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freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiCosa mi succede? Non provo affetto per nessuno
Buonasera, mi trovo a scrivere qui e nn so perché, non per sminuire nessuno ma mi fa sentire una senza speranze ma poi in fondo mi sembra l ultima risorsa.
sono consapevole di nn avere mai avuto una vita "normale" , genitori separati mamma giovane padre quasi del tutto assente e tutte le cazzate che potrei dire, ho paura d farlo solo x giustificarmi,solo x autocompatirmi.
ho sempre creduto d avere il controllo su tutto ma nn e mai stato cosi, ora mi ritrovo quasi sola, ho lasciato da un mese un uomo che mi amava incostantemente da 5 anni perche nn provo piu nulla, ma ne verso lui ne verso nessun altro.
nn ho affetto x nessuno, nn me ne frega d nessuno ne se stanno bene ne se stanno male.
mi sento un mostro, una piccola inutile donna.
Faccio bene a lasciare l'università?
Salve,
Sono le 5:00 di notte ed io non riesco a dormire ! Il pensiero che mi affligge è: devo lasciare o no l'università ?
Ho 23 anni e brevemente cerco di raccontarti la mia storia ! Ho frequentato il liceo classico senza troppi problemi,studiare mi piaceva , andavo bene , i prof mi adoravano,non era pesante passare ore ed ore sui libri e riuscivo anche fare altre attività come ad esempio frequentare una scuola di danza classica ( per ben 13 anni,ho iniziato all'età di 6 anni). Poi,verso il quarto anno di liceo ho iniziato a pensare a cosa poter fare all'università e mi sono convinta giorno dopo giorno di voler diventare un medico così dopo il liceo ho provato il test d'ingresso a medicina con esito negativo. Ho provato altri test lo stesso anno con esito positivo ed ho così deciso di iscrivermi a farmacia perché a livello di esami era la facoltà più affine alle materie del test d'ingresso e quindi dando gli esami di farmacia avrei potuto prepararmi meglio per il test visto che uscendo da un liceo classico la mia preparazione nelle materie scientifiche era molto scarsa. Però forte della convinzione di voler fare il medico,mentre frequentavo il primo anni di università alla Sapienza di Roma,mi sono iscritta anche ad un corso privato di preparazione al test di medicina della durata di un anno intero che ho frequentato con piacere e successo ( in chimica ero la prima della classe). Il primo anno a farmacia é andato bene,ho dato 7 esami e mi piaceva quello che studiavo però ero sempre più convinta di voler fare medicina così l'anno dopo ho riprovato il test con esito ancora negativo ed ho continuato a fare farmacia dando altri 5 esami. Al terzo tentativo finalmente sono riuscita a superare il test di medicina e così ho lasciato farmacia ma non ne ero del tutto convinta perché in quei due anni mi ero appassionata molto ad una nuova materia cioè la chimica che fino ad allora non avevo mai avuto modo di studiare bene,però pensando al futuro e al lavoro che sarei andata a fare mi sono trasferita a medicina ( cambiando anche città ,perché il test è Nazionale e sono finita in Molise,quindi ho dovuto lasciare Roma che adoravo. ) Il primo anno a medicina è stato traumatico,non sono riuscita a fare nemmeno un esame. Ero molto scoraggiata,depressa,triste e demotivata ma grazie ai miei genitori ho deciso di darmi un altra possibilità iniziando il secondo anno a medicina ma come ripetente perché non avendo dato neanche un esame ho dovuto rifare il primo anno. Prima di iniziare di nuovo il primo anno avevo la possibilità di fare esami sia a settembre che a dicembre ma ho saltato entrambee le sessioni così ora sono arrivata alla sessione di febbraio ma non è cambiato nulla. Emotivamente mi sento uno schifo,mi sento una fallita perché ho ripetuto il primo anno,una perdente inconcludente,inoltre non mi piace la città in cui mi sono dovuta trasferire per studiate medicina,qui non ho amici mentre a Roma avevo delle amiche fantastiche e anche una vite sociale al di fuori dell'università,andare a lezione mi pesa sempre di più , i professori non mi piacciono ( mentre alla Sapienza li adoravo e li ascoltavo estasiata) mettermi sui libri è diventato un trauma, passo le giornate con il libro davanti ma senza studiare nemmeno una pagina , mi sento molto male se penso a tutti i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per farmi studiare,a tutti i soldi investiti e a tutta la fiducia che mi hanno dato quindi sono molto depressa anche fisicamente non mi riconosco più ( ho messo su qualche chilo perché per l università sono sempre nervosa e a volte mi sfogo sul il cibo ). Ogni giorno mi alzo con il terrore di affrontare un altro giorno deludente e vado a dormire sempre insoddisfatta perchè non studio niente e dispiaciuta e con un enorme senso di colpa perché sto ingannando i miei. Mi sento tremendamente stupida e incapace perché tra 3 giorno ho l'esame e non ho studiato niente ancora una volta dopo aver fatto così per un intero anno. Così penso che lasciare tutto questo sia la cosa migliore così potrei anche aiutare i miei nell'azienda di famiglia e fare o la commessa nel negozio di mio padre o la cameriera all'agriturismo dei miei. Però ho paura che lasciando l università commetterò l'errore più grande di tutta la mia vita e che un giorno me ne pentiró. Le ragioni che mi hanno spinto a fare medicina sono : aiutare il prossimo a guarire dalla sofferenza o a sentire meno dolore , lavorare in ospedale( che é un ambiente che adoro ) , capire come funziona il corpo umano nei minimi dettagli,prendermi cura degli altri. Ho sempre avuto questo sogno bellissimo da realizzare ,su questo non ho mai avuto dubbi e sono stata sempre convinta e determinata ma ora non è più così e sono sempre più disperata. E non so cosa fare....i miei sarebbero contenti di qualsiasi decisione io prenderó ma la paura di deluderli e deludermi ancora una volta è tanta...
