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Informazioni sul primo consulto con uno psicologo
Salve,
sono una ragazza di 22 anni e vorrei iniziare un percorso di consulenza psicologica, ma non ne sono sicura. So per certo che sarebbe un percorso assolutamente valido (io stessa sono laureata in Psicologia e sto proseguendo negli studi in questo ambito), ma ho mille dubbi sulla praticità della cosa: purtroppo le disponibilità economiche sono ristrette e, in quanto studentessa, pagherei tutte le sedute interamente da sola. Mi sento bloccata e priva di stimoli in questo momento della mia vita, la situazione familiare è delicata e complessa e mi rende incerta e insicura su molte cose. Sento come se le mie esperienze giornaliere mi richiedessero un adattamento continuo, un incessante adeguamento a condizioni sempre nuove ma mai favorevoli, una sorta di continuo coping passivo e non so assolutamente come reagirvi nella pratica. Spesso mi sento sola anche se so per certo che non lo sono e che ho molti elementi positivi, nonostante tutto, nella mia vita, ma vorrei e sento il bisogno di un ''significant other'' che fatico a trovare. Non riesco a vedere come cambiare questo stato di cose nel futuro.
Inoltre, non sono completamente certa di sapere come funzioni effettivamente la pratica dell'intraprendere un percorso psicologico (questo non lo insegnano all'università...).
Ringrazio chiunque risponda e vi auguro buona giornata,
Giulia
Perché si è comportato così?
Buongiorno a tutti.
Due mesi fa conosco un uomo, 9 anni più grande di me,divorziato con una figlia di 12. Abbiamo iniziato a conoscermi, tramite telefonate,messaggi, fino a quando entrambi ci siamo trovati coinvolti ed abbiamo deciso di incontrarci. Ovviamente sin dall'inizio lui ha messo a conoscenza a me della sua situazione, che fa un lavoro che gli occupa molto tempo, e che cmq la sua priorità a tutto è sua figlia. Io non l'ho considerato un problema!
La cosa procede molto bene, lui dice di essere molto preso da me, stessa cosa io, ma entrambi diciamo di viverci la cosa con leggerezza, senza pretese,senza correre... dal primo appuntamento, continuiamo a vederci tutte le sere, mi voleva a cena con lui tutte le sere, trascorrevano del tempo insieme, divano,film..e poi mi riportava a casa, fino a quando una sera mi dice:resti a dormire qui? Ho ceduto e sono rimasta..da quel momento in poi erano più le sere che restavo li,che quelle in cui mi riportava a casa. Un pomeriggio mentre è venuto a prendermi, facendo ma strada per andare a casa sua, si ferma in farmacia,diceva che doveva prendere uno spazzolino nuovo. Torna in macchina e gli spazzolini erano tre, mi dice: uno è mio,uno è tuo e l altro lo cambio a mia figlia. È una cavolata lo spazzolino,ma cmq un gesto particolare.
Continua a procedere tutto a gonfie vele, parlavamo tanto, spesso si proiettava al futuro, faremo questo,quello.. un giorno gli ho parlato di una cosa che desideravo fare e mi ha risposto: ti ci porto, ovunque sia,promesso!
Tutto bello fino a qui!
quando un giorno preso da pensieri relativi al lavoro,che per via della chiusura dovuta al covid, purtroppo da non sottovalutare, l ho sentito distante una giornata intera. Mentre fino al giorno prima ci sentivamo ogni momento,ma io comprendevo la situazione e dicevo domani si riprenderà....
Il giorno dopo succede che ha dei problemi con la figlia che non sta bene, anche quel giorno assente! Per carità, non pretendevo niente, ma almeno avere notizie..niente solo a fine serata risponde al mio msg scusandosi ma che era stato vicino a lei.
....il giorno dopo un suo msg con il buongiorno ed in più...scusami ma è un periodo un po così va avanti da tempo,meglio che ci stacchiamo senno ci attacchiamo ed io non ci sono. Tu non c entri nulla ma mi sembra giusto fermarmi.
Bene, inutile dirlo che mi è crollato il mondo addosso. Soprattutto perché è successo tutto all improvviso e non me lo aspettavo. Aiutatemi a capire perché si sia potuto comportare così? Io non ancora ora non l ho capito. L'altro giorno era il mio compleanno... a mezzanotte i primi auguri me li ha mandati lui. Perché??? Mi manca da morire..
Coppia: forse arrivato al capolinea?
Buongiorno ho 39 anni e tra fidanzamento/matrimonio e 14anni che sto con mia moglie abbiamo anche un figlio di 4 anni e da quando è nato lui (che e il nostro più grande capolavoro) non esiste più una vita di coppia ormai si parla solo dell' bimbo e delle sue necessità vita sessuale pari a 0 quando affronto l argomentazioni con lei banalizza il discorso come se il sesso fosse solo un esercizio fisico e basta e la cosa mi fa arrabbiare anche se cerco sempre di non mostrarlo. Cosa fare?
