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Perchè mi sento cosi? Cosa potrei fare per migliorare la situazione?
Salve buongiorno,
sono un ragazzo di 19 anni e sto vivendo una situazione un pò strana.
Sono fidanzato da circa un anno con una ragazza di 16 anni, la amo molto e desidero passare molto tempo con lei perchè stiamo bene, nel tempo che passiamo assieme in un modo o in un'altro riusciamo ad evadere da un po quella che è la quotidianità e la vita frenetica che facciamo. Io sono uno studente di ingegneria e lei una studentessa di liceo linguistico, piu altri impegni come palestra, scout ecc. diciamo che durante la settimana non ci permettono di vederci.
Ma il problema non sorge qui, il problema sorge con la madre della mia ragazza. Si tratta di una donna di 45 anni divorziata col marito e rimasta sola in casa con la figlia, il marito la tradí e da li non ha piu trovato pace, in più penso che sia un po depressa perchè la mia ragazza me lo racconta, ed inoltre una persona molto ansiosa a livelli altissimi. Il problema sta nel fatto che lei vuole avere il predominio sulla figlia su molte cose, ad esempio la figlia non può venire in macchina con me perchè lei magari ha paura, oppure la figlia non può uscire con le amiche in un determinato posto, insomma tutta una serie di regole molto strette che non gli permette di stare serena e di sentirsi al pari degli altri ragazzi della sua età. Io questa situazione sto facendo molta fatica, da un lato amo molto la mia ragazza perchè stiamo molto bene insieme, dall'altro lato pero c'è questo dominio da parte della madre sulla mia ragazza che non ci permette di vivere la nostra giovinezza, perchè magari se usciamo dobbiamo preoccuparci se la mamma rimane sola perchè la mia ragazza non vuole che lei rimanga sola, oppure la mia ragazza deve avere il permesso della madre per vederci a casa sua, e quindi la madre decide anche i giorni in cui dobbiamo vederci. Insomma tutta una serie di cose che sto vivendo in maniere molto pesante e non so come gestire poichè l'impossibilità di vivere una vita normale con la mia ragazza mi rende triste perchè vorrei tanto aiutarla per trovare una sorta di "normalità". Infatti lei non riesce ad andare contro la madre a mio beneficio, ma è sempre accondiscendente verso la madre, e spesso questa cosa mi fa pensare che magari lei non ci tiene abbastanza a me, quando io allo stesso tempo magari tengo troppo a lei.
Io in tutto ciò sono un ragazzo anche io che vengo da genitori divorziati che però hanno cercato di gestire sempre al meglio i rapporti con me, sono una persona che da tanto agli altri ma che nella maggior parte delle volte ricevo poco dalle persone che amo veramente e spesso ci rimango male.
Infatti quando magari io e la mia ragazza non ci vediamo per diversi giorni tipo 5-6 ci rimango molto male e a volte addirittura piango perchè amo stare con lei.
Questa situazione mi sta causando parecchio stress oltre a quello che mi causa l'università, pero vedo dall'altra parte la mia ragazza come se tutto ciò fosse normale, infatti discutendo con lei di queste cose lei mi risponde sempre che è la mamma e che non può farci niente.
Vorrei riuscire a migliorare questa situazione apprezzo qualche messaggio grazie!
Genitore rimasto vedovo
Buongiorno
Poche settimane fa è morta mia mamma..non era una cosa che ci si aspettava..quindi nessuno era preparato mentalmente
Io sono figlia unica sposata con un bambino di 4 anni
I miei genitori erano sposati da 42 anni..
Mio papà ora è rimasto solo
È un uomo molto forte,che non si abbatte e che ha subito reagito..esce molto..e noi ci vediamo spesso,abitando anche vicino..pranziamo insieme,viene con me a prendere il nipotino a scuola
Però sento che soffre molto la solitudine..e non corre al cimitero per trovare mia mamma..è morta da 3 settimane e non è mai andato al cimitero..
