuovi e strabiliarmi di fronte a ciò che trovavo, tuffarmi a capofitto in librerie e biblioteche, ascoltare storie e scoprire segreti, conoscere persone, grazie al mio lavoro ho sempre girato fiere, partecipato a corsi per tutta Italia, avuto il contatto con altre persone che vivono della stessa passione di cui vivo io. Posso dire che mi sentivo vivo, sicuramente se paragonato ad adesso.
Venire fino dall'altra parte del mondo ha reso ancor più forte il mio legame con quella che per me è una cultura, un modo di vivere, un'ambiente, che qui sfortunatamente non sono riuscito a trovare. Il posto in cui mi trovo è troppo giovane per darmi soddisfazione, ha valori troppo diversi dai miei, ai miei occhi è tutto cosi superficiale, scialbo, freddo. Non c'è arte per le strade, non trovo nulla che mi scaldi il cuore, e vivo con un costante senso di insoddisfazione. Non conosco nulla del mio settore in questo Paese, e quel che è peggio, è che non riesco a trovare nessuno che sappia dirmi qualcosa. A volte ho la sensazione di essermi "tagliato fuori dai giochi" da solo. Per fare il mio mestiere al giorno d'oggi non è più importante dove ci si trova, grazie alla rete, e questo lo so da tempo e ho già in piccola parte potuto sperimentarlo (anche se nel frattempo mi sto mantenendo facendo un altro lavoro), ma io qui non ho più stimoli e un'altra mia grande paura è che questo possa riflettersi su ciò che faccio. L'unica cosa che mi da conforto è la natura, che qui è veramente selvaggia ed è ovunque, ma non è sufficiente.
Mi scuso per la lunghezza del mio messaggio, ma non ho potuto fare a meno di scrivere alcuni sfoghi di quelli che sono i miei pensieri adesso. Ciò che vorrei è soltanto un aiuto per cercare di vedere le cose sotto un altro punto di vista, o un qualcosa che io non ho preso in considerazione ma che potrebbe essere di sollievo. Ora come ora, di fronte a me vedo che qualunque cosa io decida di fare, ci starò male in ogni caso.
Magari tutto questo può sembrare una enorme stupidaggine di fronte ad altri problemi sicuramente ben più gravi.
Ma la mia semplice nostalgia si è ormai tramutata in un'onda di tristezza e paura che ha ricoperto ogni cosa, e stavolta penso di aver perso sul serio la strada.

  1 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Erica Tinelli Inserita il 02/01/2018 - 11:13

Buongiorno Marco, il suo problema non sembra per niente una stupidaggine. Deve prendere delle decisioni in merito ad alcuni aspetti fondamentali della sua vita e in situazioni come questa è normale essere confusi e provare sofferenza.
Per prima cosa, lei è veramente sicuro che se dovesse seguire il suo cuore lascerebbe il posto in cui si trova? Perché dice di aver capito di non voler stare lì, dice che sarebbe insoddisfatto. Dice anche, però, che è lì soltanto da qualche mese, che non si è mai trasferito in vita sua, che ha vissuto in un contesto nel quale gli altri risolvevano i problemi al posto suo. Forse questi fattori possono aver contribuito a rendere ancora più complesso il suo adattamento a questo luogo. Se rimanesse un altro po’ dove si trova ora pensa che la situazione potrebbe migliorare?
Se non fosse per il fatto di dover gestire l’eventuale delusione dei suoi genitori e per il fatto che sente in qualche modo di doversi occupare della sua ex ragazza se ne andrebbe senza alcun dubbio ed esitazione?
Ha valutato altri possibili luoghi in cui trasferirsi? Perché dice che non necessariamente tornerebbe nel luogo in cui ha sempre vissuto, quindi valutare delle alternative potrebbe esserle d’aiuto per prendere una decisione più consapevole, qualunque essa sia. E per quanto riguarda il suo lavoro ha già pensato a come potrebbe organizzarsi? Ha valutato bene la questione? All’inizio dice che è un lavoro che in Italia non consente di vivere, poi dice che si può fare ovunque grazie alla rete…
Molto spesso le decisioni importanti implicano anche il dover abbandonare degli elementi positivi e il dover accettare degli elementi negativi, qualunque sia la scelta, dal momento che ogni alternativa ha dei vantaggi e degli svantaggi. Si sceglie qualcosa che può avere anche degli aspetti negativi, così come si rinuncia a qualcosa che ha anche degli aspetti positivi.
La decisione che deve prendere è estremamente personale e soggettiva, ma cerchi di farla con consapevolezza. Valuti dettagliatamente varie alternative e possibilità e non abbia fretta di decidere. Se pensa di essere troppo confuso valuti la possibilità di effettuare qualche colloquio con uno psicologo.