1 risposte - LeggiRapporto terapeuta-paziente
Buongiorno a tutti.
Sono una ragazza di 22 anni, sono in terapia da 2 anni (ero già stata in terapia con lo stesso terapeuta anni fa).
Sento di voler bene al mio terapeuta e sento che questo sentimento è ricambiato (come se fosse un rapporto padre-figlia).
Sono cresciuta in una famiglia con dei genitori che non sono stati cattivi, so per certo che hanno sempre desiderato il meglio per me e che abbiano usato tutti gli strumenti che avevano a disposizione, ma hanno avuto tante mancanze affettive nei miei confronti. Mi sono sempre stati vicini fisicamente, ma è mancato il sostegno morale, sono mancate le parole, gli abbracci, le carezze, il rispecchiamento, il contenimento...
Sento che il terapeuta ha riempito questi vuoti, le cose che mi dice e che mi riconosce mi fanno tanto piacere, perché so che sono davvero sentite, ma allo stesso tempo mi fanno tanta paura. Ho paura di essere legata più a lui che ai miei genitori, ho paura di non trovare nessun altro che sia in grado di riempire questo vuoti.
Ho paura di non riuscire a interrompere la terapia.
La terapia non è stata tutta in salita, ci sono stati dei momenti davvero difficili, lo psicologo si è preoccupato per me e mi è sempre stato vicino (nel rispetto del setting e dei limiti) con messaggi e parole di conforto che nessuno ha mai avuto per me.
Sono sola, ho qualche amica che vedo saltuariamente, ma si tratta di rapporti superficiali.. no ho mai avuto un ragazzo.
Sento di non aver ancora risolto tutto ciò che mi ha spinto ad andare in analisi, ho raggiunto tante consapevolezze (che in questo momento mi hanno generato molto malessere, so che è normale perché si mi sto facendo carico di cose che avevo rimosso e messo da parte) ma sono molto preoccupata per questo stato depressivo che prima non avevo. Ho bisogno della terapia per uscire da questo stato e per raggiungere i miei obbiettivi nel concreto ma allo stesso tempo sono davvero preoccupata per questo rapporto col terapeuta, ho paura che in questo momento possa farmi più male che bene.
Non so cosa fare, sono molto confusa.
Senso di colpa e ansia nella relazione
Buongiorno vorrei porre un quesito in merito a dubbi e ansie che mi accompagnano ormai da mesi.
Sono una ragazza di 23 anni e sto vivendo una storia d’amore con un ragazzo di 10 anni piú grande di me; siamo stati amici per 2 anni e mi ha aiutata a uscire da una relazione per me disastrosa, in cui l’altra persona si faceva rincorrere e che ad oggi riconosco più come un’ossessione che una vera storia sana. (Premetto che anche in passato ho sempre avuto storie con ragazzi che si facevano rincorrere, che non mi davano certezze e io comunque facevo di tutto pur di stare con loro anche se stavo male alla fine). In seguito al primo lockdown qualcosa è scattato e ho cominciato a uscire con questo mio amico (persona per la quale prima non provavo sentimenti, se non forte amicizia e connessione mentale). Ho vissuto mesi stupendi con lui, è il primo ragazzo che davvero sento che ci tiene a me, che mi fa vivere serena, senza ansie, senza bisogno di capire costantemente cosa provi per me. Insomma tutto quello che ho sempre sognato in una relazione.
Sono stata a casa sua per una settimana e alla fine ho sentito la necessità di tornare a casa mia (dove vivo con i miei genitori e ho tutte le mie cose, libri dell’università ecc) e da lì ho iniziato a domandarmi “se voglio tornare a casa allora significa che mi sono stancata di lui” e ho iniziato ad entrare in un loop di pensieri ansiosi in cui mi chiedevo se quello che provo ora è amore o se non lo amo abbastanza. Ho continuato ad addentrarmi in domande senza risposta rendendomi conto che non si può razionalizzare un sentimento, ma comunque i dubbi e le paure tornavano. Ho iniziato a chiedermi “se una sua smorfia o un lato del profilo del suo viso non mi convince a primo impatto allora non lo amo” “se vedo un ragazzo carino e penso sia carino allora non amo il mio ragazzo” e via dicendo.
Ho letto di un Doc da relazione e mi ritrovo in molti aspetti, ho provato a pensare “non dare peso a pensieri intrusivi, ma goditi il momento quando siete insieme” e in effetti quando succede, poi capisco che l’unico ragazzo che voglio è lui. Che la mia paura non è rimanere sola, nel caso; ma perdere proprio l’unica persona che è in sintonia con me, con i miei valori, con ciò che sento.
Mi sembra di combattere con la mia testa continuamente, perché mi rendo conto che forse sono solo dubbi infondati, eppure poi ho i sensi di colpa per ciò che ho pensato, per aver “mancato di rispetto” ad una persona a cui tengo veramente così tanto.
