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Partner dipendente affettivo
Credo che il mio compagno soffra di dipendenza affettiva nei miei confronti.
Sono una donna di 43 anni con dei bisogni enormi, oceanici da sempre, bisogni che sono "scappati fuori" tutte le volte che mi sono innamorata (parecchie), ovviamente non ho mai potuto dare libero sfogo alla mia "fame" perché aimé non sono mai stata ricambiata fino il mio attuale compagno quindi essendo peraltro molto attraente ho collezionato un infinità di relazioni sessuali mai andate a buon fine.
Tutto questo è durato circa 20 anni finché non ho incontrato lui.
L ho conosciuto un n un momento molto positivo della mia vita dovuto a una lunghissima psicoterapia che mi ha fatto molto maturare, ritrovare la mia moribonda autostima e soprattutto mi ha fatto elaborare le atroci sofferenze e deprivazioni affettive del passato dandomi una consapevolezza profonda di me stessa.
In breve tempo da arrendevole e passiva sono diventata risoluta e combattiva, ho imparato a divertirmi finalmente a ridere, scherzare, dire la mia esprimermi in poche parole ho imparato a godere, cosa che per me era sempre stata lontana anni luce.
Cominciò ad avere molto successo con gli uomini e per la prima volta non per il mio aspetto ma anche per la mia personalità cosa che mi riempie di gioia.
Ma ho scelto lui,.
E la persona più buona del mondo ma ha i suoi problemi.
Dice di amarmi alla follia ma io credo proprio si tratti di dipendenza, percepisco tanta sofferenza in lui dietro la sua facciata di persona solare e divertente.
Ero molto innamorata di lui, ha un anno meno di me è bello e solare e molto passionale proprio come me ma per n breve ha cominciato a manifestare una folle gelosia nei miei confronti e a sospettare di tutti gli uomini a cui dico semplicemente ciao cosa che mi ha causato molta rabbia e frustrazione.
Inoltre sono stata parecchio delusa dalla sua mentalità parecchio tradizionalista e chiusa e mi dispiace dirlo anche borghese e benpensante al contrario di me che sono molto aperta con un forte senso di giustizia fratellanza e uguaglianza.
A causa di queste divergenze abbiamo litigato furiosamente.
Ma queste liti lo hanno ferito profondamente forse più di me perché lo hanno fatto sentire inferiore rispetto a me, un giorno sfogandosi me lo ha detto io l'ho consolato con tutta me stessa provando una tenerezza e una "compassione" infinità.
Il problema e tutto qui: la sua sofferenza mi uccide mi annienta, mi sconvolge l anima fino alle viscere, so che in questa relazione sono io quella che deve dare senza ricevere ma so anche che non riuscirò mai a lasciarlo per soddisfare altrove i miei bisogni.
Mi chiedo: io non sono madre Teresa di Calcutta anzi sono molto tosta e ribelle e se qualcuno mi fa un torto state certi che se ne pentira', quindi cosa mi tiene legata a lui?
Sono dipendente anch'io da lui stesso n un certo senso?
E quale è il mio tornaconto dal momento che è tutta la vita che aspetto un uomo che sia in grado di amarmi profondamente e non in maniera infantile come lui?
Fidarsi? Credere ancora una volta ?