Fondamentalmente anche io non ne sento questo bisogno enorme..alla fine lei non c è più..non è andando davanti a una bara che posso rivederla o riparlarci..la ricordo tutti i giorni nei miei pensieri..non ho bisogno di andare al cimitero..forse anche lui la pensa così
Come posso stargli vicino nel modo migliore?a me piange il cuore a saperlo solo..io amo molto il mio papà..e ormai gli sono rimasta solo io.
Grazie
Gelosia retroattiva
Buonasera, sono una ragazza di 24 anni e sono fidanzata con il mio ragazzo da 1 anno, ma ci frequentiamo da 1 e mezzo circa.
Purtroppo lui ha una vera e propria ossessione su quello che è il mio passato (più in ambito sessuale direi). In realtà non è un ragazzo eccessivamente geloso in generale, anzi, è una persona fantastica che mi aiuta, mi sprona, mi incoraggia. Lui si sta già facendo aiutare da una psichiatra al momento, però io volevo sapere come io devo comportarmi quando mi avverte del fatto che in un determinato momento sta avendo "pensieri brutti". Se devo farlo parlare per sfogarsi, se devo farlo distrarre, non lo so...vorrei davvero aiutarlo!!!
Specifico che io ho parlato dei miei partner solo all'inizio, quando ci siamo conosciuti, poiché il rapporto in teoria doveva essere un qualcosa di non serio e perchè anche lui me ne parlava, quindi mai e poi mai avrei pensato che un giorno ciò gli avrebbe causato problemi... da quando siamo insieme non ho mai più accennato a nulla riguardo a ciò, e cerco di stare sempre molto attenta a ciò che dico!
Grazie mille in anticipo,
Giorgia
Come comportarsi dopo il rifiuto di un amico?
Salve! Sono Sabina, 21enne, studente. Scrivo perché, come tanti, cerco consulto. Ne sono convinta: parlare senza censura delle questioni che tanto spesso mi confondono è il primo passo per affrontarle.
Accade che poco meno di un anno fa conosco G, che ha pochi anni più di me, con cui ho tutt'ora amici in comune. Lui ha tanto da comunicare, è una persona che stimo e con cui condivido tanti modi di pensare; così in me scatta qualcosa. Di lì a poco incominciamo una relazione di natura prettamente sessuale.
Una storia banale, finché non mi rendo conto che per me vederlo sta diventando rassicurante, un momento che sento mio. Eppure sapevo bene che dichiarandomi a lui quel nostro equilibrio, certamente precario, sarebbe venuto meno (lui non provava per me lo stesso). Ho ceduto al compromesso, mentendogli quando mi chiedeva se anche per me fosse solo sesso. Mi sono mostrata disponibile, senza mai forzarlo, inseguendolo quando lo sentivo distante.
Va avanti fino allo scorso gennaio. Mi dice che sente fra noi un muro, che vorrebbe fossi più genuina con lui e non vuol rovinare la nostra amicizia. Non chiedo spiegazioni sul momento, per orgoglio o più probabilmente perché crisi simili ce n'erano state già, originate spesso dalle sue insicurezze, cui faceva riferimento parlandomi di quanto inadeguato gli capitasse di sentirsi nell'intimità -e tuttavia di come con me stesse migliorando.
Facendo parte delle stesse associazioni ed avendo la maggior parte degli amici in comune per me è impossibile non incontrarlo, perciò disinnamorarmi dopo il suo rifiuto. Frequenta da poche settimane una ragazza che frequenta il terzo liceo, con cui il dialogo non può che essere sterile. Ho perso l'appetito e vedendolo (specie se in presenza di lei) sono scossa da affatto trascurabili attacchi di panico.
Parlargli è ormai uno sforzo e provo nei suoi confronti una certa repulsione, mai sperimentata nelle precedenti relazioni con altri ragazzi. Temo di aver proiettato su di lui quella parte di me che mi fa pensare di non essere abbastanza. Il trauma del rifiuto, cui mi ostino, mi fa evitare il confronto con lui e con me stessa.