Mi chiedo quindi.. sono semplice ansie o è un modo per proteggermi da una verità scomoda come quella del disinnamoramento?
Solo scrivere questo mi fa venire un tonfo al cuore, come se sapessi realmente che non è quello il motivo, sento che nel profondo il mio cuore urla che lui è la persona che voglio accanto anche in futuro; per assurdo mi immagino con l’anello al dito con lui. È l’unico ragazzo che davvero mi capisce è l’unico che mi manca appena saluto.
Aggiungo che sono una ragazza che soffre di ansia da sempre.. attacchi di panico durante esami in università ecc.
potrebbero c’entrare i miei genitori? A volte quando litighiamo mio padre tende a dire “guarda che carattere che hai, prima o poi anche lui si stancherà di te e ti lascerà come tutti gli altri”...
non voglio che si rovini nulla, sento di amarlo nel profondo, ma a volte ho paura che aver avuto questi dubbi o pensare che non sia un modello (ho sempre avuto un po’ la tendenza a stare male per un giudizio altrui, mi fissò allora magari su qualche aspetto estetico in viso, ma alla fine non mi viene da guardare altri ragazzi o immaginarmi con altri; se non lui e basta) significa che non lo amo, ma poi lo guardo a volte e mi sento stupida, perché in realtà mi piace esteticamente(anche perché pensandoci bene non ho un prototipo di ragazzo ideale e non c’è nulla di particolare che cambierei in lui), facciamo l’amore e sto bene, davvero.
Sono quasi convinta che dentro di me ci sia un’altra parte che sta cercando di sabotare a tutti i costi una cosa bella finalmente nella mia vita e dall’altro lato ci sono io che combatto con questa parte razionale e cerco di spiegarmi che tutto ciò che dice non è vero, che i sentimenti dicono altro.
Diciamo che mi ritornano le paure di poter ricadere in dubbi e ossessioni di questo tipo appena lo vedró e non voglio, ma automaticamente pensando a questo ci ricado. Come fosse un loop.
Purtroppo non posso pagarmi uno psicologo al momento... spero riusciate ad aiutarmi o a darmi qualche spunto di riflessione o un aiuto per eliminare questo SENSO DI COLPA e ansia continua. Grazie
ADHD o stress?
Salve! Intanto ringrazio per la possibilità e chiedo scusa per eventuali errori di battitura.
Ho un quesito un po' particolare ma cercherò di spiegarmi al meglio.
Il mio compagno (20 anni) da anni ormai è succube di entrambi i genitori, estremamente violenti verbalmente, a volte fisicamente.
È una situazione che anche a me ha creato moltissimo stress ma fortunatamente riesco a sopportare, ma il mio ragazzo negli ultimi mesi è peggiorato, arriva a distrarsi con tutto, balbettare, non riesce a concentrarsi, addirittura non riesce a dormire specie se vi sono discussioni che gli creano forte stress. Quando ha richiesto supporto a livello psicologico, il medico di base ha prescritto la visita con la dicitura "deficit di attenzione" e quindi ADHD. Ciò mi ha lasciato un po' sorpresa, anche perché quando il ragazzo si ritrova in posti positivi (ad esempio a casa mia, o semplicemente lontano dai genitori) è come se non avesse nulla, e lui stesso mi dice spesso che più lontano è, più riesce a focalizzare senza dover occuparsi di mille cose in un attimo che gli creano una fortissima ansia.
Quindi mi chiedevo, è possibile che non sia un deficit ma invece un fortissimo, spaventoso direi, caso di stress? Può la nostra mente "distaccarsi" per riuscire a superare situazioni di questo genere? Grazie per eventuali chiarimenti!
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiCosa mi succede? Non provo affetto per nessuno
Buonasera, mi trovo a scrivere qui e nn so perché, non per sminuire nessuno ma mi fa sentire una senza speranze ma poi in fondo mi sembra l ultima risorsa.
sono consapevole di nn avere mai avuto una vita "normale" , genitori separati mamma giovane padre quasi del tutto assente e tutte le cazzate che potrei dire, ho paura d farlo solo x giustificarmi,solo x autocompatirmi.
ho sempre creduto d avere il controllo su tutto ma nn e mai stato cosi, ora mi ritrovo quasi sola, ho lasciato da un mese un uomo che mi amava incostantemente da 5 anni perche nn provo piu nulla, ma ne verso lui ne verso nessun altro.
nn ho affetto x nessuno, nn me ne frega d nessuno ne se stanno bene ne se stanno male.
mi sento un mostro, una piccola inutile donna.
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Faccio bene a lasciare l'università?
Salve,
Sono le 5:00 di notte ed io non riesco a dormire ! Il pensiero che mi affligge è: devo lasciare o no l'università ?