Buongiorno, dopo un anno di relazione con un uomo di 40 anno mio coetaneo scopro che nel mentre ha sempre contattato altre donne nei social, lo lascio nonostante lui nega ci siano stato contatti di persona. Passano 3 mesi e visto la sua insistenza a perdonarlo decido di provare a dare una seconda possibilità, durante i primi giorni di questo riavvicinamento scopro nuovamente che lui sente un’altra donna al loro primo appuntamento mi presento pure io ( lo seguo ). Da lì lo lascio definitivamente senza dargli modi di contattarmi. Dopo diversi mesi( 6 mesi ) dove lui corteggia con fiori e lettere a cui io non do seguito decido di trovarmi a parlare, lui si dice pentito di tutto ciò che ha fatto e che non riesce a stare senza di me. Io riprovo perche lo vedo sincero, per dimostrarmi fiducia lui si toglie da tutti i social e mi lascia libero uso del suo telefono. Dopo due mesi che tutto fila liscio vedo nel suo telefono la cronologia di Maps, guardo e scopro che durante la precedente relazione che avevamo avuto ( l’anno scorso)era andato 5/6 volte nei centri cinesi e nei club Per scambio di coppia . Poi vedo che mentre eravamo mollati e durante gli riavvicinamenti precedenti era andato con molta frequenza di media due volte al mese e questa volta anche ad escort. Solo in questi ultimi due mesi che eravamo tornati assieme aveva smesso. Lo dico a lui e Lui confessa tutto dicendomi che andava perché non era sicuro di me e perché nei momenti di sconforto e bui, e che tutto gli sembra andare storto trovava uno sfogo in quei posti...ma che ora era tornato da me perché convinto di me e che voleva smettere. Ora va da un psicologo Ha fatto 3 sedute e mi dice che è cambiato ma io Mi chiedo può un uomo di 40 anni, cambiare in così poco tempo e sopratutto un uomo scoprire di essere innamorato di una donna dopo due anni che mi frequenta? O io sono solo per ora un ancora di salvezza per lui ma al primo dubbio o problema ritorna a frequentare quel mondo ? Come posso fidarmi e soprattutto Non mi do pace per quello che ho saputo
2 risposte - LeggiProvo schifo verso me stessa quando penso al mio passato
Mi trovo in una bellissima relazione stabile che funziona senza problemi. Mi trovo qui perché, trovandomi così bene con la mia ragazza, mi si è accentuata una specie di "ribrezzo" che provo riguardo il mio passato (lo provavo anche prima di conoscerla e mettermi con lei, ma meno). Non ho mai avuto altre relazioni prima di questa (se non una che non era nemmeno una relazione, avevo 14 anni e avevo conosciuto questa ragazzina su instagram, abitava dall'altra parte dell'Italia e non ci siamo mai nemmeno parlate al telefono), però c'è stato un periodo (16-17-18 anni) in cui mi ero stufata della mia staticità emotiva e cercavo il brivido del sentirsi presi da qualcuno, quindi ho conosciuto varie persone (sempre online, su instagram o tumbler) con cui ho parlato, poi in realtà con queste persone (che massimo saranno state una decina in tutto) ho quasi sempre avuto conversazioni amichevoli e senza doppi fini, per qualche motivo però questa cosa mi perseguita. Mi sento male dentro quando ogni tanto mi ricordo di questa cosa e mi sento angosciata. (L'ultima volta è stata ieri, ho sognato che chiudevo i rapporti con una ragazza conosciuta -senza l'intenzione di conoscere qualcuno a scopo relazionale o altro- su instagram a 14 anni perché ci piacevano le stesse cantanti). La sensazione che provo non riesco a spiegarla, mi sento come se fossi colpevole di aver tradito tutte le cose belle che ho ora con la mia compagna (ora ho 20 anni, ci siamo conosciute qualche mese prima che ne compissi 19). Gliene ho parlato e lei ha detto che assolutamente non ci vede nulla di male nel fatto che io abbia avuto interazioni con altre persone, e concorda con me sul fatto che dipende da qualche mio problema interno. Mi sento male sia riguardo persone con cui ho avuto solo brevi e blande 'amicizie' (sempre online) sia riguardo persone con cui ho parlato (sempre solo per sentirmi emotivamente 'viva') che invece volevano qualcosa da me (non ricambiato). Non riesco a capire per quale motivo mi sento così e quale potrebbe essere il mio problema
2 risposte - LeggiSi possono perdonare tirate di capelli e strattoni?