Ho riposto aspettative su questa persona -che da me chiedeva soltanto spensieratezza- ed ho sbagliato mentendogli. Per quanto squallido quest'epilogo mi sembri, credo di aver rovinato il rapporto con un amico che, seppur negligente, non avrebbe voluto il mio male.
Ora che non ho nulla da perdere sento il bisogno di parlargli di come per tutto questo tempo abbia provato qualcosa per lui e del perché voglia abbandonare le occasioni in cui incontrarci. Essere sincera e andarmene prima di finire con l'odiarlo o col ricevere non altro che la sua pietà.
Eppure mi chiedo se questo -chiedergli di parlargli per dirgli che non voglio più vederlo- sia forse l'ennesimo passo falso da parte mia. Di certo finirei per piangere e lui per sentirsi in colpa. Se mi sento tanto fragile quando rifiutata è perché dovrei fare i conti con me stessa e la scarsa stima che ho della mia persona; non penso lui abbia responsabilità.
Spero di aver adottato finalmente un approccio sano, ma domando a chi mi legge. Ringrazio per la cortese attenzione!
Che tipo di problema ho?
Buongiorno, Ho comprato una casa usata da un privato ad agosto 2021, i lavori per sistemarla li abbiamo fatti in autonomia con il mio compagno così come il trasloco stesso.
Una volta terminato tutto a Novembre ci siamo ritrovati parecchio stanchi e ovviamente non abbiamo fatto nessun tipo di vacanza da 2 anni a questa parte, aggiungo che abbiamo una bimba di 3 anni.
Questo lungo preambolo per dire che nonostante il periodo intenso, in cui tra l'altro ho anche cambiato completamente ruolo a lavoro, fino al mese scorso era tutto abbastanza normale.
Da questo mese mi è successo già due volte di avere (credo) delle crisi depressive, ci sono giornate intere in cui in nessun modo riesco tirarmi su e non c'è niente che mi aiuti...mi sveglio già così e vado avanti fino a sera nonostante abbia provato a usare fitoterapici come biancospino, iperico,tisane o gocce.
Mi sono inoltre fissata su un problema che ha la mia nuova casa, il rumore della provinciale che passa a 750mt e si sente anche in alcuni punti della casa nonché ovviamente in giardino, e mi sembra di dover trovare a tutti i costi una soluzione o non ci dormo la notte.
Il problema del rumore lo avevamo vagliato all'inizio ma non sembrava così forte soprattutto d'estate, adesso con alcune condizioni (umidità, vento e mancanza di vegetazione) sembra aumentato improvvisamente.
Ieri sera ne ho parlato al mio compagno che mi ha rinfacciato di avermelo fatto presente ad Agosto ma che io non avevo dato peso.
Non so davvero cosa mi sia preso e perché non mi sia venuto in mente prima questo problema...e quanto sia realmente un problema..non capisco cosa mi sta succedendo..
Vorrei stare bene per essere una mamma presente...non come mi succede in questi giorni..sono veramente stanca di stare male.
