
risposte dello specialista Enrico Vaglieri
Rapporti con mia figlia
Apri domandaBuongiorno Maria. Dalle sue parole si sente la preoccupazione e il conflitto che vive, che è comprensibile. Sono in gioco tempi importanti, i quali tutti meritano una riflessione pacata e una gestione delle emozioni associate. C'è la sua relazione con la figlia che vive un'età particolare, ha bisogno di molta attenzione e di "struttura" (non siete amiche) per poter diventare un'adulta autonoma - e forse non ha ancora risolto il senso di abbandono per non poter frequentare il padre). Poi la evoluzione della sua coppia affettiva, in un tentativo che per lei sarà importante per superare quanto ha sofferto nella separazione, dentro il momento delicato di iniziare a convivere e condividere la gestione di una casa. Ognuno di voi tre ha compiti importanti; ognuno deve rispettare i confini degli altri ma continuare a evolvere personalmente: questo è l'equilibrio di benessere per voi. Non si tratta di ricatti o prese di posizione, ma di chiarire qual è il ruolo di ciascuno, condividerlo, aiutare gli altri a accettarlo, capire che bisogni sono in gioco e quali strategie sono le migliori per instaurare un clima relazionale adeguato. Solo lei può decidere cosa è meglio, e solo analizzando questi elementi. Parlarne con qualcuno la aiuterà molto. Enrico...
Bivio amoroso
Apri domandaBuongiorno. La sua storia mi fa pensare. Lei dice di essere "preso" dalla nuova ragazza, ma anche di aver voluto vedere cosa poteva provare ancora per la precedente. Dunque direi che - prima di prendere qualunque decisione, che sarebbe prematura ora e quindi in ogni caso imprudente - il suo compito adesso è di "ascoltarsi". Capire le sue emozioni, sentire cosa desidera dalla vita, cosa la fa stare davvero bene. Potrebbe chiedersi di volta in volta: questa situazione mi piace se penso di viverla ancora cento volte? Oppure: questa emozione la desidero proprio così, per anni di seguito? Credo che la ragazza debba darle il tempo di ascoltarsi così da evolvere insieme. Altrimenti l'alternativa sarà una nuova crisi profonda molto probabile, dentro il quadro di una dipendenza dalla ragazza. Enrico Vaglieri...
I miei genitori mi ostacolano.
Apri domandaBuongiorno Arianna. Lei è coinvolta in una relazione da 5 anni, una relazione importante. Sono comprensibili i suoi sentimenti. Dice de L le manca e non le basta vederlo due mesi all'anno. Questo è un aspetto su cui può riflettere, ascoltarsi, capire cosa è giusto per lei, cosa desidera e prendere una decisione. L'altro aspetto problematico sembra riguardare la relazione con i suoi genitori. Lei ha 19 anni, è maggiorenne. Ma non ha specificato se lavora, è autonoma, in che situazione di studio si trovi. Perché ciò sicuramente riguarda la sua relazione con i genitori. Mi chiedo quel è il suo piano di vita, se ne sta elaborando uno. E quindi come pensa di metterlo in atto. Saluti Enrico Vaglieri...
Gelosia ossessiva
Apri domandaBuongiorno Francesca. Credo che un tema della sua domanda sia la gelosia. La gelosia è un sentimento importante ed è sano, quando è contenuta di intensità: indica che la persona di cui siamo gelosi è molto importante per noi; infatti può anche fare piacere ad alcuni. Ma a livello molto intenso diventa inaccettabile, perché implica un tentativo di controllo dell'altro e di possesso. Ovvero si svaluta l'autonomia dell'altro, la sua intelligenza, e si svaluta il rapporto stesso d'amore; rivela una mancanza di fiducia - e forse una insicurezza profonda di chi lo vive. Questo in generale. La sua situazione personale andrebbe approfondita prima di dare una risposta esauriente. Ma intanto lei dice che non sa cosa fare; però ha fatto una analisi lucida e sincera delle sue emozioni, del suo progetto di vita, del vostro modo di comunicare, e sembra sapere con chiarezza cosa desidera e cosa non vuole. Forse ciò che le serve è di imparare "come" dire al suo ragazzo quello che è importante per lei, quali sono i suoi confini, i suo bisogni. Può darsi che anche lui debba imparare a esprimere i propri bisogni e desideri (cosa che probabilmente sta cercando di fare, ma in un modo basico e limitato, usando l'espressione di un solo sentimento, come la gelosia, presupponendo che lei capirà tutto il discorso che c'è dietro). Un altro tema che sembra emergere dal suo intervento è molto più culturale, cioè ambientale, e riguarda lo stereotipo del ruolo della donna nella nostra società, che ancora la vorrebbe limitata e in secondo piano rispetto al maschio. E, per non trascurare i fenomeni di violenza contro le donne, la invito, a sua protezione, a cogliere con sapienza i segnali di una eventuale situazione di pericolo personale in cui lei potrebbe venire a trovarsi, e a reagire a sua salvaguardia. Se vuole riflettere in modo più approfondito sulla sua situazione, mi contatti. le risponderò volentieri. Buona Pasqua. Enrico Vaglieri...