Ho 23 anni e brevemente cerco di raccontarti la mia storia ! Ho frequentato il liceo classico senza troppi problemi,studiare mi piaceva , andavo bene , i prof mi adoravano,non era pesante passare ore ed ore sui libri e riuscivo anche fare altre attività come ad esempio frequentare una scuola di danza classica ( per ben 13 anni,ho iniziato all'età di 6 anni). Poi,verso il quarto anno di liceo ho iniziato a pensare a cosa poter fare all'università e mi sono convinta giorno dopo giorno di voler diventare un medico così dopo il liceo ho provato il test d'ingresso a medicina con esito negativo. Ho provato altri test lo stesso anno con esito positivo ed ho così deciso di iscrivermi a farmacia perché a livello di esami era la facoltà più affine alle materie del test d'ingresso e quindi dando gli esami di farmacia avrei potuto prepararmi meglio per il test visto che uscendo da un liceo classico la mia preparazione nelle materie scientifiche era molto scarsa. Però forte della convinzione di voler fare il medico,mentre frequentavo il primo anni di università alla Sapienza di Roma,mi sono iscritta anche ad un corso privato di preparazione al test di medicina della durata di un anno intero che ho frequentato con piacere e successo ( in chimica ero la prima della classe). Il primo anno a farmacia é andato bene,ho dato 7 esami e mi piaceva quello che studiavo però ero sempre più convinta di voler fare medicina così l'anno dopo ho riprovato il test con esito ancora negativo ed ho continuato a fare farmacia dando altri 5 esami. Al terzo tentativo finalmente sono riuscita a superare il test di medicina e così ho lasciato farmacia ma non ne ero del tutto convinta perché in quei due anni mi ero appassionata molto ad una nuova materia cioè la chimica che fino ad allora non avevo mai avuto modo di studiare bene,però pensando al futuro e al lavoro che sarei andata a fare mi sono trasferita a medicina ( cambiando anche città ,perché il test è Nazionale e sono finita in Molise,quindi ho dovuto lasciare Roma che adoravo. ) Il primo anno a medicina è stato traumatico,non sono riuscita a fare nemmeno un esame. Ero molto scoraggiata,depressa,triste e demotivata ma grazie ai miei genitori ho deciso di darmi un altra possibilità iniziando il secondo anno a medicina ma come ripetente perché non avendo dato neanche un esame ho dovuto rifare il primo anno. Prima di iniziare di nuovo il primo anno avevo la possibilità di fare esami sia a settembre che a dicembre ma ho saltato entrambee le sessioni così ora sono arrivata alla sessione di febbraio ma non è cambiato nulla. Emotivamente mi sento uno schifo,mi sento una fallita perché ho ripetuto il primo anno,una perdente inconcludente,inoltre non mi piace la città in cui mi sono dovuta trasferire per studiate medicina,qui non ho amici mentre a Roma avevo delle amiche fantastiche e anche una vite sociale al di fuori dell'università,andare a lezione mi pesa sempre di più , i professori non mi piacciono ( mentre alla Sapienza li adoravo e li ascoltavo estasiata) mettermi sui libri è diventato un trauma, passo le giornate con il libro davanti ma senza studiare nemmeno una pagina , mi sento molto male se penso a tutti i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per farmi studiare,a tutti i soldi investiti e a tutta la fiducia che mi hanno dato quindi sono molto depressa anche fisicamente non mi riconosco più ( ho messo su qualche chilo perché per l università sono sempre nervosa e a volte mi sfogo sul il cibo ). Ogni giorno mi alzo con il terrore di affrontare un altro giorno deludente e vado a dormire sempre insoddisfatta perchè non studio niente e dispiaciuta e con un enorme senso di colpa perché sto ingannando i miei. Mi sento tremendamente stupida e incapace perché tra 3 giorno ho l'esame e non ho studiato niente ancora una volta dopo aver fatto così per un intero anno. Così penso che lasciare tutto questo sia la cosa migliore così potrei anche aiutare i miei nell'azienda di famiglia e fare o la commessa nel negozio di mio padre o la cameriera all'agriturismo dei miei. Però ho paura che lasciando l università commetterò l'errore più grande di tutta la mia vita e che un giorno me ne pentiró. Le ragioni che mi hanno spinto a fare medicina sono : aiutare il prossimo a guarire dalla sofferenza o a sentire meno dolore , lavorare in ospedale( che é un ambiente che adoro ) , capire come funziona il corpo umano nei minimi dettagli,prendermi cura degli altri. Ho sempre avuto questo sogno bellissimo da realizzare ,su questo non ho mai avuto dubbi e sono stata sempre convinta e determinata ma ora non è più così e sono sempre più disperata. E non so cosa fare....i miei sarebbero contenti di qualsiasi decisione io prenderó ma la paura di deluderli e deludermi ancora una volta è tanta...
Tu cosa ne pensi ?
Grazie infinite se mi risponderai
5 anni di relazione felice, poi ho baciato un altro.
