Domande e risposte Hai bisogno di un supporto?
Questa sezione non è utilizzabile per cercare di ottenere consulenze gratuite sfruttando la generosità dei professionisti. Non esistono soluzioni in tre righe alla tua vita. E ricevere una risposta non significa "essere andati" da uno psicologo. Se desideri una consulenza psicologica contatta i professionisti per un appuntamento in studio o via webcam. É la cosa più seria e credibile da fare, vedrai che ne varrà la pena.

Amore senza innamoramento iniziale
Premetto che soffro di doc.
Vivo una relazione da ben 15 anni, ma della mia attuale compagna non ho provato una vera e propria fase di innamoramento, ma piuttosto ho cominciato a provare amore col tempo.
Ho letto su internet, che per stabilire le basi dell'amore c'e bisogno di aver attraversato l'innamoramento. Io amo la mia compagna, ma mi sto creando una vera e propria ossessione su questo. Vorrei gentilmente un parere dello psicologo.
Grazie
Fantasie sessuali e confusione
Buongiorno, mi rivolgo a voi in cerca di un primo consulto e di un indirizzamento presso lo specialista più adeguato al mio caso.
Da diversi anni soffro di ansia e di fantasie intrusive relative alla mia sessualità.
In questi ultimi mesi la cosa si è fatta sempre più pesante e debilitante e non riesco più a fare nulla... in più con la mia ragazza stiamo per comprare casa e iniziare una vita insieme.
Tutto è iniziato anni quando per un periodo ho visionato materiale pornografico di fumetti di donne con peni.
Inizialmente ci trovavo solo una perversione, ma da li ho cominciato a chiedermi se ciò non potesse nascondere una qualche omosessualità, magari repressa inconsciamente (in quel periodo fantasticai anche di avere una ragazza ermafrodite...).
Da quel momento è stato un continuo calvario di rimuginazioni e pensieri che mi hanno condotto ad avere anche l'impulso a praticare fellatio o a baciare uomini.
Non ho mai avuto interesse negli uomini e sono sempre stato innamorato delle donne, ma questa situazione mi sta massacrando (a tal punto da credere che il suicidio possa essere una via di fuga...).
Le domande che mi pongo soprattutto è: mi piacciono ancora quelle immagini?
Andrei a letto con uomo o con un trans?
Pero non riesco a trovare una risposta a tutto ciò e mi sento umiliato...
Chiedo quindi a voi specialisti cosa possa avermi spinto a visionare quelle immagini e cosa possa suscitare in me tanta confusione e a quale specialista dovermi rivolgere.
Il mio ragazzo mi ha dato uno schiaffo
Buongiorno, sono un ragazza di 24 anni fidanzata da 2 anni e 4 mesi. Ieri è successa una cosa che mi ha del tutto scombussolata e mi ha provocato un enorme dolore. Parlavo con il mio fidanzato, alzo la voce perché non ero d'accordo su un argomento e lui istintivamente mi tira uno schiaffo. Non è stato un ceffone, non mi ha provocato dolore fisico, ma il gesto mi ha provavo un dolore psicologico immenso. Dovevo dormire da lui era tardi, quindi gli dico che aveva fatto una cosa gravissima e poi mi chiudo in me stessa, mi giro dall'altra parte del letto cercando di addormentarmi il prima possibile per non pensarci. Lui all'inizio mi dice che non era niente di grave, qualche ora dopo mi dice un semplice "scusa" ma io nemmeno rispondo. Mi sveglio la mattina ed esco subito mente lui dorme, gli mando un messaggio per cercare di fargli comprendere quanto dolore mi avesse provocato ma, in maniera del tutto inaspettata, Inizia a dirmi che non si sente il colpa, che era solo un "buffetto" , che volevo solo fare la vittima e quindi meglio lasciarci. La nostra relazione andava a gonfie vele, un amore profondissimo e pieno di rispetto, non riesco davvero a capire cosa sia successo....la cosa che mi dà più dolore è che lui non è pentito anzi, pensa che io sia del tutto esagerata. Noi donne siamo ormai tartassate (per fortuna) da articoli, pagine, servizi, programmi per evitare di cadere in amori tossici e violenze Fisiche e questo mi dà angoscia perché viene sempre detto "scappate" al primo schiaffo. Ma mi sembra così assurdo.... è sempre stato un ragazzo premuroso, educato, amorevole, dolcissimo,mai me lo sarei aspettato da lui.