Sono stata tradita
Buongiorno dottore
Da pochi giorni ho scoperto di essere stata tradita da mio marito in chat (almeno io lo definisco tale), lui da più di anno frequentava siti di incontri a scopo sessuale dove si è scambiato centinaia di email con persone sconosciute per lo più uomini(di cui dice di non essere attratto ma di provare eccitazione solo nello scambio di messaggi) in cui era evidente la sua voglia di trasgredire e fare sesso scrivendo le cose più sporche e sessualmente per lui eccitanti. Nei messaggi cercava sempre di organizzare un incontro con scambio di foto intime soprattutto da parte sua ma chiedeva di ricambiare, lui si definiva etero/bisex con una voglia oggi di esplorare l'uomo sempre da attivo. Andava alla ricerca comunque anche di donne, prostitute, trans, travestiti e coppie. Ho letto davvero di tutto. Per 2 volte è arrivato ad incontrare 2 uomini senza però riuscire a concretizzare le fantasie (a detta sua) anche se poi rispondendo sempre via email a queste persone faceva capire altro (ad es. Lui scriveva: ti andrebbe di replicare per godere ancora come quella volta?), Tutto ciò da parte sua è stato "giustificato" dicendo che il nostro rapporto di coppia era diventato piatto e raro (abbiamo 2 bambini e non è facilissimo ritagliarsi del tempo) e poi il suo cambio di lavoro in un'altra città che lo porta a fare un'ora di andata ed una al ritorno in più ha un ruolo di grossa responsabilità essendo a capo di un dipartimento di una grossa società. Da premettere infine che molti anni fa quando eravamo ancora fidanzati (lui lavorava all'estero) fui tradita sempre da lui ma in quel caso in maniera reale, con più di una donna e la sua giustificazione fu' quella di aver perso la testa e che non aveva a che fare con il suo amore per me. In quel caso fui devastata dalla sofferenza anche perché io lo scoprii dopo sei mesi del matrimonio....lui mi sembrò pentito realmente ed io ho voluto credergli perché lo amavo e volevo costruire la nostra vita insieme con la promessa da parte sua che non mi avrebbe mai più fatto soffrire e del male.
Adesso sto' malissimo....lui oggi come ieri è pentito e mortificato, si vergogna molto per questa cosa e dice di aver preso coscienza solo adesso che io gli ho aperto gli occhi. Ma la cosa che non riesco ad accettare è che il pentimento comunque non cancella i fatti e solo il pensiero di quelle cose mi uccide.
In un primo momento gli ho detto che nostro matrimonio era finito...ma poi razionalmente penso che non voglio portare lontano i miei bambini dal proprio papà ed anche io continuo nonostante tutto ad amarlo. Inutile aggiungere che lui dice che non accadrà mai più nulla.
Cerco il consiglio di qualcuno che con esperienza e da esterno possa aiutarmi a riflettere ed a capire cosa sia successo e la strada più giusta da intraprendere.
Grazie
Felicemente fidanzata ma penso al mio ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiMi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra
Salve! Ho un problema con le labbra: mi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra fino a sanguinare. Passo buona parte della giornata con le mani sulla bocca, spesso neanche me ne accorgo, è diventato automatico. Quando tolgo le pellicine lo faccio quasi con "cattiveria" non sono delicata a farlo, arrivo fino a sanguinare e a provare dolore tant'è che a volte non riesco a muovere le labbra per sorridere o per parlare che mi si spaccano e sanguinano ancora. Quando arrivo a sanguinare, non mi fermo se c'è a cora la pellicina la devo strappare sangue o non sangue. Quando però arrivo al dolore, si mi fa male, ma un è male direi quasi piacevole ormai. Se provo a non farlo o mi mangio le unghie o dirigono i denti.
Ho questo problema da un po' di anni ormai; per un certo periodo se c'era un capello in mezzo al viso o in giro da solo lo strappavo quasi sempre, ora mi capita meno spesso. Fino ad un paio di anni fa se avevo crosticine o brufoletti in viso li grattavo via mente ora lo faccio con quelli sulla schiena.
Per un periodo di quasi tre mesi, circa cinque anni fa sono caduta nell'autolesionismo fino ad arrivare a preparare un suicidio che però, fortunatamente non sono mai riuscita a fare, anche se allora volevo.
Adesso ne sono uscita da sola, nessuno sa nulla.
Ad oggi mi capita di avere alcuni momenti in cui sono stesa sul divano a fare nulla o a scuola o comunque in situazioni "normali" e avere attacchi d'ansia suppongo siano, mi batte forte il cuore e respiro un po' corto
Spesso mi capita di pensare ancora al suicidio, a come sarebbe se fossi morta o come starebbero meglio gli altri; in stazione a volte quando sta per arrivare il treno lo fisso e mi avvicino alla linea gialla anche superandola senza però mai buttarmi.