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni e sono fidanzata da 5. Io ed il mio ragazzo non abbiamo mai avuto problemi in questi anni, pochi litigi e tanti bei momenti trascorsi insieme. Questa estate però, con gli esami universitari finiti e la prospettiva di un imminente cambio di vita con la laurea e l'inizio di un lavoro, mi sono sentita più libera da una serie di paletti imposti nella mia vita scolastica. Sono uscita di più con le mie amiche e mi sono rifugiata nell'alcol che mi ha regalato quella spensieratezza mai provata prima. In una di queste sere però ho conosciuto un altro ragazzo del mio paese, che ho continuato ad incontrare in diversi locali. Mi sono resa conto che provavo attrazione per questo ragazzo e non più per il mio fidanzato. Ne ho subito parlato con lui perchè riflettendo ho capito che forse ciò che ci teneva uniti era un profondo affetto e l'abitudine. Lui ci è rimasto male e non si sentiva come me. Ho continuato ad incontrare l’altro ragazzo per i locali e una sera mentre parlavamo mi ha dato un bacio a stampo. Ovviamente non ho detto nulla al mio ragazzo e siamo partiti una settimana per le vacanze, piena di litigi sempre per i miei dubbi e dove ho fatto molta fatica a trovare quell'intimità che un tempo era normale. Ho riflettuto tanto sul nostro rapporto e sono arrivata a pensare che forse mi sono accontentata, che tanti lati del suo carattere mi innervosiscono e lui pur di stare con me spesso si trattiene e si adegua alle mie volontà. Tornati dalla vacanza avevo deciso di prendere un periodo di pausa, ma sono arrivati i risultati della TC di suo padre con diagnosi di etp pancreatico al quarto stadio. Lo sconforto della prima settimana è stato enorme, poi dopo aver trascorso due giorni a casa del mio ragazzo, il sabato sera sono uscita con le mie amiche. Distrutta dalla notizia e rendendomi conto di essere bloccata in una situazione più grande di me mi sono lasciata andare un pò con i drink. Alla festa c'era anche l'altro ragazzo al quale avevo detto che ci saremo rivisti a settembre perchè sapevo che mi sarei lasciata. Ci siamo appartati per parlare, ma invece ci siamo baciati. Sul momento mi sembrava una cosa giusta per me, non mi sono sentita in colpa, io che ho sempre sostenuto che il tradimento non è una cosa ammissibile perchè significa non portare rispetto alla persona con cui si sta. Da quella sera questo ragazzo l'ho rivisto una sola volta, sempre in un locale, ed abbiamo parlato. Ho rifiutato un suo invito ad uscire perchè sarebbe troppo. La notte stessa mi ha mandato un messaggio, al quale ho risposto dicendo di lasciarmi in pace e da lì non ci siamo più sentiti. E' un mese ormai che non ho contatti con questo ragazzo ma io non smetto di pensare a quello che è successo. Mi dico che se l'ho fatto un motivo ci sarà, forse al mio ragazzo voglio solo un gran bene. Io l'ho sempre visto come mio futuro marito e padre dei miei figli. Non so come possa essere cambiato tutto in tre mesi. Mi chiedo se lo stress della laurea, il pensiero che tra qualche mese inizierò a lavorare e che la mia vita prenderà un'altra piega possa influire anche sul rapporto di coppia. Avrei bisogno di allontanarmi dal mio ragazzo per capire, ma con suo padre in queste condizioni non mi sento così libera di farlo. Vorrei aspettare un periodo più tranquillo ma so che non ci sarà perchè la situazione sarà sempre peggio. Egoisticamente parlando, vorrei far passare la mia laurea, che è a fine Novembre, per stare io più tranquilla ed affrontare un problema alla volta. Così però mi rendo conto di far star male il mio ragazzo perchè mi vede più distaccata e fa di tutto per farmi sentire più amata, pensando che il problema sia la noia dell'abitudine e non un tradimento. Io mi rendo conto che non gli sto dando le stesse cose che lui dà a me. Mi ritrovo spesso a pensare a quest'altro ragazzo, quando esco lo cerco nei locali dove vado. Lui è un tipo completamente diverso dal mio fidanzato, esce con molte ragazze ed io sono solo una delle tante con cui ha trovato una certa attrazione. La mia paura è che lasciare il mio ragazzo per un tipo come lui, che molto probabilmente a me non pensa nemmeno più, sarebbe l'errore più grande della mia vita. Voglio lasciare il mio ragazzo solo se mi rendo conto di non amarlo più e non per un’altra persona. So anche che questo tradimento pesa tantissimo sulla mia coscienza, vorrei dirglielo perchè fondare un futuro su una bugia non è pensabile per me. Allo stesso tempo ho paura perchè mi ha sempre detto che un tradimento non lo perdonerebbe mai e principalmente gli darei un altro dolore oltre a quello che già sta attraversando. Sono davvero in difficoltà; se non ci fosse stata la notizia di suo padre mi sarei comportata diversamente. Avrei preso una pausa e magari ora starei meglio, ma da quella notizia non mi sono sentita di lasciarlo solo e dargli un altro pensiero. In più so che avrei tutta la mia famiglia contro perché è un ragazzo adorabile e adorato dai miei genitori. Non so come posso fare a capire se gli voglio solo bene o se è solo un periodo di grande confusione che prima o poi passerà. Io sono molto afflitta perchè mi chiedo come mai questi dubbi siano nati proprio ora che la situazione è così complicata; lasciarlo ora significherebbe lasciarlo nel momento del bisogno e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Grazie in anticipo. Cordiali Saluti.