Cosa importante, in passato sono stata vittima di un uomo che mi provocato violenza psicologica, mi ha stalkerata per anni, minacciata, sono anche stata vittima di Revenge porn quando ancora non era ritenuto reato. Quando è successo ero un'adolescente e la paura/vergogna mi ha fatto rimanere in silenzio. Oggi è il mio più grande ripianto perché lui non è mai stato punito per nulla. Ma da quella esperienza sono diventata molto più consapevole e attenta a qualsiasi tipo di violenza di genere, è una battaglia che Porto nel cuore. Adesso mi ritrovo a dover combattere con questi forte dolore. La persona che fino a 1 giorno fa ritenevo la mia anima gemella ha fatto proprio quello che io cerco di combattere, e il fatto che non sia consapevole della gravità del suo gesto mi fa paura. Da una parte ho tanta ansia di ritrovarmi in una seconda relazione tossica e mi dico "lascialo senza pensarci" ma dall'altra penso se davvero voglio buttare due anni di amore profondo per un singolo gesto. Non so cosa fare, non se forse sono esagerata perché ho vissuto un trauma in passato o se sono solo più consapevole e attenta. Cosa fare ? Da uno schiaffo si può definire un uomo violento dimenticato tutto il bene che mi dato in questi anni?
Non avere una relazione a 21 anni
Buongiorno
Sono una ragazza di 21 anni e non riesco ad essere del tutto felice poiché a questa età non ho mai avuto una relazione e non riesco a convivere con questo peso, essendo circondata da persone e amiche fidanzate. Come vivere in modo più "leggero"?
Genitori oppressivi
Ho 31 anni, lavoro e vivo con i miei, quindi una presenza costante. Mia madre, soprattutto, è oppressiva e sempre cerca di farmi sentire in colpa su tutto o mi svaluta, come ad esempio quando parlo di cambiare lavoro e uscire di conseguenza dall'azienda di famiglia. Lo stesso atteggiamento lo manifesta anche nei confronti di mio padre. Arriviamo al dunque, da qualche mese sono insieme con un ragazzo dal passato difficile, non per l'uso di sostanze o per qualche dipendenza, ma per qualche rissa allo stadio o per questioni politiche, guai comunque che riguardano 10 anni fa. Lui mi fa sentire amata, mi coccola, fa di tutto veramente per rendermi felice, i miei genitori però non lo accettano e perciò preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia e pensare che sia solo un amico. C'è stata una discussione accesa con loro riguardo a ciò e mi hanno definito una stupida e che si vergognano che io frequenti una persona così anche perché mio fratello è nelle forze dell'ordine (ulteriore motivo per cui si vergognano di tale ragazzo) e volevano perciò che lo lasciassi perdere. Però per una volta questo non gliel'ho permesso e continuo a frequentare questo ragazzo, la cosa più brutta è non potermi vivere questa storia con serenità perché loro me la fanno pesare, a quasi 32 anni non mi permettono nemmeno di dormire a casa sua. Naturalmente per installarmi i soliti sensi di colpa mia madre mi ha detto che se sente chiacchere sul fatto che io sia fidanzata con tale soggetto lei se ne va di casa, oppure mi ha accusato di essere la causa dei suoi malesseri fisici. Posso capire la preoccupazione di un genitore, ma non sarebbe ora che nel caso sbagliassi, questo dipenda da una scelta solamente mia?!
Mi manca l'aria e l'ansia è una presenza costante nelle mie giornate, non ce la faccio più, mi sento inutile nonostante la mia età.
Solitudine e desiderio
Buongiorno
Ho 27 anni e sono un'infermiera.
A Marzo 2020, dopo 9 mesi di missione in Madagascar, sono dovuta rientrare in Italia lasciando così dall'altra parte del mondo il ragazzo di cui sono innamorata.
A causa del Coronavirus tutte le procedure burocratiche messe in atto per permettergli di trasferirsi in Italia sono state bloccate e, ad oggi, è quasi un anno che siamo lontani.
Ci sentiamo poco per problemi logistici e di connessione.
Se penso al mio futuro lo sogno accanto a lui ma, in questo momento, mi seno terribilmente sola.
Percepisco un vuoto interiore che vorrei colmare con la fisicità di un altro uomo, sento spesso il desiderio di avere un rapporto sessuale con qualcuno o forse semplicemente di ricevere affetto e attenzioni.
La mia quotidianità lavorativa non mi aiuta e l'impossibilità di avere contatti con il mondo esterno, per via di questa terribile pandemia, mi fa sentire ancora più sola.
Conosco le reali sofferenze umane e so bene che i miei problemi, a conforto, sono effimeri, ma oggi sento solo un gran bisogno di piangere.
Come posso superare tutto ciò?
E.
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiCosa mi succede? Non provo affetto per nessuno
Buonasera, mi trovo a scrivere qui e nn so perché, non per sminuire nessuno ma mi fa sentire una senza speranze ma poi in fondo mi sembra l ultima risorsa.
sono consapevole di nn avere mai avuto una vita "normale" , genitori separati mamma giovane padre quasi del tutto assente e tutte le cazzate che potrei dire, ho paura d farlo solo x giustificarmi,solo x autocompatirmi.
ho sempre creduto d avere il controllo su tutto ma nn e mai stato cosi, ora mi ritrovo quasi sola, ho lasciato da un mese un uomo che mi amava incostantemente da 5 anni perche nn provo piu nulla, ma ne verso lui ne verso nessun altro.
nn ho affetto x nessuno, nn me ne frega d nessuno ne se stanno bene ne se stanno male.
mi sento un mostro, una piccola inutile donna.