Ho scoperto di avere una amica che è caduta in una lieve depressione e questo mi blocca ancora di più nel parlarne con qualcuno.
Essendo sia alle elementari che alle medie e a volte anche alle superiori, stata presa in giro per diversi motivi, sono molto chiusa ci vuole molto tempo prima che qualcuno riesca ad avere la mia fiducia, e per questo in tutta la vita non ho mai avuto una migliore amica, o un fidanzato o comunque qualcuno che restasse nella mia vita. Tutto ciò mi porta a sentirmi molto spesso sola e non cercata, come non amata e praticamente inutile.
Tra l'altro ho anche un rapporto molto difficile con i miei genitori, diciamo che se dovessi dire che gli voglio bene, non sarebbe un bene da figlio, ma un bene da conoscenti diciamo; non li sento molto genitori, non sono mai stato molto presenti nella mia vita e nonostante mi abbiano dato tutto non mi hanno mai dato l'amore di cui necessitavo.
Con loro non voglio tassativamente parlargiene.
La mia domanda è: la cosa a cui sto pensando è fare diverse vistie quando mi trasferisco tra un po' di mesi, ma fino ad allora come dovrei comportarmi? Cosa devo fare? Cosa mi consiglia? Grazie mille per la vostra risposta
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Perché mia moglie ha bisogno di questa fantasia?
Buongiorno
Mia moglie ed io siamo sposati da 21 anni.
Io no ho 47 e lei 42, abbiamo due figli.
La nostra vita matrimoniale è tutt'ora serena, solo qualche litigio qua e là, i figli crescono e noi stiamo bene insieme.
Sul fronte del sesso ho un dubbio.
Qualche mese fa ho scoperto sul suo cellulare un'applicazione, un po' nascosta, che so essere usata per chattare, la cui presenza mi è parsa strana.
Voglio chiarire che non si è trattato di un controllo motivato da dubbi, mi ha chiesto di tentare di sistemare il suo cellulare in quanto crashava in continuazione.
Senza voler approfondire la questione informatica vi dirò che ho aperto questa app.
Ebbene ho contato una decina di contatti, tutti uomini intorno i 45 anni circa, con i quali scambia frasi molto spinte, erotiche ma anche estremamente "porno".
Dopo la prima gelata di sangue ho cercato di ragionare e pormi domande.
1) Se nascondesse una tresca non sarebbe così ingenua da darmi il suo cellulare rischiando di essere scoperta.
2) Se invece lo avesse fatto apposta per mettermi sotto il naso le mie corna non sapendo in quale altro modo fare?
3) Perché a questi uomini non menziona nessun problema di coppia col quale giustificare il suo comportamento? Perché nelle sue frasi parla solo di sesso spinto fine a sé stesso?
..... è così via.
Non riuscendo a trovare un senso logico apparente in nessuna ipotesi, in quanto non stiamo attraversando nessuna crisi matrimoniale, ho deciso di guardarla negli occhi e chiederle spiegazioni..... tra un misto di sgomento, rabbia e terrore di averla persa senza essermene neppure accorto.
Attimo di sguardi.... poi la spiegazione mi ha lasciato di stucco.
"Non ti sto tradendo... è una mia fantasia, solo una fantasia.... che non avevo il coraggio di dirti".
Una fantasia inconfessabile.
Ovvero si eccita a chattare con perfetti sconosciuti recitando la parte della moglie fedifraga.
Devo dire che, tornando indietro con la memoria, non ha mai cambiato abitudini, non si cura più di prima, non si chiude in bagno per chattare.... non fa tutte quelle cose tipiche dei traditori, tranne usare parecchio il cell.
Ha voluto dimostrarmi che non mi tradisce davvero.
Ha voluto che leggessi integralmente tutte le chat,
ho letto cose molto spinte, cose che facciamo io e lei, non sono un puritano bacchettone.
