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Non avere una relazione a 21 anni
Buongiorno
Sono una ragazza di 21 anni e non riesco ad essere del tutto felice poiché a questa età non ho mai avuto una relazione e non riesco a convivere con questo peso, essendo circondata da persone e amiche fidanzate. Come vivere in modo più "leggero"?
Genitori oppressivi
Ho 31 anni, lavoro e vivo con i miei, quindi una presenza costante. Mia madre, soprattutto, è oppressiva e sempre cerca di farmi sentire in colpa su tutto o mi svaluta, come ad esempio quando parlo di cambiare lavoro e uscire di conseguenza dall'azienda di famiglia. Lo stesso atteggiamento lo manifesta anche nei confronti di mio padre. Arriviamo al dunque, da qualche mese sono insieme con un ragazzo dal passato difficile, non per l'uso di sostanze o per qualche dipendenza, ma per qualche rissa allo stadio o per questioni politiche, guai comunque che riguardano 10 anni fa. Lui mi fa sentire amata, mi coccola, fa di tutto veramente per rendermi felice, i miei genitori però non lo accettano e perciò preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia e pensare che sia solo un amico. C'è stata una discussione accesa con loro riguardo a ciò e mi hanno definito una stupida e che si vergognano che io frequenti una persona così anche perché mio fratello è nelle forze dell'ordine (ulteriore motivo per cui si vergognano di tale ragazzo) e volevano perciò che lo lasciassi perdere. Però per una volta questo non gliel'ho permesso e continuo a frequentare questo ragazzo, la cosa più brutta è non potermi vivere questa storia con serenità perché loro me la fanno pesare, a quasi 32 anni non mi permettono nemmeno di dormire a casa sua. Naturalmente per installarmi i soliti sensi di colpa mia madre mi ha detto che se sente chiacchere sul fatto che io sia fidanzata con tale soggetto lei se ne va di casa, oppure mi ha accusato di essere la causa dei suoi malesseri fisici. Posso capire la preoccupazione di un genitore, ma non sarebbe ora che nel caso sbagliassi, questo dipenda da una scelta solamente mia?!
Mi manca l'aria e l'ansia è una presenza costante nelle mie giornate, non ce la faccio più, mi sento inutile nonostante la mia età.
Solitudine e desiderio
Buongiorno
Ho 27 anni e sono un'infermiera.
A Marzo 2020, dopo 9 mesi di missione in Madagascar, sono dovuta rientrare in Italia lasciando così dall'altra parte del mondo il ragazzo di cui sono innamorata.
A causa del Coronavirus tutte le procedure burocratiche messe in atto per permettergli di trasferirsi in Italia sono state bloccate e, ad oggi, è quasi un anno che siamo lontani.
Ci sentiamo poco per problemi logistici e di connessione.
Se penso al mio futuro lo sogno accanto a lui ma, in questo momento, mi seno terribilmente sola.
Percepisco un vuoto interiore che vorrei colmare con la fisicità di un altro uomo, sento spesso il desiderio di avere un rapporto sessuale con qualcuno o forse semplicemente di ricevere affetto e attenzioni.
La mia quotidianità lavorativa non mi aiuta e l'impossibilità di avere contatti con il mondo esterno, per via di questa terribile pandemia, mi fa sentire ancora più sola.
Conosco le reali sofferenze umane e so bene che i miei problemi, a conforto, sono effimeri, ma oggi sento solo un gran bisogno di piangere.
Come posso superare tutto ciò?
E.
Vorrei poter cancellare il mio passato
Salve, ringrazio in anticipo per l’eventuale risposta.
Ho 26 anni e da circa due anni sono fidanzata con un ragazzo splendido, col quale convivo. Tra noi, a parte qualche sporadica discussione, va tutto bene. Non sempre abbiamo lo stesso modo di vedere le cose, ma ci amiamo molto e questo sembra bastarci.
Il problema, che lui non sa, è che da un po’ di tempo a questa parte, io non mi sento bene con me stessa: odio il mio passato, vorrei poterlo cancellare per sempre. Me ne vergogno al tal punto che a volte, quando riaffiorano i ricordi, nel tentativo di scacciarli mi viene da piangere. A tal proposito, non so da dove cominciare... il fatto è che, sessualmente parlando, seppur coetanei, io ho avuto molte più esperienze di lui. Questo non l’ho mai vissuto come un problema, diciamo che mi sono sempre sentita a mio agio con il mio corpo e la mia sessualità.
