Breve introduzione all'elaborazione del lutto e degli eventi traumatici

Identità, trauma e narrazione

Pubblicato il   / Psicologia e dintorni
lutto

L’identità è una forma di narrazione che ci permette di interagire e reagire al mondo e agli eventi della vita.

Il Trauma ,semplificando, può configurarsi come un’esperienza dolorosa che contraddice in vari modi l’esperienza di continuità che la nostra identità ci fornisce e che conduce all’impossibilità di trovare un senso all’evento e alla vita stessa dopo che è stata toccata dal trauma.

Uno dei passaggi fondamentali per la gestione del trauma è quello di “riabilitare e rivivificare il presente” tramite una riconciliazione con il passato, passato che include l’evento traumatico.

L’effetto del trauma nella vita individuale può essere quello di distruggere il nucleo stesso dell’identità: essere un genitore che ha perso un figlio, un marito o una moglie che ha perso il proprio coniuge, un lavoratore che ha perso il proprio lavoro, uno sportivo che ha perso l’abilità fisica di praticare lo sport che ama.

Sostanzialmente l’individuo vede svuotata la narrazione che fino a quel punto aveva fatto della propria vita.

Persone diverse possono naturalmente reagire in maniera diversa all’evento traumatico e avere già sviluppato una capacità di resilienza verso il trauma grazie al fatto di aver dovuto affrontare eventi traumatici in passato.

Memoria e Immaginazione sono funzioni della mente profondamente legate l’una all’altra: si usa l’immaginazione per visualizzare i ricordi e si usano i ricordi come materiale psichico per far funzionare e produrre l’immaginazione.

I ricordi del defunto e della vita per come era prima del lutto o dell’evento traumatico affollano la mente oppure al contrario vengono attivamente bloccati con l’obiettivo di proteggersi dal dolore associato al ricordo.

Anche gli oggetti una volta posseduti dal defunto vengono conservati e custoditi come simulacri al fine di creare l’illusione della presenza del defunto oppure vengono eliminati il più velocemente possibile dalla vista.

Possiamo osservare lo stesso meccanismo rispetto alle visite presso i cimiteri.

Spesso a questo punto la vita diventa stagnante perché l’individuo che sta affrontando il trauma/lutto non riesce ad immaginare niente oltre al dolore della perdita; la memoria in questo momento non fornisce più materiale nuovo all’immaginazione se non quello relativo al ricordo di ciò che si è perso e al dolore della perdita. [1]

Sembra che il trauma e il lutto distruggano la relazione dell’individuo con il tempo perché la perdita del senso di continuità nella propria vita porta con sé la totale inabilità a immaginare un futuro.

L’individuo si trova a questo punto di fronte alla necessità di costruire dolorosamente una nuova narrazione per poter organizzare una nuova identità che sia in grado di gestire il trauma/lutto e i suoi effetti.

Per fare questo spesso ci si trova ad affrontare un viaggio nel passato, al fine di trovare del materiale utile e che possa aiutare a creare nuovi significati nel presente, perché proprio questa è la funzione della Storia personale in relazione all’identità: una collezione di memorie che creano un senso di coesione del sé.

Le memorie a questo punto possono tornare ad essere una risorsa creativa per la costruzione di nuovi spazi che si connettano con il presente ristabilendo la continuità con il presente.

Intraprendere il viaggio verso il passato per tornare al presente post traumatico può essere un’esperienza dolorosa anche perché implica inevitabilmente perdere il temporaneo assetto che l’individuo era riuscito a creare dopo l’evento traumatico.

Guardare al passato significa anche mettere in discussione gli elementi portanti sui quali ha poggiato l’identità e la vita dell’individuo, ruoli, regole, miti personali e storie familiari devono oggi reggere lo sguardo di una nuova esistenza che il trauma ha creato.

Affrontare il trauma non significa mai ristabilire il sé per come era prima, perché la “guarigione” della ferita traumatica richiede un completo rinnovamento.

Affrontare il trauma significa ritrovarsi in un posto totalmente diverso da quello da cui si era partiti.

Nell’affrontare il trauma e la perdita diventiamo monumenti alle nostre stesse memorie.

[1] Michael Pickering & Emily Keightley (2009): Trauma, discourse and communicative limits, Critical Discourse Studies, 6:4, 237-249