1 risposte - LeggiFelicemente fidanzata ma penso al mio ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
Come comportarsi con nostro figlio?
Salve mio figlio 26 è laureato vive e lavora all estero. Da qualche anno è fidanzato con una ragazza anche lei laureata. Ho sempre pensato che avrei accolto la ragazza di mio figlio sapendo che sarebbe dovuta piacere a lui finché un giorno dopo un anno di scomparsa di soldi a casa abbiamo capito che l unica colpevole poteva essere solo lei . Lui la difende e crede solo a lei. È passato un anno da quando abbiamo discusso non sappiamo più cosa fare. Grazie mille se ci risponderete
2 risposte - LeggiMisofobia grave
Buonasera, soffro di una grave forma di doc da contaminazione che mi sta portando a pensieri autolesionisti. Ho paura di entrare a contatto con la saliva altrui, non con i germi ma solo con la saliva. Infatti non ho paura di ammalarmi, ma di "sporcarmi". Questo mi porta ad una vita impossibile, sempre a tenere tutto sotto controllo, a stare attenta a non toccare le superfici ad aver paura di toccare oggetti altrui. Ormai sono relegata in camera mia. Come uscirne?
2 risposte - LeggiNe sono cosciente ma non riesco comunque a smettere di farmi del male
Avverto un cambiamento in me non positivo intrinseco già da tempo. Ho perso il sonno. Dormo solo con le prime luci dell'alba. Potrei saltare pasti interi. Spesso mi limito ad un solo pasto al giorno e quasi sempre in tarda sera. Ho riconosciuto in me periodi di up e down. Cambi repentini d'umore che mi destabilizzano. Nei momenti più critici con me stessa, tendo ad allontanare tutti e sono molto irascibile. Il mio sfogo, la cura dell'animo, é la poesia. Adoro scrivere su carta le mie emozioni. Il problema è che, ormai, anche ciò mi spaventa... Questo è dovuto alle sensazioni che le mie poesie emanano nel lettore. Ogni volta ricevo considerazioni strane. Un esempio più recente con una persona a me estranea:
"Sara, tu mi inquieti. Le tue poesie emanano un senso di vuoto infinito... Tipo buco nero."
Sono scossa. Non so cosa mi sta succedendo. So solo che ho la sensazione di aver dormito, un lungo letargo, ed ora li vedo. Vedo tutto ciò che ho fatto a me stessa e ciò che sto facendo.Vedo i miei errori e ho riconosciuto i miei traumi...Ne sono cosciente. Allora perché non riesco a smettere? Perché non riesco ancora ad uscirne? Continuo a chiedermi se è solo questione di tempo, se è una cosa normale, comune... O se, forse, è qualcosa da esaminare più a fondo... Ma, bene o male, sono ancora qui, no?
Non so cosa pensare. Sono abituata a risolvere sempre da sola.
Lui e le sue amicizie femminili
Buongiorno,
ho conosciuto un uomo con cui è scattata un'ottima intesa e interessamento da ambo le parti. E' una persona molto schiva , all'apparenza molto dura ma che nasconde una spiccata sensibilità che mostra solo a poche persone. Data la situazione covid e vivendo distanti purtroppo ci è per ora non possibile vederci. E' presente quotidianamente, facciamo lunghe telefonate, ci cerchiamo, si apre confidandomi cose dette a poche persone e ha cercato di guadagnarsi la mia fiducia. Al momento io credo alla sua buona fede e sincerità, ma è complessa come persona e della sua difficoltà a lasciare nel passato certe presenze mi interrogo. Quando ci siamo conosciuti non ha molto gradito fossi in contatto col mio ex ( prima di conoscerlo ero ancora presa da lui e ha creduto di essere usato o aveva dubbi sulla mia sincerità) e per brutte esperienze precedenti ( ex di vecchie fiamme che gli han causato problemi) mi disse che se volevo sentirlo non dovevo aver a che fare con lui. Io ho capito le sue paure e ho sospeso i contatti spiegando al mio ex che i miei sentimenti erano mutati. Lui nella sua vita ha avuto una serie di flirt ( alcune irriducibili che ancora si fan vive) solo nei periodi da single forse per riempire la solitudine e dei amori finiti male non per colpa sua . Credo sia una persona che se si innamora sia sincero ma nella sua vita permane almeno una figura femminile del passato che ha causato gelosie con le ex ragazze . Si tratta di un vecchio amore con