Ma ho avuto un paio di esperienze decisamente sopra le righe. A circa 22anni, ero solita andare a ballare con gli “amici”, o meglio, quelli che all’ora consideravo tali. Una sera, complice l’abuso di alcool e droghe, ho avuto un rapporto a tre occasionale, di cui mi sono pentita subito, l’indomani. Il vero problema è che di quest’esperienza io non ricordo quasi nulla. Ricordo solo di essere rimasta a dormire a casa di un mio amico, del quale tra l’altro non sono mai stata attratta. Dato l’alto tasso alcolemico, devo aver espresso il desiderio di voler fare sesso... ma, giuro, è il buio più totale. Ho dei flash in cui si era presentato un suo amico, di cui io non riesco a ricordare neanche il volto. Forse nel buio non l’ho neanche visto.
Da quella volta ho chiuso qualsiasi tipo di rapporto con il mio “amico”. Non vederlo più è stato facile, in quanto si è trasferito altrove, ma non ho neanche più voluto sentirlo.
Comunque sia, la mattina dopo, in preda ai postumi, sono tornata a casa mia e mi sono sentita sporca da morire. Non ne ho mai parlato a nessuno. Ho tentato in tutti i modi di cancellare tutto dalla mia mente e per un bel po’ ci sono riuscita.
Adesso, invece, a distanza di anni vivo nel terrore che questo passato possa ripresentarsi in qualche modo. Riaffiorano i ricordi, ne sento il rimorso e sto male da morire. Mi sento in colpa con me stessa e col mio attuale ragazzo per non avergli mai raccontato questa cosa, o altri eventi traumatici che ho subìto e con i quali tento di convivere come nulla fosse. Ho paura che se venisse a sapere tutte queste cose, gli farei schifo. Oppure smetterebbe di amarmi?! A volte penso che dovrei parlargliene, come a togliermi un peso, ma non so da dove cominciare. È stato difficile persino scriverlo...
So che, sicuramente, ho bisogno di fare delle sedute insieme ad uno psicologo, perché come dicevo, purtroppo non solo questo turba la mia serenità interiore, ma questa notte ho avuto l’ennesimo crollo emotivo. Mi sono svegliata nel cuore della notte, ci ho ripensato e mi è venuto da piangere in preda all’ansia.
Ho deciso di scrivere qui per sfogarmi e per cercare di capire, almeno a grandi linee, cosa posso fare per stare un pochino meglio.
Chiedo scusa per la lunghezza dello scritto.
Cordiali saluti.
Misofobia, ho paura di entrare in contatto con la saliva degli altri
Buonasera,
Soffro di una forma grave di misofobia. Ho paura di entrare in contatto con la saliva degli altri. Passo le giornate ad evitare le superfici degli oggetti per evitare di sporcarmi i vestiti dato che qualcuno potrebbe averci tossito sopra, a lavarmi le mani fino agli avambracci come un chirurgo, anche 40/50 volte al giorno. Ho paura che qualcuno tossisca o starnutisca vicino a me perché altrimenti sento l'esigenza irrefrenabile di pulire i miei oggetti e fare una doccia che può durare anche 1 ora. I rituali sono estenuanti e sono diventati un lavoro. È una fobia che mi porto dietro da anni, molto prima del covid. È notevolmente peggiorata negli ultimi 3 anni. Dovrei fare una terapia cognitivo comportamentale immagino, ma potreste indicarmi quali sono le cause più comuni che portano a questo doc, anche se so che è soggettivo?
Sto male e penso ossessivamente al mio futuro lavorativo
Salve, sono qui per un consulto perché sono davvero stanca di pensare ossessivamente al mio futuro lavorativo e non so più come uscirne fuori.
Ho 21 anni e frequento l'università di lettere, fino all'anno scorso non avevo alcun dubbio sulla mia scelta, anzi ero super felice di studiare materie per le quali sono portata dato che ho frequentato il liceo scientifico ed ero assolutamente negata in matematica e fisica tuttavia sto iniziando a pensare di aver sbagliato a scegliere questa università dato che ha come principale sbocco l'insegnamento cosa per la quale non mi ci vedo portata.
Mi piacerebbe molto lavorare in qualche biblioteca libreria o archivio tant'è vero che dopo la triennale in lettere vorrei scegliere la magistrale in Archivistica e biblioteconomia a Bari ma mi rendo conto che si tratta di qualcosa di impossibile dato i pochi concorsi che vengono banditi e non so davvero cosa mi aspetterà in futuro.
Mi sento totalmente inutile e penso di essere davvero incapace di fare qualunque cosa, non mi sento più quella di una volta e passo intere giornate a piangere, infatti non sto riuscendo neanche a preparare gli esami.
Vedo mia sorella che lavora come infermiera e a volte penso che avrei dovuto scegliere anch'io quella facoltà dato che si trova subito lavoro, soltanto che proprio non mi ci vedo in tali vesti.
Non so come comportarmi e provo un forte senso di ansia e soprattutto non riesco a smettere di pensare e questa cosa mi sta letteralmente facendo impazzire.
