Diventare fratelli maggiori: come cambia la vita del primo figlio

Pubblicato il   / Genitori e figli
diventare fratelli maggiori


La nascita di un figlio porta nella famiglia la necessità di assestarsi, nuove abitudini, ritmi e orari diversi, nuove visioni di sé come genitori e il bisogno di riequilibrarsi come coppia. Se in famiglia è già presente un figlio, tutti questi cambiamenti riguarderanno anche lui. L’arrivo di un fratello o di una sorella spesso disorienta il figlio maggiore, che si sente improvvisamente privato di tutte le attenzioni e l’amore di cui ha goduto fino a quel momento; come se ciò non bastasse, il tempo che i genitori gli dedicavano per giocare con lui, ora è rivolto alle cure per il nuovo arrivato. Quando amici e parenti fanno visita, la loro attenzione colma di gioia è più probabilmente rivolta al bambino più piccolo, dando così la sensazione al fratello maggiore di essere trascurato e non amato (Leung, 1991).
 

La gelosia come processo di crescita

È bene sapere, come scrive Raffaella Scalisi (1995), che la gelosia è necessaria per la crescita del bambino ed egli ne fa esperienza indipendentemente dalla nascita di un secondogenito. Infatti, se per un periodo il bambino ha vissuto in una relazione simbiotica con la madre ed è stato un tutt’uno con lei, ad un certo punto dello sviluppo il piccolo si rende conto che la mamma ha un mondo esterno a lui, che si può dedicare anche ad altro e può essere amata da altre persone. È qui che nasce la gelosia. Con l’arrivo di un fratellino, tutto questo viene rivissuto (Scalisi, 1995).

Le ricerche affermano che la rivalità tra fratelli è più frequente nei bambini tra i due e i quattro anni, quando è minore la differenza d’età con il nuovo arrivato. Quando, invece, il figlio maggiore è più grande, ha otto anni o più alla nascita del fratello o sorella più piccolo/a, riesce a comprendere meglio la sua posizione di fratello e ha una rete sociale fatta di amici, scuola, gioco e sport più ampia e stabile ed è in grado di essere più supportiva (Leung, 1991).
 

In quali modi si manifesta la gelosia?

Tra le varie manifestazioni della gelosia individuate da Scalisi (1995) e da altri autori presenti in letteratura (Sawicki, 1997), ritroviamo:

  • Rabbia: reazione tipica di bambini piccoli, che hanno una struttura ancora immatura incapace di contenere la sofferenza.
  • Rabbia verso altri adulti: la maestra, la nonna diventano l’oggetto verso cui il bambino scarica la rabbia. Questo accade spesso come meccanismo di difesa per evitare di arrabbiarsi con la mamma e di conseguenza sentirsi in colpa.
  • Capricci: il bambino diventa incontentabile, richiede una cosa materiale e subito dopo è in cerca di un’altra.
  • Indifferenza: tipico dei bambini più grandi, che cercano di placare la gelosia fingendosi indifferenti rispetto al fratello o sorella minore e rispetto alle cure che i genitori dedicano a quest’ultimo. Anche in questo caso si tratta di una difesa che tende a non durare. L’indifferenza può svilupparsi anche nei confronti della mamma, distaccandosene e non richiedendo più nulla.
  • Sottomissione: al contrario dell’indifferenza, in questo caso il bambino si sottomette alla mamma non lasciandola mai, per la paura di perdere lei e il suo amore.
  • Regressione: è la manifestazione comportamentale che si osserva più spesso. Il bambino attua delle condotte tipiche del passato, quando aveva l’amore dei genitori tutto per sé. Caratteristici della regressione sono comportamenti quali l’uso del ciuccio, la richiesta di assistenza della mamma per mangiare o per vestirsi (se prima era autonomo nel farlo), parlare come i bambini piccoli…
  • Tristezza: pianti frequenti, infelicità.
  • Somatizzazione: il bambino può trasferire sul corpo il dispiacere e la gelosia per il fratellino appena nato, somatizzando attraverso mal di pancia, mal di testa, febbre…

Queste sono alcune tra le diverse manifestazioni possibili che il bambino può presentare.

Va ricordato che è anche possibile che non si presentino questi comportamenti, o che si mostrino in forma diversa: ogni bambino è a sé, unico e particolare.
 

Cosa fare?

È normale che i genitori possano sentirsi sconfortati e senza strumenti e che perdano la pazienza di fronte ai capricci e ai nuovi comportamenti del figlio in quello che è già un momento difficile per la famiglia. Per questo è una valida scelta quella di farsi supportare e sostenere dal punto di vista psicologico.

Prima di tutto, è utile preparare il bambino all’arrivo del fratellino attraverso una comunicazione aperta ed accogliente, che comprende anche delle spiegazioni, in base all’età del figlio, di dinamiche quali la gravidanza e il parto. Inoltre, è importante coinvolgere il bambino nelle attività di preparazione alla nascita del fratello o sorella (Leung, 1991; Sawicki, 1997). I sentimenti di gelosia e rivalità che potranno manifestarsi tra i figli vanno accolti, accettati e non puniti; è importante essere imparziali, evitare i confronti tra i bambini e mantenere una comunicazione aperta ed efficace, che ricordi al figlio maggiore che, nonostante il nuovo evento, sarà amato e protetto come un tempo.

 

Bibliografia:

  • Sawicki, J.A. (1997). Sibling rivalry and the new baby: anticipatory guidance and management strategies. Pediatr Nurs, 23(3), 298-302.
  • Leung, A.K.D. & Robson, W.L.M (1991). Sibling Rivalry. Clinical Pediatrics, 30(5).
  • Scalisi, R. (1995). La gelosia tra fratelli: Come aiutare i nostri figli ad accettare il nuovo arrivato. Milano: Franco Angeli.