Nel mio lavoro mi guida l'interesse per ogni esperienza umana che anche nel disagio cerca comprensione più che spiegazione, cerca un'attenzione speciale e unica più che un'etichetta diagnostica, cerca un senso nel presente che vada oltre la ricerca di un perché che affonda le sue radici nel passato.
Noi siamo noi in qualsiasi nostra espressione, siamo percezioni, sensazioni, emozioni, pensieri, movimenti, azioni. E siamo immersi in una realtà nella quale cerchiamo sostegno, protezione, nutrimento, accettazione, rispetto, amore, collocazione e limiti. Questo scambio si esprime inizialmente in modo passivo nella nostra famiglia dalla quale, neonati, dipendiamo completamente, permettendoci di crescere. Crescere significa incontrare e scegliere se fare proprio o rifiutare, per arrivare un giorno ad essere in grado di dare noi stessi sostegno, protezione,….
Questo incontro con l'altro, che dovrebbe realizzarsi fluidamente non sempre invece gode di spontaneità, tanto da arrivare a volte a strutturarsi in un vero e proprio disagio. Il sintomo allora parla, parla di COME noi stiamo nelle relazioni. Lo psicoterapeuta dunque, nel rispetto del significato soggettivo delle esperienze, offre una relazione che vuole essere contatto reale tra persone, nella quale riaccendere la consapevolezza di ciò che accade, alla ricerca della soluzione creativa ed originale che riattiva la spontaneità arrivando alla piena assunzione di responsabilità. Sì, perché salute è respons-abilità, ossia la capacità di rispondere in modo adeguato a qualsiasi prova della vita e scegliere.
Ogni disturbo nasce nella relazione e si cura nella relazione.
Lavoro prevalentemente in individuale e con coppie. Non escludo in futuro di attivare dei gruppi.
Ho approfondito il lavoro su: dipendenze, depressione, attacchi di panico, ciclo di vita, disturbi relazionali,