Chiedo scusa per lo sfogo
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiCosa mi succede? Non provo affetto per nessuno
Buonasera, mi trovo a scrivere qui e nn so perché, non per sminuire nessuno ma mi fa sentire una senza speranze ma poi in fondo mi sembra l ultima risorsa.
sono consapevole di nn avere mai avuto una vita "normale" , genitori separati mamma giovane padre quasi del tutto assente e tutte le cazzate che potrei dire, ho paura d farlo solo x giustificarmi,solo x autocompatirmi.
ho sempre creduto d avere il controllo su tutto ma nn e mai stato cosi, ora mi ritrovo quasi sola, ho lasciato da un mese un uomo che mi amava incostantemente da 5 anni perche nn provo piu nulla, ma ne verso lui ne verso nessun altro.
nn ho affetto x nessuno, nn me ne frega d nessuno ne se stanno bene ne se stanno male.
mi sento un mostro, una piccola inutile donna.
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Faccio bene a lasciare l'università?
Salve,
Sono le 5:00 di notte ed io non riesco a dormire ! Il pensiero che mi affligge è: devo lasciare o no l'università ?
Ho 23 anni e brevemente cerco di raccontarti la mia storia ! Ho frequentato il liceo classico senza troppi problemi,studiare mi piaceva , andavo bene , i prof mi adoravano,non era pesante passare ore ed ore sui libri e riuscivo anche fare altre attività come ad esempio frequentare una scuola di danza classica ( per ben 13 anni,ho iniziato all'età di 6 anni). Poi,verso il quarto anno di liceo ho iniziato a pensare a cosa poter fare all'università e mi sono convinta giorno dopo giorno di voler diventare un medico così dopo il liceo ho provato il test d'ingresso a medicina con esito negativo. Ho provato altri test lo stesso anno con esito positivo ed ho così deciso di iscrivermi a farmacia perché a livello di esami era la facoltà più affine alle materie del test d'ingresso e quindi dando gli esami di farmacia avrei potuto prepararmi meglio per il test visto che uscendo da un liceo classico la mia preparazione nelle materie scientifiche era molto scarsa. Però forte della convinzione di voler fare il medico,mentre frequentavo il primo anni di università alla Sapienza di Roma,mi sono iscritta anche ad un corso privato di preparazione al test di medicina della durata di un anno intero che ho frequentato con piacere e successo ( in chimica ero la prima della classe). Il primo anno a farmacia é andato bene,ho dato 7 esami e mi piaceva quello che studiavo però ero sempre più convinta di voler fare medicina così l'anno dopo ho riprovato il test con esito ancora negativo ed ho continuato a fare farmacia dando altri 5 esami. Al terzo tentativo finalmente sono riuscita a superare il test di medicina e così ho lasciato farmacia ma non ne ero del tutto convinta perché in quei due anni mi ero appassionata molto ad una nuova materia cioè la chimica che fino ad allora non avevo mai avuto modo di studiare bene,però pensando al futuro e al lavoro che sarei andata a fare mi sono trasferita a medicina ( cambiando anche città ,perché il test è Nazionale e sono finita in Molise,quindi ho dovuto lasciare Roma che adoravo. ) Il primo anno a medicina è stato traumatico,non sono riuscita a fare nemmeno un esame. Ero molto scoraggiata,depressa,triste e demotivata ma grazie ai miei genitori ho deciso di darmi un altra possibilità iniziando il secondo anno a medicina ma come ripetente perché non avendo dato neanche un esame ho dovuto rifare il primo anno. Prima di iniziare di nuovo il primo anno avevo la possibilità di fare esami sia a settembre che a dicembre ma ho saltato entrambee le sessioni così ora sono arrivata alla sessione di febbraio ma non è cambiato nulla. Emotivamente mi sento uno schifo,mi sento una fallita perché ho ripetuto il primo anno,una perdente inconcludente,inoltre non mi piace la città in cui mi sono dovuta trasferire per studiate medicina,qui non ho amici mentre a Roma avevo delle amiche fantastiche e anche una vite sociale al di fuori dell'università,andare a lezione mi pesa sempre di più , i professori non mi piacciono ( mentre alla Sapienza li adoravo e li ascoltavo estasiata) mettermi sui libri è diventato un trauma, passo le giornate con il libro davanti ma senza studiare nemmeno una pagina , mi sento molto male se penso a tutti i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per farmi studiare,a tutti i soldi investiti e a tutta la fiducia che mi hanno dato quindi sono molto depressa anche fisicamente non mi riconosco più ( ho messo su qualche chilo perché per l università sono sempre nervosa e a volte mi sfogo sul il cibo ). Ogni giorno mi alzo con il terrore di affrontare un altro giorno deludente e vado a dormire sempre insoddisfatta perchè non studio niente e dispiaciuta e con un enorme senso di colpa perché sto ingannando i miei. Mi sento tremendamente stupida e incapace perché tra 3 giorno ho l'esame e non ho studiato niente ancora una volta dopo aver fatto così per un intero anno. Così penso che lasciare tutto questo sia la cosa migliore così potrei anche aiutare i miei nell'azienda di famiglia e fare o la commessa nel negozio di mio padre o la cameriera all'agriturismo dei miei. Però ho paura che lasciando l università commetterò l'errore più grande di tutta la mia vita e che un giorno me ne pentiró. Le ragioni che mi hanno spinto a fare medicina sono : aiutare il prossimo a guarire dalla sofferenza o a sentire meno dolore , lavorare in ospedale( che é un ambiente che adoro ) , capire come funziona il corpo umano nei minimi dettagli,prendermi cura degli altri. Ho sempre avuto questo sogno bellissimo da realizzare ,su questo non ho mai avuto dubbi e sono stata sempre convinta e determinata ma ora non è più così e sono sempre più disperata. E non so cosa fare....i miei sarebbero contenti di qualsiasi decisione io prenderó ma la paura di deluderli e deludermi ancora una volta è tanta...