Salve,
In questi giorni ho chiesto al mio compagno una pausa per uscire da un circolo vizioso in cui siamo finiti da luglio. A luglio, per motivi a parer mio futili (avevo titubanze a farmi il vaccino anticovid e il mio compagno temeva perdessi il lavoro), durante le tre settimane di vacanza, il mio compagno ha iniziato a insultarmi, poi ad alzare e mani tirandomi forte i capelli e strattonandomi ogni giorno. Io, essendo in vacanza con lui, mi sentivo letteralmente in trappola, pertanto ogni giorno e ogni notte di quelle tre settimane ho pianto, nella speranza si rendesse conto che doveva smettere. A fine vacanza, stremata, prenoto la prima dose di vaccino per il 5 settembre e lui mi chiede scusa e si calma. Il primo ottobre, giorno del mio compleanno, sposto la seconda dose dal 3 al 15 perché impossibililtata ad andarci e ricomincia il calvario, che continua stavolta anche dopo la seconda dose. Il tutto sempre di fronte ai nostri due bimbi di 3 e 6 anni, che iniziano ad avere comportamenti di ansia, di insofferenza, di agitazione. Una mattina il bimbo si alza dicendomi che aveva avuto paura che la sera prima suo padre mi ammazzasse (erano stati solo strattoni davanti a lui, poi in un'altra stanza mi aveva anche messo una mano sul collo e mi aveva fatto un po' paura ma nessun male fisico, solo psicologico). Inizio allora, a metà ottobre, un percorso psicologico che porto avanti fino a dicembre, poi a causa del costo troppo elevato e delle sue pressioni affinché lo abbandoni, mi fermo. Una volta sono riuscita a portare anche lui dalla psicologa, ma ne uscì solo più nervoso per aver parlato dell'accaduto. Di nuovo il 19 dicembre mi chiede scusa e io lo perdono, non senza mille dubbi. Mi convinco comunque ad abbandonare il percorso psicologico intrapreso a causa del costo. Intorno a metà febbraio iniziano offese: ogni giorno, fino a fine marzo, mi dice che sono scema e una volta gli scappa detto che meno male di persone come me al mondo ce ne sono poche. Mi altero e gli dico, nel modo più calmo possibile, che sono stufa di tutta questa situazione. Lui all'inizio di arrabbia tantissimo, dice che mi ammazza (per fortuna sono solo parole, non credo lo farebbe mai), mi strattona e mi tira i capelli di nuovo. Va avanti così per alcuni giorni, io persevero dicendogli che non è così che mi riavvicinerà. L'ultima tirata di capelli, l'altro ieri, mi ha fatto un po' male al collo, ma nulla di che, poi però lui ha preso un coltello affilato. Riesco a toglierglielo di mano e nascondo tutti coltelli. Lui inizia a piangere come un bimbo, dice che voleva uccidersi per conto proprio (lo dice davanti ai bimbi e il più grande è dall'altra sera che per reazione si fa la pipì addosso proprio a quell'ora e a me dispiace infinitamente). Adesso continua a piangere, a scrivere messaggi anche molto insistenti, dicendo che la sua vita senza di me è giunta al capolinea, che si ucciderà e che mi ama come nessuno, come mai aveva fatto prima, che cambierà radicalmente. Io sto continuando a chiedergli una pausa per vedere come sto senza di lui, ma lui non accetta nessuna pausa. Come devo comportarmi anche per la pace familiare e per il bene dei bimbi? Lui dice che se lo perdono anche i bimbi smetteranno di soffrire ed è vero probabilmente perché la situazione si placherebbe ma io ho traumi che non riesco a superare ancora, mi passano davanti brutte immagini dell'accaduto, in modo pressoché continuo e chiedergli una pausa per lui non è ammissibile. Cosa devo fare? Devo dargli fiducia e perdonarlo oppure devo insistere sulla mia linea di pensiero? So solo che non avrei mai voluto trovarmi in questa situazione nella vita e che certe cose non avrebbero dovuto succedere, ma forse pretendo troppo. Non lo so, cerco un consiglio sincero da qualche psicologo che ha esperienza di queste cose. Grazie.
P.s. sia chiaro che non ho paura di rimanere sola perché lui non è mai stato un tipo molto presente: ogni domenica si fa le sue gare di pesca e c'è solo il pomeriggio ma di solito, a parte eccezioni, è troppo stanco per venire con me e i bimbi, per cui sono abituata a stare sola e comunque avrei anche altre possibilità di uscire con altre persone, solo che mi dispiace immensamente lasciarlo dato che ci sto insieme da 15 anni e gli voglio tanto bene nonostante tutto.