Ma leggere certe cose rivolte ad altri uomini mi ha turbato molto.
Però devo ammettere che in mezzo a tutte quelle frasi non ho letto nulla che indicasse un suo scontento nei miei confronti, anzi, mi ha più volte descritto come passionale, ma che nonostante questo lei aveva bisogno di tradirmi comunque per dare sfogo alla “troia” che è in lei ( parole scritte da lei).
Ma alle insistense di questi uomini per incontrarla, lei rispondeva sempre con frasi indefinite che lasciavano in sospeso il discorso, senza dire di no e senza dire di si.
Ad un paio di questi, i più insistenti, mesi fa ha scritto che io l'avevo sorpresa e quindi doveva troncare.
È così è stato, vedendo la cronologia ho potuto constatare che con questi due non ha più scritto in effetti.
Insomma, tutto lascia intendere che non mi stia mentendo quando mi dice che è solo un gioco virtuale.
Ovvero che trovi eccitante recitare la parte della fedifraga ma senza esserlo davvero.
Ma adesso mi ritrovo in una condizione stanissima:
Mia moglie vorrebbe il mio benestare per continuare a chattare recitando un ruolo che la eccita e alimenta le sue fantasie virtuali, sostiene inoltre che tale pratica la “accende” e proprio per questo a letto è molto calda con me.
Io mi ritrovo a 47 anni a dover fare i conti con dubbi sulla sua onestà, anche se sembrerebbe tutto vero, ma la gelosia è irrazionale.
Insomma... ho diversi elementi per crederle ma mi sento agitato, come posso non temere che prima o poi tutte queste chat le facciano fare la sciocchezza?
Temp che impedirglielo faccia solo danno.
Grazie mille
Cosa mi succede? Non provo affetto per nessuno
Buonasera, mi trovo a scrivere qui e nn so perché, non per sminuire nessuno ma mi fa sentire una senza speranze ma poi in fondo mi sembra l ultima risorsa.
sono consapevole di nn avere mai avuto una vita "normale" , genitori separati mamma giovane padre quasi del tutto assente e tutte le cazzate che potrei dire, ho paura d farlo solo x giustificarmi,solo x autocompatirmi.
ho sempre creduto d avere il controllo su tutto ma nn e mai stato cosi, ora mi ritrovo quasi sola, ho lasciato da un mese un uomo che mi amava incostantemente da 5 anni perche nn provo piu nulla, ma ne verso lui ne verso nessun altro.
nn ho affetto x nessuno, nn me ne frega d nessuno ne se stanno bene ne se stanno male.
mi sento un mostro, una piccola inutile donna.
Mangio poco e non esco più perché vivo in un posto che non sopporto
Ci sono momenti in cui le cose che vuoi non arrivano più, e quindi si smette di lottare. Ogni giorno è sempre più faticoso e più sai di poter fare di più o cose eccelse, più sai che tu ti senti all'opposto in un posto che ti è estraneo, più non vuoi fare niente perché capisci di essere una persona sbagliata nel posto sbagliato e perché la vita ti ha detto di imparare ad accontentarti di quello che hai. Non sono una persona umile, forse non lo sono mai stato ma ho fatto diversi sacrifici e forse me ne pento perché penso di non aver ottenuto quasi niente e non mi sento realizzato, tutto ciò oggi mi porta a sentirmi un uomo frustrato. Incapace di progredire, incapace di crescere perché i posti in cui mi sono trovato non mi hanno consentito di raggiungere un grado di emancipazione ed indipendenza nel senso compiuto. Forse oggi è colpa mia, forse ho bisogno di uno psicologo che mi analizzi attentamente e mi aiuti a superare tutte le mie paure, tutti i miei demoni, a rimuovere i miei passati dolorosi e i miei scheletri nell'armadio per rinascere a nuova vita. Devo andare via da qui, ma non so dove, forse in un'altro posto del mondo dove si azzerano i pregiudizi della gente, dove si azzera la tua storia e ricominci come una persona nuova. Non so neanche se esiste qualcosa del genere, ma in questo momento mi sentirei meglio. Vorrei cambiare vita. Vorrei vivere meglio. Vorrei costruirmi una vita decente e normale da qualche altra parte. Cosa che non mi è mai riuscita fino ad oggi
1 risposte - LeggiCrisi di coppia
Vorrei sapere se la terapia di coppia può essere utile nel momento in cui, il mio partner, dice di amare me ed un'altra donna frequentata durante un momento di crisi. Nel frattempo afferma comunque di volere un figlio da me e che nel suo futuro vede me come compagna di vita. Si può giungere ad una soluzione?