Tu cosa ne pensi ?
Grazie infinite se mi risponderai
5 anni di relazione felice, poi ho baciato un altro.
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni e sono fidanzata da 5. Io ed il mio ragazzo non abbiamo mai avuto problemi in questi anni, pochi litigi e tanti bei momenti trascorsi insieme. Questa estate però, con gli esami universitari finiti e la prospettiva di un imminente cambio di vita con la laurea e l'inizio di un lavoro, mi sono sentita più libera da una serie di paletti imposti nella mia vita scolastica. Sono uscita di più con le mie amiche e mi sono rifugiata nell'alcol che mi ha regalato quella spensieratezza mai provata prima. In una di queste sere però ho conosciuto un altro ragazzo del mio paese, che ho continuato ad incontrare in diversi locali. Mi sono resa conto che provavo attrazione per questo ragazzo e non più per il mio fidanzato. Ne ho subito parlato con lui perchè riflettendo ho capito che forse ciò che ci teneva uniti era un profondo affetto e l'abitudine. Lui ci è rimasto male e non si sentiva come me. Ho continuato ad incontrare l’altro ragazzo per i locali e una sera mentre parlavamo mi ha dato un bacio a stampo. Ovviamente non ho detto nulla al mio ragazzo e siamo partiti una settimana per le vacanze, piena di litigi sempre per i miei dubbi e dove ho fatto molta fatica a trovare quell'intimità che un tempo era normale. Ho riflettuto tanto sul nostro rapporto e sono arrivata a pensare che forse mi sono accontentata, che tanti lati del suo carattere mi innervosiscono e lui pur di stare con me spesso si trattiene e si adegua alle mie volontà. Tornati dalla vacanza avevo deciso di prendere un periodo di pausa, ma sono arrivati i risultati della TC di suo padre con diagnosi di etp pancreatico al quarto stadio. Lo sconforto della prima settimana è stato enorme, poi dopo aver trascorso due giorni a casa del mio ragazzo, il sabato sera sono uscita con le mie amiche. Distrutta dalla notizia e rendendomi conto di essere bloccata in una situazione più grande di me mi sono lasciata andare un pò con i drink. Alla festa c'era anche l'altro ragazzo al quale avevo detto che ci saremo rivisti a settembre perchè sapevo che mi sarei lasciata. Ci siamo appartati per parlare, ma invece ci siamo baciati. Sul momento mi sembrava una cosa giusta per me, non mi sono sentita in colpa, io che ho sempre sostenuto che il tradimento non è una cosa ammissibile perchè significa non portare rispetto alla persona con cui si sta. Da quella sera questo ragazzo l'ho rivisto una sola volta, sempre in un locale, ed abbiamo parlato. Ho rifiutato un suo invito ad uscire perchè sarebbe troppo. La notte stessa mi ha mandato un messaggio, al quale ho risposto dicendo di lasciarmi in pace e da lì non ci siamo più sentiti. E' un mese ormai che non ho contatti con questo ragazzo ma io non smetto di pensare a quello che è successo. Mi dico che se l'ho fatto un motivo ci sarà, forse al mio ragazzo voglio solo un gran bene. Io l'ho sempre visto come mio futuro marito e padre dei miei figli. Non so come possa essere cambiato tutto in tre mesi. Mi chiedo se lo stress della laurea, il pensiero che tra qualche mese inizierò a lavorare e che la mia vita prenderà un'altra piega possa influire anche sul rapporto di coppia. Avrei bisogno di allontanarmi dal mio ragazzo per capire, ma con suo padre in queste condizioni non mi sento così libera di farlo. Vorrei aspettare un periodo più tranquillo ma so che non ci sarà perchè la situazione sarà sempre peggio. Egoisticamente parlando, vorrei