forte componente fisica , mai divenuta storia seria ma lui ha aiutato questa persona a uscire da una situazione davvero difficile e pericolosa. Lei è legata a lui e si fa sentire quotidianamente , lui è fiero di ciò che ha fatto in passato e dal momento che non ha mai tradito e nulla fa di male non ha assecondato le richieste delle ex ragazze di interrompere questo rapporto. Addirittura gli è stato chiesto di decidere e lui davanti questo aut aut ha diplomaticamente detto che non facendo nulla di male il problema era della fidanzata di quel momento e che se lo riteneva capace di tradire allora di lasciarlo e basta. Io capisco la logica , capisco il punto di vista di chi non fa nulla di male e vuole essere creduto ma capisco pure che una persona del passato verso cui si sa il proprio ragazzo sia stato fortemente attratto che si fa sentire ogni giorno per chiedere come sta in segno di gratitudine da più di 10 anni , che non si è rifatta una vita sentimentale , che lui apprezza e verso cui spende parole di alto apprezzamento ( quasi di unicità) possa essere vista come un impedimento alla formazione di un legame di coppia esclusivo. Alle volte è peggio che di un tradimento fisico perché credo che ciò che abbia scatenato la gelosia nelle passate compagne sia stato il fatto che lui abbia preferito in un certo senso perdere loro che allontanare o ridurre i contatti con questa persona. E' pure strano che questa donna lo contatti con questa frequenza e in così tanti anni non abbia trovato un altro punto di riferimento o non abbia avuto il dubbio di creare ingerenze nelle sue nuove storie. Non mi è parso molto sensibile da parte sua. La riconoscenza è stata più che dimostrata ma scrivere ogni giorno ai miei occhi assume i connotati di un legame in qualche modo che si vuol mantenere esclusivo, posso capire lui ne sia gratificato ma non sembra capire le possibile sofferenze che ciò può causare in una compagna che potrebbe sentirsi esclusa e minacciata da questo passato rivitalizzato. Infatti le altre fidanzate han proprio pensato di non essere le preferite e lui ha detto che così non era e che era un loro pensiero e che pure l'attrazione fisica apparteneva oramai a un passato. Allora perché questa persona è così fondamentale ? Perchè preferisce allontanare le compagne o chiedere di ingoiare questo boccone pur di non interrompere questo contatto ? Posso pensare che dato che ha vissuto ampi periodo da solo con storie serie finite male magari rappresenta una figura sicura ma così rovina i possibili rapport nascenti. Io sento che ci teniamo molto , che potrebbe nascere una bellissima storia , sto cercando di non scadere in gelosie e errori delle altre , ho cercato di capire ma io vengo da una storia precedente andata male perchè il mio lui ha iniziato a guardarsi troppo in giro e fidarsi non è semplice . Si vorrebbe l'esclusiva e se da una parte lui che risponde alle mie domande , che spiega , che cerca di rassicurarmi , che mi racconta della vicenda triste di lei , che mi rivela cose che non molti sanno mi pare sia un segnale che a me ci tenga dall'altra io non credo che sia del tutto normale questo attaccamento da parte di lei. Io non voglio eliminare il suo passato ma ogni volta che sento un apprezzamento a lei un pò sto male . So che lui è molto introverso..che per essere preso seriamente non ha fatto nemmeno un apprezzamento estetico su di me e quando si apre mi dice cose bellissime sul mio modo di essere che considera raro che lui stesso mi ha detto "io non dico molto a parole ..ma non vuol dire che non lo penso..e col tempo dirò tutto ma non parto in quarta". Questo atteggiamento cauto, la mia insicurezza dalla storia precedente, il sentir i complimenti verso questa figura e conoscere la passata attrazione non mi stanno facendo vivere serenamente un periodo stupendo. Non voglio essere inutilmente gelosa e rovinare tutto ma non è troppo legato a una passato ? Non è una ingerenza da ridurre col tempo ? Come ci si dovrebbe comportare i? Perchè questa figura è stata irrinunciabile a costo di far morire di gelosia le ragazze che dice di aver amato davvero ?