Ansia incondizionata da giorni
Buonasera, sono uan studentessa e nelle ultime settimane sto avendo sempre più problemi di ansia soprattutto quando mangio per la paura di sentirmi male.
Venerdì sera al ritorno d auna serata con un'amica ho avuto un attacco di panico in autobus con una forte sensazione di vomito e tachicardia.
Da quel momento non sono riuscita ariprendermi del tutto e sono giorni che vivo chiusa in camera con l'ansia di uscire,.
Premetto che vivo in una residenza studentesca e che quindi mi troverei sempre a dover mangiare insieme ad altre persone. Negli ultimi giorni ho quindi cercato di mangiare sempre in stanza cercando di scendere a prepararmi il cibo in orari lontani dal normale per evitare di vedere persone.
Oggi dopo 3 giorni sono riuscita ad intrattenenre una conversazione abbastanza tranquilla ma poco dopo ho ricominciato a sentirmi male, avere una sensazione di vomito, vampate, sudorazione che non va via e mi spinge a chiudermi in stanza.
Ora in questi giorni ritornerò a casa dalla mia famiglia ma ho molta paura di risentirmi male così, perchè non voglio farmi vedere cosi dai miei genitori.
Mi scuso se mi sono dilungata ma avrei bisogno di un consiglio, di come muovermi per riuscire a superare questa brutta situazione che mi sta paralizzando.
Grazie mille
Bisogna chiedere esplicitamente di aver prescritti antidepressivi?
Salve a tutti.
Da poco più di un mese a questa parte ho iniziato ad andare, una volta a settimana, da uno psicoterapeuta, nonostante ne avvertissi già il forte bisogno da molto tempo. Abbiamo fatto un test per delineare il mio profilo psicologico ed eventualmente diagnosticare patologie etc (chiedo scusa per i termini nient’affatto specifici) e lo psicoterapeuta mi ha detto che non è stato rilevato niente di patologico ma tanti atteggiamenti depressivi (cosa che comunque ovviamente sapevo già). Ora, ovviamente so che la prescrizione di farmaci sarebbe compito di uno psichiatra, ma se ce ne fosse bisogno, sarebbe lo psicoterapeuta stesso a indicarmelo? O dovrei chiedere io? Più che altro non so se effettivamente sono nelle condizioni che richiedono l’uso di antidepressivi o cose del genere. Onestamente certe volte sento di stare davvero male e non mi dispiacerebbe affatto avere questo tipo di aiuto, ma forse non sono “a quei livelli”? Lo psicoterapeuta me lo direbbe se lo fossi? O dovrei essere io a chiedere? Grazie per l’attenzione e scusate per il dubbio sciocco
Felicemente fidanzata ma penso al mio ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiMi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra
Salve! Ho un problema con le labbra: mi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra fino a sanguinare. Passo buona parte della giornata con le mani sulla bocca, spesso neanche me ne accorgo, è diventato automatico. Quando tolgo le pellicine lo faccio quasi con "cattiveria" non sono delicata a farlo, arrivo fino a sanguinare e a provare dolore tant'è che a volte non riesco a muovere le labbra per sorridere o per parlare che mi si spaccano e sanguinano ancora. Quando arrivo a sanguinare, non mi fermo se c'è a cora la pellicina la devo strappare sangue o non sangue. Quando però arrivo al dolore, si mi fa male, ma un è male direi quasi piacevole ormai. Se provo a non farlo o mi mangio le unghie o dirigono i denti.
Ho questo problema da un po' di anni ormai; per un certo periodo se c'era un capello in mezzo al viso o in giro da solo lo strappavo quasi sempre, ora mi capita meno spesso. Fino ad un paio di anni fa se avevo crosticine o brufoletti in viso li grattavo via mente ora lo faccio con quelli sulla schiena.
Per un periodo di quasi tre mesi, circa cinque anni fa sono caduta nell'autolesionismo fino ad arrivare a preparare un suicidio che però, fortunatamente non sono mai riuscita a fare, anche se allora volevo.
Adesso ne sono uscita da sola, nessuno sa nulla.