2 risposte - LeggiAiuto non c'è la faccio più
Salve, scrivo qui perchè penso di avere bisogno di aiuto. Ho quasi 24 anni e ho iniziato a soffrire di attacchi di panico a 18. Successivamente è subentrata l'agorafobia/claustrofobia. Dall'anno scorso ho iniziato a stare meglio, ero più tranquilla e uscivo, sempre accompagnata dato che non ho la patente ma almeno riuscivo a stare nei negozi da sola senza avere quei sintomi brutti dii voler scappare. Ho problemi familiari da anni , alcune cose sono cambiate e altre no. Grazie alla psicoterapia, anzi alle dottoresse che mi hanno "seguita" nel corso degli anni (ho cambiato diverse terapie per diversi motivi) ho capito che la mia ansia e i miei attacchi di panico provenivano dopo aver sopportato tante di queste problematiche familiari e sono esplosa. Da dicembre, la situazione con mio fratello (anche lui non sta bene e ha diversi problemi) è andata sempre peggiorando. Mi ha portata all'esasperazione fino a quando un mese fa si è comportato in un modo molto aggressivo con mia madre facendomi provare paura, panico... insomma quelle sensazioni che non provavo da un po'. Non dico che ero convinta di essere guarita completamente ma mi ero resa conto che potevo andare benissimo in un posto e rimanerci quanto volevo...non avevo nessuno di quei sintomi che mi hanno accompagnata in questi anni. Non mi aspettavo di ritrovarmi nella stessa situazione, di avere nuovamente paura e ansia di stare in un negozio. Qual è la differenza di adesso rispetto a qualche anno fa? Che ora non ho la forza di volontà di combattere quei sintomi in quel momento. Mi dico spesso che non ne vale più la pena, che sono arrivata e che non cambierà niente. Queste frasi non mi escono dal nulla in quanto vivo in una realtà molto difficile ed è andata a peggiorare. Non ho voglia nemmeno di trovarmi un ennesimo psicologo/a, ma mi rendo conto di aver bisogno di un supporto. Continuo a guardare le pagine degli psicologi nella mia città e boh non so che fare. Molti li avevo contattati tempo fa e boh non so nemmeno che sto scrivendo. A momenti non mi sento molto lucida ma ciò non toglie che alla base mi reputo una ragazza molto intelligente e razionale. Fatto sta che non so a chi rivolgermi, qualcuno di voi può darmi una mano? Grazie a chiunque risponderà.