far passare la mia laurea, che è a fine Novembre, per stare io più tranquilla ed affrontare un problema alla volta. Così però mi rendo conto di far star male il mio ragazzo perchè mi vede più distaccata e fa di tutto per farmi sentire più amata, pensando che il problema sia la noia dell'abitudine e non un tradimento. Io mi rendo conto che non gli sto dando le stesse cose che lui dà a me. Mi ritrovo spesso a pensare a quest'altro ragazzo, quando esco lo cerco nei locali dove vado. Lui è un tipo completamente diverso dal mio fidanzato, esce con molte ragazze ed io sono solo una delle tante con cui ha trovato una certa attrazione. La mia paura è che lasciare il mio ragazzo per un tipo come lui, che molto probabilmente a me non pensa nemmeno più, sarebbe l'errore più grande della mia vita. Voglio lasciare il mio ragazzo solo se mi rendo conto di non amarlo più e non per un’altra persona. So anche che questo tradimento pesa tantissimo sulla mia coscienza, vorrei dirglielo perchè fondare un futuro su una bugia non è pensabile per me. Allo stesso tempo ho paura perchè mi ha sempre detto che un tradimento non lo perdonerebbe mai e principalmente gli darei un altro dolore oltre a quello che già sta attraversando. Sono davvero in difficoltà; se non ci fosse stata la notizia di suo padre mi sarei comportata diversamente. Avrei preso una pausa e magari ora starei meglio, ma da quella notizia non mi sono sentita di lasciarlo solo e dargli un altro pensiero. In più so che avrei tutta la mia famiglia contro perché è un ragazzo adorabile e adorato dai miei genitori. Non so come posso fare a capire se gli voglio solo bene o se è solo un periodo di grande confusione che prima o poi passerà. Io sono molto afflitta perchè mi chiedo come mai questi dubbi siano nati proprio ora che la situazione è così complicata; lasciarlo ora significherebbe lasciarlo nel momento del bisogno e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Grazie in anticipo. Cordiali Saluti.
1 risposte - LeggiFelicemente fidanzata ma penso al mio ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
Ne sono cosciente ma non riesco comunque a smettere di farmi del male
Avverto un cambiamento in me non positivo intrinseco già da tempo. Ho perso il sonno. Dormo solo con le prime luci dell'alba. Potrei saltare pasti interi. Spesso mi limito ad un solo pasto al giorno e quasi sempre in tarda sera. Ho riconosciuto in me periodi di up e down. Cambi repentini d'umore che mi destabilizzano. Nei momenti più critici con me stessa, tendo ad allontanare tutti e sono molto irascibile. Il mio sfogo, la cura dell'animo, é la poesia. Adoro scrivere su carta le mie emozioni. Il problema è che, ormai, anche ciò mi spaventa... Questo è dovuto alle sensazioni che le mie poesie emanano nel lettore. Ogni volta ricevo considerazioni strane. Un esempio più recente con una persona a me estranea:
"Sara, tu mi inquieti. Le tue poesie emanano un senso di vuoto infinito... Tipo buco nero."
Sono scossa. Non so cosa mi sta succedendo. So solo che ho la sensazione di aver dormito, un lungo letargo, ed ora li vedo. Vedo tutto ciò che ho fatto a me stessa e ciò che sto facendo.Vedo i miei errori e ho riconosciuto i miei traumi...Ne sono cosciente. Allora perché non riesco a smettere? Perché non riesco ancora ad uscirne? Continuo a chiedermi se è solo questione di tempo, se è una cosa normale, comune... O se, forse, è qualcosa da esaminare più a fondo... Ma, bene o male, sono ancora qui, no?
Non so cosa pensare. Sono abituata a risolvere sempre da sola.