Rapporto ambiguo tra madre e figlio
Salve, ho 21 anni e da circa tre anni vivo a casa del mio fidanzato di 25 anni che vive con sua madre (60 anni). Sua madre è un tipo molto strano, una donna eccentrica e piuttosto ignorante ma non mi dilungo sui dettagli della persona, il rapporto con il figlio l'ho sempre trovato molto ambiguo, quasi come se non fosse un rapporto madre-figlio ma piuttosto un rapporto tra coinquilini o amici, ognuno mangia per conto suo, ognuno si fa la spesa per conto suo e in generale, non c'è nessun senso familiare ma ciò che trovo ancora più strano è il fatto che sua madre, porti il suo compagno quasi quotidianamente in casa e anche nel pieno pomeriggio, con noi nella stanza adiacente, va in camera da letto, con la porta semichiusa, lasciando uno spiraglio aperto che lascia intravedere tutto e inizi accese attività sessuali, con gemiti forti, rumori, urla ed esclamazioni esagerate urlando nei dettagli tutto quello che fa e intende fare, consapevolissima che il figlio senta ogni cosa. Nonostante, lui gli abbia detto che non gli piace sentire tali cose la risposta della madre è stata che non gli importa. La cosa continua quasi quotidianamente e si è arrivato al punto che i vicini hanno chiamato la polizia per i rumori forti. Sono preoccupata, il mio fidanzato ne è quasi indifferente e la cosa mi disturba ancora maggiormente. Sua madre ha sempre avuto un approccio piuttosto inquietante verso di lui, con carezze sulle gambe, complimenti sull'estetica e cose del genere. Trovo questa situazione assurda e ribadisco che lui è una persona molto insicura e ho sempre avuto il timore che soffra di disturbi ossessivi compulsivi e penso che sia soprattutto a causa della madre, di questo rapporto ambiguo. Inizio a preoccuparmi sempre maggiormente e a chiedermi perché sua madre vuole così insistentemente far sentire al figlio (e a me) tutta la sua vita sessuale, sono disgustata e inquietata e spesso penso di andare via per via di questa situazione. Cosa fare?
1 risposte - LeggiAiuto: ho fatto bene o no a lasciarlo?
Buona sera,
Scrivo perché credo molto nell'aiuto psicologico.
Sono stata fidanzata con un ragazzo della mia stessa età (entrambi 30enni) per 6 mesi, di cui 5 di convivenza, in cui lui mi parlava di matrimonio, figli... Mentre io molto cauta, perché già mi sembrava di aver fatto ilpasso più lungo della gamba accettando di andare a convivere praticamente subito. In questi mesi abbiamo vissuto una storia bellissima, l'unico punto interrogativo della sua vita era il fatto che non sapeva molto dee sue origini biologiche, visto che è stato adottato quando aveva circa 2 anni. vedendo un film Una sera, film che parlava di adozioni e ritrovamento del protagonista della famiglia d'origine, mi viene in mente di proporgli di fare un post su Facebook relativamente al cercare la sua famiglia d'origine, visto che dopo aver contattato svariate associazioni non era ancora riuscito a ottenere risposte e sopratutto sono stata mossa dalle sue lacrime strazianti non solo durante la visione del film, ma anche e soprattutto quasi ogni settimana relativamente a questa sua storia, quindi gli ho proposto la pubblicazione di questo post. Tra l'idea e la pubblicazione effettiva sono passati dei giorni e Non avrei mai pensato che in meno di un giorno venissimo contattati dalla sua famiglia di origine. Da qui lui super entusiasta e presissimo, tanto da iniziare ad isolarsi sia da me che dalla famiglia adottiva con Videochiamate lunghissime. fatto sta che, nelle ultime due settimane, ha iniziato a essere molto più freddo con me, fino a che ha iniziato a dirmi che ha bisogno dei suoi spazi e dei suoi tempi perché non sa più chi è e non sa come comportarsi con me, che deve viversi la casa da solo, che non sa abituarsi alla nuove abitudini di coppia. Tutto questo è successo dopo una videochiamata tra noi, famiglia d'origine e famiglia adottiva, vedendo lacrime della mamma adottiva e tutti noi italiani un po' sul chi va là. Comunque due settimane dove perlopiù discutevamo per l'esasperazione di questi discorsi relativi al fatto che non sa più chi è e che deve darmi un uomo forte, settimane dove piangevamo insieme, dove il silenzio era quasi da padrone, nonostante per una decina di giorni io abbia fatto finta di nulla e quindi ho continuato a comportarmi come sempre, ma poi sono ceduta anche io restando per lo più in silenzio e sulle mie, perché la sua freddezza era una lancia nel cuore. Fatto sta, due giorni fa, all'ennesima volta che mi ha ripetuto che ha bisogno di spazi e tempo per capire chi è, ho deciso di lasciarlo, dicendogli che lo aspetto. Lui mi ha detto che sono importante e mi ha chiesto tempo, ma sono 2 giorni di silenzio assoluto, anche se dovrò andare a prendere i miei vestiti e sarò costretta a rivederlo. Ora io ammetto che l'ho lasciato perché se ha bisogno di tempo, cosa ci sto a fare io? Però sono combattuta, mi chiedo se ho fatto bene a lasciarlo solo adesso, oppure se dovevo accettare la sua proposta di fare i fidanzatini vedendosi ogni tanto.io lo amo veramente, ma lui non sa nemmeno più cosa prova, perché in questo momento senza lavoro, senza fare tournée con l'orchestra dove suona, senza vedere più gli amici per il covid... Dice che non sa nemmeno più chi è e cosa prova. Ah, ha iniziato un percorso con una psicoterapeuta per ritrovare se stesso, del quale ovviamente non ho chiesto nulla per non collimare con la terapia...
Aiutatemi a capire che devo fare. Grazie mille