Sara  domande di Alimentazione  |  Inserita il

Brescia

Segnali di rapporto morboso con il cibo

Salve,
Sono Sara e ho 33 anni.
Sono qui per esporre quello che sento come uno squilibrio nel mio attuale rapporto con il cibo. Non mi do etichette né definizioni, sia perché non ne avrei la competenza, sia per rispetto nei confronti di chi legge e magari soffre di disturbi ben più invalidanti. Infatti, ho scelto un titolo che parla di segnali, avvisaglie, campanelli d'allarme. Non voglio aspettare che sia troppo tardi.
Arrivo al punto. Ultimamente, negli ultimi mesi direi, ho iniziato a trascurarmi un po', nel senso che non sono più andata in palestra, che per me era vitale, e contemporaneamente ho iniziato a controllare meno ciò che mangio. Non so dire il perché, diciamo che è venuta meno la motivazione, unitamente all'aver "perso il ritmo" di prima per via di una situazione di malattia in famiglia, che riguarda mio padre, ricoverato ormai da mesi in un'altra città; lo dico perché ciò ha comportato un impegno in più a livello mentale e pratico, che mi ha deconcentrata dal resto. Ma di base, so che è la mia volontà a essersi indebolita. Diciamo che la storia della malattia in famiglia mi fa sentire in attesa, impotente, in uno stato di apatia.
Comunque, quello che mi ha allarmato ultimamente sono alcuni episodi che non saprei come definire se non binge eating o abbuffate, sia per il fatto che si tratta di un'alimentazione incontrollata e la cosiddetta fame nervosa, sia per lo stato di desolazione, senso di colpa e nullità che mi fa provare. Dico anche che quando andavo in palestra, lo facevo in modo assiduo e avevo raggiunto un livello fisico che ritenevo perfetto, anche se al prezzo di un regime un po' rigido (in un periodo, a pranzo mangiavo soltanto proteine in polvere e un po' di frutta, su mia iniziativa e non perché me lo avesse consigliato un nutrizionista). Io però ricordo quel periodo come felice, ero energica e stavo bene, mi piacevo, avevo il classico addome tirato. Mentalmente, ora che ho 3-4 kg in più, per me sono orrenda, brutta, non mi accetto, perché mi sono allontanata da quell'ideale. Nella mia mente valgo pochissimo e mi viene da nascondermi. Questa sensazione mi trascina verso il basso e mi sto abbandonando a queste abbuffate, che proverò a descrivere.
Penso spessissimo al cibo e fatico ad attendere la cena, quindi è capitato che uscendo dal lavoro mi fermassi al supermercato in preda a una "fame" incontrollabile. Ovviamente la scelta è ricaduta su croissant salati molto calorici, è successo la settimana scorsa. Nella mia mente accade come se temessi di non avere abbastanza cibo: ne volevo prendere 3 o 4, alla fine ne ho chieste 12 al fornaio, pensando che le avrei condivise magari con mia mamma o il mio ragazzo. Invece le ho divorate tutte, in auto, nel tragitto :( che vergogna. Poi non contenta ho mangiato anche altro a casa, nemmeno ricordo cosa.
Ieri sera invece, dopo una giornata in smart working, quindi mangiando disordinato perché ero a casa, sono passata da mia mamma e ho mangiato un piatto di pasta lì. Nel ritorno ho ceduto e ho fatto tappa al supermercato... nonostante fossi consapevole di non avere fame, né voglia di qualcosa in particolare. Alla fine ho mangiato mezzo sacchetto (grande) di patatine e un Kinder Cereali, finché mi è venuto bruciore di stomaco e ho buttato il mezzo sacchetto restante nella spazzatura. Mi sentivo in colpa, soprattutto per la tappa al supermercato che potevo benissimo evitare. Mi sono anche sentita in colpa per non avere il coraggio di provocarmi il vomito. Che tristezza... è come se il cibo fosse per me una coccola in questo periodo un po' buio, e al contempo la punizione per non essere all'altezza di ciò che vorrei essere.
Eppure ci tengo così tanto all'alimentazione sana, sono anche molto informata al riguardo, sono stata seguita da nutrizionisti con ottimi risultati, le conosco le regole. So anche di essere fortunata e che non mi ci vorrebbe molto sforzo per stare in forma e salute. Ho anche iniziato a donare il sangue quest'estate e ci tengo molto alla prevenzione e salute, e so che così mi distruggo, l'ipernutrizione porta malattie.
Ho anche notato in me un atteggiamento di isolamento quando devo mangiare: preferisco mangiare da sola, anche a pranzo sto evitando di mangiare insieme ai colleghi come ho sempre fatto, come se fosse un affare privato.
Vorrei capire come reagire a questo malessere.
Grazie mille per il tempo dedicatomi.

  1 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Manuela Leonessa Inserita il 15/12/2023 - 11:25

Torino
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Gentile Sara buongiorno,
Quello che lei descrive con tanta precisione è un sintomo di disordine alimentare: l’eccessiva valutazione della forma del corpo e del peso che svilisce tutte le altre qualità da lei possedute : (quando aveva il ventre piatto si sentiva felice, adesso con 3, 4 kg in più si sente brutta, orrenda e vale pochissimo); le abbuffate la fanno sentire in colpa e questo stato di desolazione la spinge a ricercare nuova consolazione a preparare quindi le condizioni per la successiva abbuffata. Lei si colpevolizza perché pensa che basterebbe la buona volontà per risolvere la situazione ma non è così. Le radici del disturbo alimentare sono profonde ed è possibile che fossero latenti già nel periodo in cui andava in palestra quotidianamente sottoponendosi a diete rigide, concepite autonomamente. Si faccia aiutare e scoprirà strumenti per gestire il problema efficacemente. Se lo desidera resto a sua disposizione online. Un cordiale saluto, dott.ssa Manuela Leonessa