Lui e le sue amicizie femminili
Buongiorno,
ho conosciuto un uomo con cui è scattata un'ottima intesa e interessamento da ambo le parti. E' una persona molto schiva , all'apparenza molto dura ma che nasconde una spiccata sensibilità che mostra solo a poche persone. Data la situazione covid e vivendo distanti purtroppo ci è per ora non possibile vederci. E' presente quotidianamente, facciamo lunghe telefonate, ci cerchiamo, si apre confidandomi cose dette a poche persone e ha cercato di guadagnarsi la mia fiducia. Al momento io credo alla sua buona fede e sincerità, ma è complessa come persona e della sua difficoltà a lasciare nel passato certe presenze mi interrogo. Quando ci siamo conosciuti non ha molto gradito fossi in contatto col mio ex ( prima di conoscerlo ero ancora presa da lui e ha creduto di essere usato o aveva dubbi sulla mia sincerità) e per brutte esperienze precedenti ( ex di vecchie fiamme che gli han causato problemi) mi disse che se volevo sentirlo non dovevo aver a che fare con lui. Io ho capito le sue paure e ho sospeso i contatti spiegando al mio ex che i miei sentimenti erano mutati. Lui nella sua vita ha avuto una serie di flirt ( alcune irriducibili che ancora si fan vive) solo nei periodi da single forse per riempire la solitudine e dei amori finiti male non per colpa sua . Credo sia una persona che se si innamora sia sincero ma nella sua vita permane almeno una figura femminile del passato che ha causato gelosie con le ex ragazze . Si tratta di un vecchio amore con forte componente fisica , mai divenuta storia seria ma lui ha aiutato questa persona a uscire da una situazione davvero difficile e pericolosa. Lei è legata a lui e si fa sentire quotidianamente , lui è fiero di ciò che ha fatto in passato e dal momento che non ha mai tradito e nulla fa di male non ha assecondato le richieste delle ex ragazze di interrompere questo rapporto. Addirittura gli è stato chiesto di decidere e lui davanti questo aut aut ha diplomaticamente detto che non facendo nulla di male il problema era della fidanzata di quel momento e che se lo riteneva capace di tradire allora di lasciarlo e basta. Io capisco la logica , capisco il punto di vista di chi non fa nulla di male e vuole essere creduto ma capisco pure che una persona del passato verso cui si sa il proprio ragazzo sia stato fortemente attratto che si fa sentire ogni giorno per chiedere come sta in segno di gratitudine da più di 10 anni , che non si è rifatta una vita sentimentale , che lui apprezza e verso cui spende parole di alto apprezzamento ( quasi di unicità) possa essere vista come un impedimento alla formazione di un legame di coppia esclusivo. Alle volte è peggio che di un tradimento fisico perché credo che ciò che abbia scatenato la gelosia nelle passate compagne sia stato il fatto che lui abbia preferito in un certo senso perdere loro che allontanare o ridurre i contatti con questa persona. E' pure strano che questa donna lo contatti con questa frequenza e in così tanti anni non abbia trovato un altro punto di riferimento o non abbia avuto il dubbio di creare ingerenze nelle sue nuove storie. Non mi è parso molto sensibile da parte sua. La riconoscenza è stata più che dimostrata ma scrivere ogni giorno ai miei occhi assume i connotati di un legame in qualche modo che si vuol mantenere esclusivo, posso capire lui ne sia gratificato ma non sembra capire le possibile sofferenze che ciò può causare in una compagna che potrebbe sentirsi esclusa e minacciata da questo passato rivitalizzato. Infatti le altre fidanzate han proprio pensato di non essere le preferite e lui ha detto che così non era e che era un loro pensiero e che pure l'attrazione fisica apparteneva oramai a un passato. Allora perché questa persona è così fondamentale ? Perchè preferisce allontanare le compagne o chiedere di ingoiare questo boccone pur di non interrompere questo contatto ? Posso pensare che dato che ha vissuto ampi periodo da solo con storie serie finite male magari rappresenta una figura sicura ma così rovina i possibili rapport nascenti. Io sento che ci teniamo molto , che potrebbe nascere una bellissima storia , sto cercando di non scadere in gelosie e errori delle altre , ho cercato di capire ma io vengo da una storia precedente andata male perchè il mio lui ha iniziato a guardarsi troppo in giro e fidarsi non è semplice . Si vorrebbe l'esclusiva e se da una parte lui che risponde alle mie domande , che spiega , che cerca di rassicurarmi , che mi racconta della vicenda triste di lei , che mi rivela cose che non molti sanno mi pare sia un segnale che a me ci tenga dall'altra io non credo che sia del tutto normale questo attaccamento da parte di lei. Io non voglio eliminare il suo passato ma ogni volta che sento un apprezzamento a lei un pò sto male . So che lui è molto introverso..che per essere preso seriamente non ha fatto nemmeno un apprezzamento estetico su di me e quando si apre mi dice cose bellissime sul mio modo di essere che considera raro che lui stesso mi ha detto "io non dico molto a parole ..ma non vuol dire che non lo penso..e col tempo dirò tutto ma non parto in quarta". Questo atteggiamento cauto, la mia insicurezza dalla storia precedente, il sentir i complimenti verso questa figura e conoscere la passata attrazione non mi stanno facendo vivere serenamente un periodo stupendo. Non voglio essere inutilmente gelosa e rovinare tutto ma non è troppo legato a una passato ? Non è una ingerenza da ridurre col tempo ? Come ci si dovrebbe comportare i? Perchè questa figura è stata irrinunciabile a costo di far morire di gelosia le ragazze che dice di aver amato davvero ?