Ad oggi mi capita di avere alcuni momenti in cui sono stesa sul divano a fare nulla o a scuola o comunque in situazioni "normali" e avere attacchi d'ansia suppongo siano, mi batte forte il cuore e respiro un po' corto
Spesso mi capita di pensare ancora al suicidio, a come sarebbe se fossi morta o come starebbero meglio gli altri; in stazione a volte quando sta per arrivare il treno lo fisso e mi avvicino alla linea gialla anche superandola senza però mai buttarmi.
Ho scoperto di avere una amica che è caduta in una lieve depressione e questo mi blocca ancora di più nel parlarne con qualcuno.
Essendo sia alle elementari che alle medie e a volte anche alle superiori, stata presa in giro per diversi motivi, sono molto chiusa ci vuole molto tempo prima che qualcuno riesca ad avere la mia fiducia, e per questo in tutta la vita non ho mai avuto una migliore amica, o un fidanzato o comunque qualcuno che restasse nella mia vita. Tutto ciò mi porta a sentirmi molto spesso sola e non cercata, come non amata e praticamente inutile.
Tra l'altro ho anche un rapporto molto difficile con i miei genitori, diciamo che se dovessi dire che gli voglio bene, non sarebbe un bene da figlio, ma un bene da conoscenti diciamo; non li sento molto genitori, non sono mai stato molto presenti nella mia vita e nonostante mi abbiano dato tutto non mi hanno mai dato l'amore di cui necessitavo.
Con loro non voglio tassativamente parlargiene.
La mia domanda è: la cosa a cui sto pensando è fare diverse vistie quando mi trasferisco tra un po' di mesi, ma fino ad allora come dovrei comportarmi? Cosa devo fare? Cosa mi consiglia? Grazie mille per la vostra risposta
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Perché mia moglie ha bisogno di questa fantasia?
Buongiorno
Mia moglie ed io siamo sposati da 21 anni.
Io no ho 47 e lei 42, abbiamo due figli.
La nostra vita matrimoniale è tutt'ora serena, solo qualche litigio qua e là, i figli crescono e noi stiamo bene insieme.
Sul fronte del sesso ho un dubbio.
Qualche mese fa ho scoperto sul suo cellulare un'applicazione, un po' nascosta, che so essere usata per chattare, la cui presenza mi è parsa strana.
Voglio chiarire che non si è trattato di un controllo motivato da dubbi, mi ha chiesto di tentare di sistemare il suo cellulare in quanto crashava in continuazione.
Senza voler approfondire la questione informatica vi dirò che ho aperto questa app.
Ebbene ho contato una decina di contatti, tutti uomini intorno i 45 anni circa, con i quali scambia frasi molto spinte, erotiche ma anche estremamente "porno".
Dopo la prima gelata di sangue ho cercato di ragionare e pormi domande.
1) Se nascondesse una tresca non sarebbe così ingenua da darmi il suo cellulare rischiando di essere scoperta.
2) Se invece lo avesse fatto apposta per mettermi sotto il naso le mie corna non sapendo in quale altro modo fare?
3) Perché a questi uomini non menziona nessun problema di coppia col quale giustificare il suo comportamento? Perché nelle sue frasi parla solo di sesso spinto fine a sé stesso?
..... è così via.
Non riuscendo a trovare un senso logico apparente in nessuna ipotesi, in quanto non stiamo attraversando nessuna crisi matrimoniale, ho deciso di guardarla negli occhi e chiederle spiegazioni..... tra un misto di sgomento, rabbia e terrore di averla persa senza essermene neppure accorto.
Attimo di sguardi.... poi la spiegazione mi ha lasciato di stucco.
"Non ti sto tradendo... è una mia fantasia, solo una fantasia.... che non avevo il coraggio di dirti".
Una fantasia inconfessabile.
Ovvero si eccita a chattare con perfetti sconosciuti recitando la parte della moglie fedifraga.
Devo dire che, tornando indietro con la memoria, non ha mai cambiato abitudini, non si cura più di prima, non si chiude in bagno per chattare.... non fa tutte quelle cose tipiche dei traditori, tranne usare parecchio il cell.