1 risposte - LeggiDisturbo ossessivo compulsivo
Buonasera, vi volevo chiedere un consiglio medico per un disturbo ossessivo compulsivo, mio fratello da 5 anni porta sempre delle pietre a casa all'inizio solo la sera ma da 2 anni anche la mattina senza un motivo, o cercato in tutti i modi di farmi spiegare qual'era il motivo ma non mi ha mai risposto e ultimamente sta iniziando a fare altre cose strane, si lava spesso le mani e si mette i vestiti davanti al naso e alla bocca soprattutto quando ci sta il cane vicino, lho portato da uno psichiatra ma lui comunque non gli ha detto perché le porta il dottore pensa sia dovuto al disturbo ossessivo compulsivo e gli ha ordinato il lorazepan 6 gocce la mattina 6 gocce a pranzo e 12 la sera e il daparox 5 gocce la mattina e 5 a pranzo per un mese ma putroppo lui pensa che non ha niente e si rifiuta di fare la terapia ma peggiora e alla fine ho cercato di aiutarlo a modo mio, comunque a preso queste medicine ma non è migliorato e il dottore quando lho chiamato mi ha consigliato di continuare cosi ma non migliora e lui non vuole andare dallo psichiatra cosa mi consigliate di fare? Lui non si rende conto che è ossessionato da queste cose e se continua cosi andrà solo a peggiorare. Non so se la terapia è giusta, e non so se dovrei cambiare psichiatra quindi chiedo a voi se mi potete dare dei consigli grazie aspetto al più presto vostre notizie
1 risposte - LeggiMadre depressa
Salve,
ho 27 anni e sono uscita da poco da diversi disturbi di ansia, depressione e post trauma. Ora sto abbastanza bene, anche se ho ancora difficoltà ad esprimere le emozioni e a volte ho delle crisi di profonda tristezza. Adesso ho mia mamma che ha iniziato a soffrire di depressione. Io non vivo con la mia famiglia, ma in un paese vicino quindi posso andare a trovarli. Il problema è che mia mamma mi aggredisce accusandomi di non aiutarla e di essere anaffettiva, mi dice che penso che sia pazza, ma in realtà niente di tutto questo è vero. Sì, sono un po' fredda, faccio fatica a dire "ti voglio bene" o abbracciarla ma passo molto tempo con lei, le scrivo sempre, ho provato raccontarle la mia esperienza.
Io non riesco a prendermi il carico della sua depressione e della sua aggressività nei miei confronti perché non sto ancora abbastanza bene mentalmente e ho già i miei pesi da portarmi, anche se sono l'unica persona che ha perché i miei sono separati in casa e lei non ha amiche. Sta andando da poco in terapia ma mi ha detto di voler smettere.
Non so cosa posso fare
Grazie in anticipo
Limbo eterno ed estrema indecisione
Buonasera a tutti.
Nell’ultimo mese mi sono ritrovata assieme al mio ex, poco prima di partire per l’estero (cosa che al momento a lui era ignota).
Siamo stati amici, poi quasi fidanzati, poi niente per tre anni e mezzo, senza contatto. Ci siamo lasciati perché, ogni volta che arrivava la fatidica richiesta di “impegnarsi un po’ di più”, lui diceva di non sentirsi pronto, di non voler crescere, di dover pensare al suo futuro e di non potercela comunque fare vista quella che ai tempi era la distanza - nonostante io mi spostassi appena potevo per lui.
Siamo tornati assieme ma lui ha avuto episodi contrastanti, chiedendomi se fossi l’amore della sua vita e poi ritrattando il giorno dopo, avvicinandosi e allontanandosi, mettendo velatamente le mani avanti - cosa che forse ho capito soltanto a posteriori. Ripete che è sicuro che non troverà un’altra come me e che non l’ha trovata, ripete che se siamo qui un motivo c’è, ma è preoccupato per il futuro, perennemente confuso è bloccato dall’idea di una relazione (ha avuto 25 anni di sole frequentazioni e poco più).
Che cosa fare? Mollare la presa?
Ci conosciamo da tanto, a volte penso sia sincero quando dice di non riuscire a bloccarsi.. ripete che anche la madre sostiene che rimarrà per sempre solo (altra velata giustificazione al suo comportamento?), non riesce a dirmi che non prova niente per me ma non contraddice le mie parole “questa volta potrebbe essere l’ultima”.
Che fare? Se c’è amore ci dovrebbe essere la voglia di rischiare, no?
Sostiene che io debba ripartire, vivere la mia vita e fare le mie cose “perché se è destino.. sarà”. Rimarcando sempre e comunque che non crede nell’idea delle relazioni a distanza. Mi sta dicendo fatti la tua vita? Non provo abbastanza per te?
Grazie a chi risponderà.