Rapporto ambiguo tra madre e figlio
Salve, ho 21 anni e da circa tre anni vivo a casa del mio fidanzato di 25 anni che vive con sua madre (60 anni). Sua madre è un tipo molto strano, una donna eccentrica e piuttosto ignorante ma non mi dilungo sui dettagli della persona, il rapporto con il figlio l'ho sempre trovato molto ambiguo, quasi come se non fosse un rapporto madre-figlio ma piuttosto un rapporto tra coinquilini o amici, ognuno mangia per conto suo, ognuno si fa la spesa per conto suo e in generale, non c'è nessun senso familiare ma ciò che trovo ancora più strano è il fatto che sua madre, porti il suo compagno quasi quotidianamente in casa e anche nel pieno pomeriggio, con noi nella stanza adiacente, va in camera da letto, con la porta semichiusa, lasciando uno spiraglio aperto che lascia intravedere tutto e inizi accese attività sessuali, con gemiti forti, rumori, urla ed esclamazioni esagerate urlando nei dettagli tutto quello che fa e intende fare, consapevolissima che il figlio senta ogni cosa. Nonostante, lui gli abbia detto che non gli piace sentire tali cose la risposta della madre è stata che non gli importa. La cosa continua quasi quotidianamente e si è arrivato al punto che i vicini hanno chiamato la polizia per i rumori forti. Sono preoccupata, il mio fidanzato ne è quasi indifferente e la cosa mi disturba ancora maggiormente. Sua madre ha sempre avuto un approccio piuttosto inquietante verso di lui, con carezze sulle gambe, complimenti sull'estetica e cose del genere. Trovo questa situazione assurda e ribadisco che lui è una persona molto insicura e ho sempre avuto il timore che soffra di disturbi ossessivi compulsivi e penso che sia soprattutto a causa della madre, di questo rapporto ambiguo. Inizio a preoccuparmi sempre maggiormente e a chiedermi perché sua madre vuole così insistentemente far sentire al figlio (e a me) tutta la sua vita sessuale, sono disgustata e inquietata e spesso penso di andare via per via di questa situazione. Cosa fare?
1 risposte - LeggiAiuto: ho fatto bene o no a lasciarlo?
Buona sera,
Scrivo perché credo molto nell'aiuto psicologico.
Sono stata fidanzata con un ragazzo della mia stessa età (entrambi 30enni) per 6 mesi, di cui 5 di convivenza, in cui lui mi parlava di matrimonio, figli... Mentre io molto cauta, perché già mi sembrava di aver fatto ilpasso più lungo della gamba accettando di andare a convivere praticamente subito. In questi mesi abbiamo vissuto una storia bellissima, l'unico punto interrogativo della sua vita era il fatto che non sapeva molto dee sue origini biologiche, visto che è stato adottato quando aveva circa 2 anni. vedendo un film Una sera, film che parlava di adozioni e ritrovamento del protagonista della famiglia d'origine, mi viene in mente di proporgli di fare un post su Facebook relativamente al cercare la sua famiglia d'origine, visto che dopo aver contattato svariate associazioni non era ancora riuscito a ottenere risposte e sopratutto sono stata mossa dalle sue lacrime strazianti non solo durante la visione del film, ma anche e soprattutto quasi ogni settimana relativamente a questa sua storia, quindi gli ho proposto la pubblicazione di questo post. Tra l'idea e la pubblicazione effettiva sono passati dei giorni e Non avrei mai pensato che in meno di un giorno venissimo contattati dalla sua famiglia di origine. Da qui lui super entusiasta e presissimo, tanto da iniziare ad isolarsi sia da me che dalla famiglia adottiva con Videochiamate lunghissime. fatto sta che, nelle ultime due settimane, ha iniziato a essere molto più freddo con me, fino a che ha iniziato a dirmi che ha bisogno dei suoi spazi e dei suoi tempi perché non sa più chi è e non sa come comportarsi con me, che deve viversi la casa da solo, che non sa abituarsi alla nuove abitudini di coppia. Tutto questo è successo dopo una videochiamata tra noi, famiglia d'origine e famiglia adottiva, vedendo lacrime della mamma adottiva e tutti noi italiani un po' sul chi va là. Comunque due settimane dove perlopiù discutevamo per l'esasperazione di questi discorsi relativi al fatto che non sa più chi è e che deve darmi un uomo forte, settimane dove piangevamo insieme, dove il silenzio era quasi da padrone, nonostante per una decina di giorni io abbia fatto finta di nulla e quindi ho continuato a comportarmi come sempre, ma poi sono ceduta anche io restando per lo più in silenzio e sulle mie, perché la sua freddezza era una lancia nel cuore. Fatto sta, due giorni fa, all'ennesima volta che mi ha ripetuto che ha bisogno di spazi e tempo per capire chi è, ho deciso di lasciarlo, dicendogli che lo aspetto. Lui mi ha detto che sono importante e mi ha chiesto tempo, ma sono 2 giorni di silenzio assoluto, anche se dovrò andare a prendere i miei vestiti e sarò costretta a rivederlo. Ora io ammetto che l'ho lasciato perché se ha bisogno di tempo, cosa ci sto a fare io? Però sono combattuta, mi chiedo se ho fatto bene a lasciarlo solo adesso, oppure se dovevo accettare la sua proposta di fare i fidanzatini vedendosi ogni tanto.io lo amo veramente, ma lui non sa nemmeno più cosa prova, perché in questo momento senza lavoro, senza fare tournée con l'orchestra dove suona, senza vedere più gli amici per il covid... Dice che non sa nemmeno più chi è e cosa prova. Ah, ha iniziato un percorso con una psicoterapeuta per ritrovare se stesso, del quale ovviamente non ho chiesto nulla per non collimare con la terapia...