Ha voluto dimostrarmi che non mi tradisce davvero.
Ha voluto che leggessi integralmente tutte le chat,
ho letto cose molto spinte, cose che facciamo io e lei, non sono un puritano bacchettone.
Ma leggere certe cose rivolte ad altri uomini mi ha turbato molto.
Però devo ammettere che in mezzo a tutte quelle frasi non ho letto nulla che indicasse un suo scontento nei miei confronti, anzi, mi ha più volte descritto come passionale, ma che nonostante questo lei aveva bisogno di tradirmi comunque per dare sfogo alla “troia” che è in lei ( parole scritte da lei).
Ma alle insistense di questi uomini per incontrarla, lei rispondeva sempre con frasi indefinite che lasciavano in sospeso il discorso, senza dire di no e senza dire di si.
Ad un paio di questi, i più insistenti, mesi fa ha scritto che io l'avevo sorpresa e quindi doveva troncare.
È così è stato, vedendo la cronologia ho potuto constatare che con questi due non ha più scritto in effetti.
Insomma, tutto lascia intendere che non mi stia mentendo quando mi dice che è solo un gioco virtuale.
Ovvero che trovi eccitante recitare la parte della fedifraga ma senza esserlo davvero.
Ma adesso mi ritrovo in una condizione stanissima:
Mia moglie vorrebbe il mio benestare per continuare a chattare recitando un ruolo che la eccita e alimenta le sue fantasie virtuali, sostiene inoltre che tale pratica la “accende” e proprio per questo a letto è molto calda con me.
Io mi ritrovo a 47 anni a dover fare i conti con dubbi sulla sua onestà, anche se sembrerebbe tutto vero, ma la gelosia è irrazionale.
Insomma... ho diversi elementi per crederle ma mi sento agitato, come posso non temere che prima o poi tutte queste chat le facciano fare la sciocchezza?
Temp che impedirglielo faccia solo danno.
Grazie mille
Cosa mi succede? Non provo affetto per nessuno
Buonasera, mi trovo a scrivere qui e nn so perché, non per sminuire nessuno ma mi fa sentire una senza speranze ma poi in fondo mi sembra l ultima risorsa.
sono consapevole di nn avere mai avuto una vita "normale" , genitori separati mamma giovane padre quasi del tutto assente e tutte le cazzate che potrei dire, ho paura d farlo solo x giustificarmi,solo x autocompatirmi.
ho sempre creduto d avere il controllo su tutto ma nn e mai stato cosi, ora mi ritrovo quasi sola, ho lasciato da un mese un uomo che mi amava incostantemente da 5 anni perche nn provo piu nulla, ma ne verso lui ne verso nessun altro.
nn ho affetto x nessuno, nn me ne frega d nessuno ne se stanno bene ne se stanno male.
mi sento un mostro, una piccola inutile donna.
Crisi di coppia
Vorrei sapere se la terapia di coppia può essere utile nel momento in cui, il mio partner, dice di amare me ed un'altra donna frequentata durante un momento di crisi. Nel frattempo afferma comunque di volere un figlio da me e che nel suo futuro vede me come compagna di vita. Si può giungere ad una soluzione?