Tu cosa ne pensi ?
Grazie infinite se mi risponderai
Come si deve reagire alle provocazioni?
Ciao a tutti, sono nuova del sito e l'ho trovato molto interessante.
La domanda che volevo porre riguarda un comportamento molto particolare che mi è capitato di riscontrare, nel mio caso, solo in soggetti maschi. In pratica quando parlo con queste persone, una delle quali è mio padre, non si riesce a fare una conversazione diciamo così "seria" in quanto hanno la tendenza a prendere solo in giro. Un esempio: tempo fa ero in sovrappeso e mi sentivo solo dire "allora non dimagrisci", "vedo che sei dimagrita". Poi io ci tengo molto all'abbigliamento, agli accessori e sono molto orgogliosa delle cose che riesco a comprarmi e ad esempio un collega mi prende sempre in giro per questo:"hai la borsa di Amadori" e via dicendo.
Sembrano esempi banali ma con queste persone non riesco proprio a stabilire un dialogo perchè in pratica basano la loro conversazione solo su "sfottò" sulle cose che sanno darmi molto fastidio. Il problema poi è che, se glielo faccio notare, si offendono pure. Mi potete spiegare che cosa sta alla base di comportamenti simili? Devo dire poi che non lo fanno solo con me ma anche con altre persone anche se magari in maniera più blanda. Come si deve reagire a provocazioni del genere? Indifferenza?
Grazie per l'aiuto.
5 anni di relazione felice, poi ho baciato un altro.
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni e sono fidanzata da 5. Io ed il mio ragazzo non abbiamo mai avuto problemi in questi anni, pochi litigi e tanti bei momenti trascorsi insieme. Questa estate però, con gli esami universitari finiti e la prospettiva di un imminente cambio di vita con la laurea e l'inizio di un lavoro, mi sono sentita più libera da una serie di paletti imposti nella mia vita scolastica. Sono uscita di più con le mie amiche e mi sono rifugiata nell'alcol che mi ha regalato quella spensieratezza mai provata prima. In una di queste sere però ho conosciuto un altro ragazzo del mio paese, che ho continuato ad incontrare in diversi locali. Mi sono resa conto che provavo attrazione per questo ragazzo e non più per il mio fidanzato. Ne ho subito parlato con lui perchè riflettendo ho capito che forse ciò che ci teneva uniti era un profondo affetto e l'abitudine. Lui ci è rimasto male e non si sentiva come me. Ho continuato ad incontrare l’altro ragazzo per i locali e una sera mentre parlavamo mi ha dato un bacio a stampo. Ovviamente non ho detto nulla al mio ragazzo e siamo partiti una settimana per le vacanze, piena di litigi sempre per i miei dubbi e dove ho fatto molta fatica a trovare quell'intimità che un tempo era normale. Ho riflettuto tanto sul nostro rapporto e sono arrivata a pensare che forse mi sono accontentata, che tanti lati del suo carattere mi innervosiscono e lui pur di stare con me spesso si trattiene e si adegua alle mie volontà. Tornati dalla vacanza avevo deciso di prendere un periodo di pausa, ma sono arrivati i risultati della TC di suo padre con diagnosi di etp pancreatico al quarto stadio. Lo sconforto della prima settimana è stato enorme, poi dopo aver trascorso due giorni a casa del mio ragazzo, il sabato sera sono uscita con le mie amiche. Distrutta dalla notizia e rendendomi conto di essere bloccata in una situazione più grande di me mi sono lasciata andare un pò con i drink. Alla festa c'era anche l'altro ragazzo al quale avevo detto che ci saremo rivisti a settembre perchè sapevo che mi sarei lasciata. Ci siamo appartati per parlare, ma invece ci siamo baciati. Sul momento mi sembrava una cosa giusta per me, non mi sono sentita in colpa, io che ho sempre sostenuto che il tradimento non è una cosa ammissibile perchè significa non portare rispetto alla persona con