La pausa di riflessione può davvero essere utile?
Apri domandaBuongiorno Francesca. Faccio qualche riflessione a partire dalle sua parole. La cosa che mi colpisce di più della sua lettera è che la notizia della richiesta della pausa le sia arrivata "improvvisamente", cioè senza nessun segnale precedente. Mi chiedo, in 5 anni e mezzo, che intimità avevate raggiunto, che progetti di vita avevate elaborato insieme, come era evoluta la vostra coppia. Rispondere a queste domande può permettere di capire cosa è successo a lui, che ora sente il bisogno di staccare, di prendersi spazio e di tornare a un livello di vicinanza (o distanza) molto meno intimo e quotidiano. E che futuro concreto ci può essere tra di voi. Mi chiedo se lei ama proprio lui, o una immagine di lui, che lei ha, ma che non è quella reale. "Sparire per vedere quale sarà la sua reazione" è una strategia con una alta probabilità di insuccesso e che va usata in pochi casi molto ponderati, direi. Infine credo che lei potrebbe riflettere con sincerità su cosa rischia di "perdere" realmente, o su cosa invece può guadagnare, se procederà nella sua vita con fiducia, con energia ed esplorando il mondo, dedicandosi a realizzare i suoi desideri e a diventare sempre più se stessa. Cioè provare a visualizzare diversi scenari futuri e a confrontarli tra loro. Mi scriva se ne ha bisogno. Buona Pasqua. Enrico Vaglieri...
Ansia per una gita scolastica
Apri domandaBuongiorno Rossella. Scrivi che dovrai andare in gita 3 giorni e temi di soffrire, di sentirti in ansia o triste, soprattutto la sera, perché hai nostalgia di casa, come è capitato in un'altra gita. Vorrei dirti molte cose a partire da quello che scrivi, e ci sarebbe bisogno di esplorarne altre; l'ideale è sempre incontrare uno psicologo di persona. Ti invito a farlo. Intanto faccio qualche riflessione. E' importante che tu capisca che cosa ti fa soffrire precisamente, che emozioni provi, che pensieri hai. Questo ti mostrerà che cosa ti blocca e anche ti fornirà una risposta su come fare per diventare autonoma e sicura di te. Ipotizzo che alla base di questa difficoltà che vivi, ci sia un BISOGNO, che chiede di essere soddisfatto. Se capisci qual è, e gli dai risposta, ti sentirai più sicura. Il tema della nostalgia di casa è abbastanza comune alla tua età. Ci si aspetta che progressivamente venga superato. La nostalgia è l'emozione che dice quanto è importante per noi una persona. Si può imparare a gestirla. Dipende anche dal rapporto che hai con i tuoi genitori e dallo stile di attaccamento che vivete. Tua madre in effetti sembra attenta ai tuoi bisogni. Mi chiedo che accordi fate di fronte alla possibilità che tu ti allontani di casa; mi chiedo come è per loro che tu lo faccia, e come ti aiutano a gestire la nostalgia. I genitori possono dire che stanno bene, anche quando un figlio è lontano (e sentirlo davvero). La sofferenza che provi ora è un'anticipazione di quello che pensi che avverrà, ma non è ancora accaduto. Ora hai un po' di tempo per prepararti alla gita e puoi fare diverse cose per affrontarla al meglio. Se hai bisogno di aiuto, chiedilo. Ciao. dott. Enrico Vaglieri...
Perchè vivere?
Apri domandaBuongiorno Renata. La sua lettera mi colpisce molto. Lei scrive che "prima apprezzava qualsiasi cosa". Quindi c'è stata una fase della sua vita in cui non era triste e vuota; ma adesso si sente così. Se la incontrassi, le chiederei: che cosa è cambiato? E quando? Mi chiedo che cosa l'ha portata a pensare che la vita sia una fregatura, una cattiveria, cosa è accaduto nella sua attività di studio, nelle sue relazioni con i ragazzi. Lei esprime molti pensieri, convinzioni e giudizi. Questa è la parte di lei più cerebrale, cognitiva, che si esprime. Su questo potrebbe servirle una consulenza filosofica, oltre che psicologica; gliele consiglio entrambe. Ma io mi chiedo qual è la forte EMOZIONE che l'ha portata a sentirsi vuota e triste. Cioè quale esperienza importante le è accaduta, forse nel lontano passato, e soprattutto quale SIGNIFICATO lei ha dato a quell'esperienza, fino a trasformarla in un "vissuto" negativo, che diventa una svalutazione radicale che toglie senso a tutto il resto. Credo che se lei ascolterà quell'emozione originaria, osservandola, lasciandosi guidare da essa, potrà capire come è arrivata a questo punto. E potrà capire anche che opzioni ha per gestirla, e darsi valore e re-imparare a stare bene. Non esiti a chiedere aiuto. Ne vale la pena, non solo per le relazioni intense che ha con i suoi familiari, ma anche per la forte energia che traspare da tutta la sua lettera, la tensione a ritrovare un senso, a costruire un progetto. Dott. Enrico Vaglieri...