1 risposte - LeggiAiuto non c'è la faccio più
Salve, scrivo qui perchè penso di avere bisogno di aiuto. Ho quasi 24 anni e ho iniziato a soffrire di attacchi di panico a 18. Successivamente è subentrata l'agorafobia/claustrofobia. Dall'anno scorso ho iniziato a stare meglio, ero più tranquilla e uscivo, sempre accompagnata dato che non ho la patente ma almeno riuscivo a stare nei negozi da sola senza avere quei sintomi brutti dii voler scappare. Ho problemi familiari da anni , alcune cose sono cambiate e altre no. Grazie alla psicoterapia, anzi alle dottoresse che mi hanno "seguita" nel corso degli anni (ho cambiato diverse terapie per diversi motivi) ho capito che la mia ansia e i miei attacchi di panico provenivano dopo aver sopportato tante di queste problematiche familiari e sono esplosa. Da dicembre, la situazione con mio fratello (anche lui non sta bene e ha diversi problemi) è andata sempre peggiorando. Mi ha portata all'esasperazione fino a quando un mese fa si è comportato in un modo molto aggressivo con mia madre facendomi provare paura, panico... insomma quelle sensazioni che non provavo da un po'. Non dico che ero convinta di essere guarita completamente ma mi ero resa conto che potevo andare benissimo in un posto e rimanerci quanto volevo...non avevo nessuno di quei sintomi che mi hanno accompagnata in questi anni. Non mi aspettavo di ritrovarmi nella stessa situazione, di avere nuovamente paura e ansia di stare in un negozio. Qual è la differenza di adesso rispetto a qualche anno fa? Che ora non ho la forza di volontà di combattere quei sintomi in quel momento. Mi dico spesso che non ne vale più la pena, che sono arrivata e che non cambierà niente. Queste frasi non mi escono dal nulla in quanto vivo in una realtà molto difficile ed è andata a peggiorare. Non ho voglia nemmeno di trovarmi un ennesimo psicologo/a, ma mi rendo conto di aver bisogno di un supporto. Continuo a guardare le pagine degli psicologi nella mia città e boh non so che fare. Molti li avevo contattati tempo fa e boh non so nemmeno che sto scrivendo. A momenti non mi sento molto lucida ma ciò non toglie che alla base mi reputo una ragazza molto intelligente e razionale. Fatto sta che non so a chi rivolgermi, qualcuno di voi può darmi una mano? Grazie a chiunque risponderà.
1 risposte - LeggiDisturbo ossessivo compulsivo
Buonasera, vi volevo chiedere un consiglio medico per un disturbo ossessivo compulsivo, mio fratello da 5 anni porta sempre delle pietre a casa all'inizio solo la sera ma da 2 anni anche la mattina senza un motivo, o cercato in tutti i modi di farmi spiegare qual'era il motivo ma non mi ha mai risposto e ultimamente sta iniziando a fare altre cose strane, si lava spesso le mani e si mette i vestiti davanti al naso e alla bocca soprattutto quando ci sta il cane vicino, lho portato da uno psichiatra ma lui comunque non gli ha detto perché le porta il dottore pensa sia dovuto al disturbo ossessivo compulsivo e gli ha ordinato il lorazepan 6 gocce la mattina 6 gocce a pranzo e 12 la sera e il daparox 5 gocce la mattina e 5 a pranzo per un mese ma putroppo lui pensa che non ha niente e si rifiuta di fare la terapia ma peggiora e alla fine ho cercato di aiutarlo a modo mio, comunque a preso queste medicine ma non è migliorato e il dottore quando lho chiamato mi ha consigliato di continuare cosi ma non migliora e lui non vuole andare dallo psichiatra cosa mi consigliate di fare? Lui non si rende conto che è ossessionato da queste cose e se continua cosi andrà solo a peggiorare. Non so se la terapia è giusta, e non so se dovrei cambiare psichiatra quindi chiedo a voi se mi potete dare dei consigli grazie aspetto al più presto vostre notizie
1 risposte - LeggiMadre depressa
Salve,
ho 27 anni e sono uscita da poco da diversi disturbi di ansia, depressione e post trauma. Ora sto abbastanza bene, anche se ho ancora difficoltà ad esprimere le emozioni e a volte ho delle crisi di profonda tristezza. Adesso ho mia mamma che ha iniziato a soffrire di depressione. Io non vivo con la mia famiglia, ma in un paese vicino quindi posso andare a trovarli. Il problema è che mia mamma mi aggredisce accusandomi di non aiutarla e di essere anaffettiva, mi dice che penso che sia pazza, ma in realtà niente di tutto questo è vero. Sì, sono un po' fredda, faccio fatica a dire "ti voglio bene" o abbracciarla ma passo molto tempo con lei, le scrivo sempre, ho provato raccontarle la mia esperienza.
Io non riesco a prendermi il carico della sua depressione e della sua aggressività nei miei confronti perché non sto ancora abbastanza bene mentalmente e ho già i miei pesi da portarmi, anche se sono l'unica persona che ha perché i miei sono separati in casa e lei non ha amiche. Sta andando da poco in terapia ma mi ha detto di voler smettere.