cui si sta. Da quella sera questo ragazzo l'ho rivisto una sola volta, sempre in un locale, ed abbiamo parlato. Ho rifiutato un suo invito ad uscire perchè sarebbe troppo. La notte stessa mi ha mandato un messaggio, al quale ho risposto dicendo di lasciarmi in pace e da lì non ci siamo più sentiti. E' un mese ormai che non ho contatti con questo ragazzo ma io non smetto di pensare a quello che è successo. Mi dico che se l'ho fatto un motivo ci sarà, forse al mio ragazzo voglio solo un gran bene. Io l'ho sempre visto come mio futuro marito e padre dei miei figli. Non so come possa essere cambiato tutto in tre mesi. Mi chiedo se lo stress della laurea, il pensiero che tra qualche mese inizierò a lavorare e che la mia vita prenderà un'altra piega possa influire anche sul rapporto di coppia. Avrei bisogno di allontanarmi dal mio ragazzo per capire, ma con suo padre in queste condizioni non mi sento così libera di farlo. Vorrei aspettare un periodo più tranquillo ma so che non ci sarà perchè la situazione sarà sempre peggio. Egoisticamente parlando, vorrei far passare la mia laurea, che è a fine Novembre, per stare io più tranquilla ed affrontare un problema alla volta. Così però mi rendo conto di far star male il mio ragazzo perchè mi vede più distaccata e fa di tutto per farmi sentire più amata, pensando che il problema sia la noia dell'abitudine e non un tradimento. Io mi rendo conto che non gli sto dando le stesse cose che lui dà a me. Mi ritrovo spesso a pensare a quest'altro ragazzo, quando esco lo cerco nei locali dove vado. Lui è un tipo completamente diverso dal mio fidanzato, esce con molte ragazze ed io sono solo una delle tante con cui ha trovato una certa attrazione. La mia paura è che lasciare il mio ragazzo per un tipo come lui, che molto probabilmente a me non pensa nemmeno più, sarebbe l'errore più grande della mia vita. Voglio lasciare il mio ragazzo solo se mi rendo conto di non amarlo più e non per un’altra persona. So anche che questo tradimento pesa tantissimo sulla mia coscienza, vorrei dirglielo perchè fondare un futuro su una bugia non è pensabile per me. Allo stesso tempo ho paura perchè mi ha sempre detto che un tradimento non lo perdonerebbe mai e principalmente gli darei un altro dolore oltre a quello che già sta attraversando. Sono davvero in difficoltà; se non ci fosse stata la notizia di suo padre mi sarei comportata diversamente. Avrei preso una pausa e magari ora starei meglio, ma da quella notizia non mi sono sentita di lasciarlo solo e dargli un altro pensiero. In più so che avrei tutta la mia famiglia contro perché è un ragazzo adorabile e adorato dai miei genitori. Non so come posso fare a capire se gli voglio solo bene o se è solo un periodo di grande confusione che prima o poi passerà. Io sono molto afflitta perchè mi chiedo come mai questi dubbi siano nati proprio ora che la situazione è così complicata; lasciarlo ora significherebbe lasciarlo nel momento del bisogno e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Grazie in anticipo. Cordiali Saluti.
1 risposte - LeggiTest Minnesota
Buonasera,vorrei sapere se è possibile fare il test sopra citato da uno psicologo per poi avere il risultato (premetto,prossima ad arruolarmi e vorrei sapere in anticipo se sono idonea o in caso contrario dove poter migliorarmi) Ringrazio.
1 risposte - LeggiCome gestire un rapporto da amante?
Buonasera, sono l'amante da 2 anni del mio capo che è ovviamente sposato e ha un figlio di 7 anni. La moglie lo ha scoperto da un mese ormai e non gli sta facendo vedere il figlio e lui pensa che allontanandomi completamente dalla sua vita, raggiungerà questo obbiettivo. Cosa posso fare?
1 risposte - LeggiSarei una figlia orribile se non intervengo più e scelgo di andarmene ?