Aiutatemi a capire che devo fare. Grazie mille
Sto trovando un muro invece di avere una persona che dovrebbe dimostrarmi delle cose
Buonasera, un anno fa sono stata lasciata in malo modo dal mio ex ragazzo in seguito a una litigata in cui gli avevo fatto pressioni sul nostro futuro e sulla casa e chiedevo più sicurezze.
Avevo cercato di scusarmi riconoscendo i miei errori ma ha voluto interrompere bruscamente i rapporti.
A distanza di un anno mi ha cercata più volte con varie scuse ma ero molto ferita.
Decido dopo un anno di rispondere ad un suo messaggio di pentimento in cui mi diceva di aver sbagliato ad allontanarsi, ci vediamo per un caffè e decidiamo di riniziare a vederci.
Lui si comporta in modo strano, non più da innamorato, mi dedica poche attenzioni al punto che sono io a chiedergli di sentirci di più durante la giornata, di vederci di più. Nessun regalo in varie occasioni.
Lui accampa scuse sul fatto di capire la situazione di emergenza sanitaria in cui ci troviamo e alcuni problemi a lavoro. Mi chiede sempre di vederci all’ultimo come se fossi sempre disponibile. Se glielo faccio notare si arrabbia.
Nel concreto, dopo tante parole e due mesi in cui l’ho messo alla prova, ci siamo visti solo tre volte e ogni volta che io cerco di farglielo notare mi dice che vuole vivere nel qui e ora, non fare programmi e senza pretese perché il motivo per cui si era allontanato era perché lo soffocavo. Le mie richieste rimangono sono reali, ogni weekend accampa una scusa per non esserci.
Ho chiesto di trovare un compromesso se ci tiene veramente a riniziare ma la sua risposta e’ stata: vorrei darti di più ma ora non posso. E poi sparisce.
Non so se ci sia qualche fattore psicologico per cui non capisce il mio punto di vista, abbiamo discusso ma lui non si smuove e sono passati due mesi.
A questo punto non so se chiudere io. Sto trovando un muro, invece di avere una persona che dovrebbe dimostrarmi delle cose. Grazie mille
Perché le persone ci bloccano dalla loro vita?
Buongiorno.
Sto parlando di una persona a me cara con cui ho cominciato a frequentarmi a settembre/ottobre 2020. Ci siamo conosciuti sul lavoro, siamo usciti 2 volte e c'è stato qualche bacio e solo 2 volte qualcosa in più, ma non è stata una relazione a tutti gli effetti. Per motivi legati a brutte esperienze passate, il mio comportamento non è mai stato lineare: credo che la persona in questione non abbia capito se la vedessi come fidanzato o come amico al punto che dopo un mese di frequentazione i rapporti si sono raffreddati e abbiamo continuato ad essere amici e colleghi. Ho provato a riavvicinarmi a lui, ma ero troppo insicura ed impacciata e lui troppo nervoso per motivi economici e personali e non è servito a un granché. Le ultime volte che ci siamo visti, anche se non è successo nulla, ci sono stati lunghi sguardi, baci teneri sulle guance, chiacchierate.... insomma, siamo stati bene. Ci siamo visti l'ultima volta ad inizi dicembre e poi gli ho scritto il 24 per gli auguri di Natale. Da lì nessun messaggio o chiamata. Dopo tutto questo silenzio, ieri, 15 febbraio, scopro che mi ha cancellata da fb, così, credendo in un errore, visto che in tutti gli altri social eravamo ancora in comunicazione, ho reinviato la richiesta di amicizia. Panico...mi ha bloccata ovunque. Sono riuscita a scrivergli sull'unico social ancora attivo, chiedendo quantomeno una spiegazione, ma dopo aver letto il messaggio ed aver aspettato qualche minuto, mi ha bloccata anche lì. Ora, sono leggermente sconvolta perché davvero non riesco a capire la motivazione e avrei bisogno di potermi confrontare con qualcuno. Grazie