Non so cosa posso fare
Grazie in anticipo
Limbo eterno ed estrema indecisione
Buonasera a tutti.
Nell’ultimo mese mi sono ritrovata assieme al mio ex, poco prima di partire per l’estero (cosa che al momento a lui era ignota).
Siamo stati amici, poi quasi fidanzati, poi niente per tre anni e mezzo, senza contatto. Ci siamo lasciati perché, ogni volta che arrivava la fatidica richiesta di “impegnarsi un po’ di più”, lui diceva di non sentirsi pronto, di non voler crescere, di dover pensare al suo futuro e di non potercela comunque fare vista quella che ai tempi era la distanza - nonostante io mi spostassi appena potevo per lui.
Siamo tornati assieme ma lui ha avuto episodi contrastanti, chiedendomi se fossi l’amore della sua vita e poi ritrattando il giorno dopo, avvicinandosi e allontanandosi, mettendo velatamente le mani avanti - cosa che forse ho capito soltanto a posteriori. Ripete che è sicuro che non troverà un’altra come me e che non l’ha trovata, ripete che se siamo qui un motivo c’è, ma è preoccupato per il futuro, perennemente confuso è bloccato dall’idea di una relazione (ha avuto 25 anni di sole frequentazioni e poco più).
Che cosa fare? Mollare la presa?
Ci conosciamo da tanto, a volte penso sia sincero quando dice di non riuscire a bloccarsi.. ripete che anche la madre sostiene che rimarrà per sempre solo (altra velata giustificazione al suo comportamento?), non riesce a dirmi che non prova niente per me ma non contraddice le mie parole “questa volta potrebbe essere l’ultima”.
Che fare? Se c’è amore ci dovrebbe essere la voglia di rischiare, no?
Sostiene che io debba ripartire, vivere la mia vita e fare le mie cose “perché se è destino.. sarà”. Rimarcando sempre e comunque che non crede nell’idea delle relazioni a distanza. Mi sta dicendo fatti la tua vita? Non provo abbastanza per te?
Grazie a chi risponderà.
Senza figli e soffro
Buongiorno
ho 45 anni, non ho avuto figli, ci abbiamo provato (quasi) in ogni modo, ma non ci siamo riusciti. Dopo 5 fecondazioni assistite terminate dopo un aborto, dopo aver tentato il percorso adottivo abbandonato perche non ci sentiamo adatti...ho affrontato prima, durante e dopo diversi percorsi di psicoterapia che mi hanno aiutata molto, abbiamo proseguito la nostra vita, ricalcolato il nostro percorso, fatto e realizzato nuovi progetti... Rimane sempre e comunque quel dolore sordo e profondo, che accetto ma che ogni tanto combatto, e che faccio fatica a lasciare andare... Da quando è nata la nostra nipotina (siamo zii), l'affetto per la nipotina, l'esigenza che ho di vederla e di accudirla (con estrema discrezione e senza invadenza nella sua famiglia) va però a cozzare con il rinnovare il mio senso di inferiorità, di "diversità", di inadeguatezza... perchè io non sono riuscita a dare vita a nessuno...
Non riesco a legare con mia cognata, la mamma della bambina, che conosco da poco tempo perchè è rimasta incinta subito all'inizio della relazione con mio cognato, perchè la invidio... non accetto le parole della sua famiglia che mi dicono "ah ma lei la bambina l'ha desiderata molto...", come se bastasse il desiderio per far accadere i miracoli... non riesco ad accettare che tutto quello che posso fare per questa bambina è essere zia e poi dovermi fare da parte... Mi sento inferiore, mi sento "meno" di mia cognata, mi sento frustrata e vittima di un'ingiustizia... e continuo a perpetuare domande senza risposte, nonostante la meditazione... e cedere alla rabbia o alla tristezza o alla frustrazione in momenti "topici" (riunioni familiari, cerimonie...) perchè io non ho potuto avere figli... Cerco solo un consiglio, un aiuto, un "in questo modi si può soffrire meno", "se fai così puoi non sentirti più inferiore...".
Grazie, vi auguro una buona giornata