Buona sera , ho 22 anni e ho un fratello di 24 che sta per diventare padre.
I miei genitori sono sposati da 25 lunghissimi anni, mia madre mi racconta sempre di essersi sposata non per amore ma perché non riusciva più a vivere in casa con suo padre dittatore.
Fin da subito mio padre ha dimostrato la sua vera natura . Basti sapere che alla mia nascita e a quella di mio fratello mio padre era ubriaco .
Mio fratello è andato a vivere dalla fidanzata quando aveva appena 19 anni ( lei è molto più grande di lui) da quel momento sono rimasta SOLA. Dico sola perché sono rimasta solo io a fare da “arbitro” nelle loro discussioni (cosa che faccio da quando avevo 9/10 anni, nei loro litigi qualche volta anche violenti (intendo lanci di tutto ciò che trovano )
Sono arrivata ad un punto in cui non riesco più a fare finta di nulla .
Amo mia madre e mio padre ma con il tempo ho capito che non me la sono scelta io questa vita e non merito di dover continuare a subire e digerire i loro problemi .
Sono stanca ma non so che cosa fare dato che economicamente non sono ancora indipendente del tutto ,nessuno dei due vuole andare via di casa ... sono stufa che dopo due o tre giorni tutto torni come se nulla fosse , mia madre ritorna a cucinare de occuparsi di lui perché dice che gli fa pena ( ha provato a parlare con lui una marea di volte quando è sobrio , ma mio padre dice che lui non è un alcolista ).
In una settimana lui beve si è no 3/4 giorni su sette.
Ho passato situazioni fin da bambina in cui lui ubriaco dava spettacolo e mia madre urlava che era stanca e di andarsene e lasciarla vivere in pace che preferirei dimenticare , purtroppo nessuno dei due ha mai preso la deciosione di separarsi . E io sono stanca, di controllare e mettermi allerta quando a mezzanotte lo sento rientrare e cominciare ad urlare , insultare mia madre o mio fratello che non vive più con noi e da qualche anno anche me per un qualsiasi evento capitato che gli torna alla mente.
Ho paura di andarmene un giorno e lasciarli da soli , ( mia madre mi continua a ripetere che è solo per me e mio fratello che ha resistito fino ad ora ..... che non appena io me ne sarò andata lei lo lascerà e verrà via con me) , anche solo il pensiero mi fa sentire un mostro di figlia.
Vorrei essere felice veramente e non vergognarmi più di mio padre è della sua dipendenza .
Non sò più che cosa fare , se continuano a negare l’evidenza e a fare finta che vada tutto bene dove mio padre dorme sul divano e mia madre
Mi sento intrappolata in un circolo vizioso
Buonasera, scrivo perchè sento di avere bisogno si un aiuto esterno.
Ho 27 anni e mi trovo in una condizione particolare. Mi sembra di non avere radici, avendo viaggiato e vissuto in diversi paesi, spostandomi continuamente a partire dai miei 18 anni. Ho fatto esperienze bellissime e imparato molte cose. Però ho anche continuamente lasciato alle spalle luoghi, situazioni e amici.
Da due anni vivo in una nuova città e ho per l' ennesima volta ricominciato da zero.
Qui però mi è successo di fare esperienze deludenti a livello lavorativo, di amicizia e di relazioni. Ora mi trovo ad essere piuttosto sola: le persone del mio passato sono ormail lontane da me perchè io sono cambiata così tanto e per quanto riguarda le persone che incontro nel mio presente, fatico a laciare che si avvicinino a me. Tento di nascondere la mia insicurezza e quindi non mi apro alle persone. Questo mi impedisce di fare nuove amicizie, quando invece ne avrei così tanto bisogno. Più passa il tempo e più la situazione peggiora e vorrei uscire da questo circolo vizioso di insicurezza ma mi sembra impossibile! E tutta la forza e il coraggio che ho avuto fino ad ora, di ricominciare di ripartire dall' inizio sembrano essersi dissolte. Quando incontro persone nuove, mi sembra che loro vedano soltanto la mia insicurezza e la mia solitudine e mi blocco. Come posso gestire la cosa? Da dove posso iniziare?
La mia ragazza si masturba
Salve..non sapevo con chi parlarne e sono finito su questo sito, ultimamente ho un “problema” con la mia ragazza. Più che un vero problema con lei è con me stesso, io le ho detto che se per lei è giusto così non deve farsi problemi ed è una cosa che devo essere io ad accettare, la questione è che non riesco proprio. Siamo fidanzati a distanza, quindi le occasioni per incontrarci non sono molte, ogni 2-3 mesi. Mi ha svelato che ha iniziato a masturbarsi 5-6 mesi fa, e ci sono rimasto molto male, dato che credevo che io fossi “abbastanza” per la sua vita sessuale ma mi sbagliavo, oltretutto il fatto di averlo più scoperto che svelato direttamente da lei ha peggiorato le cose. Cerco di non pensarci e andare avanti, quando poi scopro nuovamente un’altra cosa, cioè che guarda video porno...categoria lesbian. Ho sempre creduto che quando si masturbasse, almeno, pensasse a me, esattamente come capita a me con lei, cosa che mi ha fatto rimanere abbastanza tranquillo, poi lei mi ha detto che si eccitava guardandoli e quindi...non lo so, questa cosa mi turba tantissimo, le ho detto anche tutto questo, come mi sentivo e tutti i miei pensieri al riguardo, compreso il fatto che se per lei è giusto non deve smettere per me. Vorrei parlarne di nuovo con lei, giusto per sfogare questo turbamento che ho, ma non mi sembra il caso di riaffrontare il discorso così a caso. Cosa devo pensare? Come potrei affrontare la cosa? Ci ho pensato e rimugginato sopra tantissimo tempo, ma non riesco comunque ad accettarla la cosa...grazie
2 risposte - LeggiCome superare un disturbo del comportamento alimentare?
Salve, da 2 anni soffro di disturbi del comportamento alimentare. Parlo al plurale perché mi riferisco al binge eating, all’anoressia e alla bulimia.
Penso che durante tutta la mia infanzia non riuscivo a controllare quanto mangiassi e mi abbuffavo, infatti non sono mai stata normopeso. Questi kili di troppo cominciarono a essere un serio problema nell’adolescenza, quando inizia una dieta restrittiva da 1300 calorie al giorno. Comiciai a perdere peso velocemente ed era l’unica cosa che mi importasse. Andavo a dormire pensando a come evitare di mangiare e mi svegliavo con gli stessi pensieri, alla fine arrivai ad assumere 300 calorie al giorno e non mi vennero più le mestruazioni. Quando mangiavo più del dovuto mi capitava mi vomitare tutto, o se non ci riuscivo mi tagliavo per punirmi. Ad un certo punto il mio corpo cedette e cominciò a chiedere cibo, tantissimo cibo. Da lì il binge eating tornò a tormentarmi e ripresi tutti i chili persi, se non di più. Ero/ sono distrutta. Un giorno fui quasi sul punto di farla finita, ma resistetti. In questo momento non so cosa fare, sono grassa oggettivamente, peso almeno 20 kili in più del normale, voglio iniziare una dieta ma quando lo faccio ritorna la fissazzione per le calorie, dimagrisco velocemente e riprendo tutti i kili. Sono stanca di tutto e di tutti. È più facile non esistere che vivere questa vita.
Intanto che lui decide, che faccio?
Buongiorno, ho 45 anni, sposata da venti a cui si possono aggiungere alti 5 anni di fidanzamento col padre dei miei 3 figli. Due mesi fa, dopo altrettanti mesi in cui lo credevo sprofondato in una depressione (insonnia, tristezza, silenzi, ecc.) mio marito confessa che il problema è che "gli piace un'altra" e non sa cosa fare. Se andare o restare. Dice di amarci entrambe ma di essere stato travolto da queste nuove emozioni. Premetto che la nostra vita di coppia non ha mai avuto problemi, c'è sempre stato sesso, dialogo, risate, affetto. Per me l'ovvio tsunami: il crollo delle certezze, la fine della beata fiducia, la paura dell'abbandono, la ricerca di possibili cause. Riesco solo a comprendere che in un periodo di crisi di mezza età, in cui non trovava più stimoli nel lavoro, negli hobby, abbia cercato fuori dalla routine, in cui suppongo abbia incluso anche la nostra relazione, qualcosa di nuovo. Ho fatto da sostegno, gli ho lasciato le porte aperte, quella di casa e quella del mio cuore, ho maturato che da parte mia c'è spazio per il perdono e la voglia di ricominciare. Da parte sua, a parole, anche. Gli ho chiesto quindi per correttezza nei miei confronti, di interrompere la relazione con l'altra almeno finché non prende una decisione e sta in casa con me. Ma.. ma a ogni tentativo di rottura con l'altra ha corrisposto una ripresa, di cui puntualmente mi sono accorta. Ora, stanca delle parole e mancando i fatti, mi sono chiusa nei suoi confronti, per difendermi. Gli ho chiesto di andare in terapia ed ha iniziato. Ma la mia richiesta è: cosa faccio io intanto, cosa deve fare una moglie in stand-by?
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