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Faccio bene a lasciare l'università?
Salve,
Sono le 5:00 di notte ed io non riesco a dormire ! Il pensiero che mi affligge è: devo lasciare o no l'università ?
Ho 23 anni e brevemente cerco di raccontarti la mia storia ! Ho frequentato il liceo classico senza troppi problemi,studiare mi piaceva , andavo bene , i prof mi adoravano,non era pesante passare ore ed ore sui libri e riuscivo anche fare altre attività come ad esempio frequentare una scuola di danza classica ( per ben 13 anni,ho iniziato all'età di 6 anni). Poi,verso il quarto anno di liceo ho iniziato a pensare a cosa poter fare all'università e mi sono convinta giorno dopo giorno di voler diventare un medico così dopo il liceo ho provato il test d'ingresso a medicina con esito negativo. Ho provato altri test lo stesso anno con esito positivo ed ho così deciso di iscrivermi a farmacia perché a livello di esami era la facoltà più affine alle materie del test d'ingresso e quindi dando gli esami di farmacia avrei potuto prepararmi meglio per il test visto che uscendo da un liceo classico la mia preparazione nelle materie scientifiche era molto scarsa. Però forte della convinzione di voler fare il medico,mentre frequentavo il primo anni di università alla Sapienza di Roma,mi sono iscritta anche ad un corso privato di preparazione al test di medicina della durata di un anno intero che ho frequentato con piacere e successo ( in chimica ero la prima della classe). Il primo anno a farmacia é andato bene,ho dato 7 esami e mi piaceva quello che studiavo però ero sempre più convinta di voler fare medicina così l'anno dopo ho riprovato il test con esito ancora negativo ed ho continuato a fare farmacia dando altri 5 esami. Al terzo tentativo finalmente sono riuscita a superare il test di medicina e così ho lasciato farmacia ma non ne ero del tutto convinta perché in quei due anni mi ero appassionata molto ad una nuova materia cioè la chimica che fino ad allora non avevo mai avuto modo di studiare bene,però pensando al futuro e al lavoro che sarei andata a fare mi sono trasferita a medicina ( cambiando anche città ,perché il test è Nazionale e sono finita in Molise,quindi ho dovuto lasciare Roma che adoravo. ) Il primo anno a medicina è stato traumatico,non sono riuscita a fare nemmeno un esame. Ero molto scoraggiata,depressa,triste e demotivata ma grazie ai miei genitori ho deciso di darmi un altra possibilità iniziando il secondo anno a medicina ma come ripetente perché non avendo dato neanche un esame ho dovuto rifare il primo anno. Prima di iniziare di nuovo il primo anno avevo la possibilità di fare esami sia a settembre che a dicembre ma ho saltato entrambee le sessioni così ora sono arrivata alla sessione di febbraio ma non è cambiato nulla. Emotivamente mi sento uno schifo,mi sento una fallita perché ho ripetuto il primo anno,una perdente inconcludente,inoltre non mi piace la città in cui mi sono dovuta trasferire per studiate medicina,qui non ho amici mentre a Roma avevo delle amiche fantastiche e anche una vite sociale al di fuori dell'università,andare a lezione mi pesa sempre di più , i professori non mi piacciono ( mentre alla Sapienza li adoravo e li ascoltavo estasiata) mettermi sui libri è diventato un trauma, passo le giornate con il libro davanti ma senza studiare nemmeno una pagina , mi sento molto male se penso a tutti i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per farmi studiare,a tutti i soldi investiti e a tutta la fiducia che mi hanno dato quindi sono molto depressa anche fisicamente non mi riconosco più ( ho messo su qualche chilo perché per l università sono sempre nervosa e a volte mi sfogo sul il cibo ). Ogni giorno mi alzo con il terrore di affrontare un altro giorno deludente e vado a dormire sempre insoddisfatta perchè non studio niente e dispiaciuta e con un enorme senso di colpa perché sto ingannando i miei. Mi sento tremendamente stupida e incapace perché tra 3 giorno ho l'esame e non ho studiato niente ancora una volta dopo aver fatto così per un intero anno. Così penso che lasciare tutto questo sia la cosa migliore così potrei anche aiutare i miei nell'azienda di famiglia e fare o la commessa nel negozio di mio padre o la cameriera all'agriturismo dei miei. Però ho paura che lasciando l università commetterò l'errore più grande di tutta la mia vita e che un giorno me ne pentiró. Le ragioni che mi hanno spinto a fare medicina sono : aiutare il prossimo a guarire dalla sofferenza o a sentire meno dolore , lavorare in ospedale( che é un ambiente che adoro ) , capire come funziona il corpo umano nei minimi dettagli,prendermi cura degli altri. Ho sempre avuto questo sogno bellissimo da realizzare ,su questo non ho mai avuto dubbi e sono stata sempre convinta e determinata ma ora non è più così e sono sempre più disperata. E non so cosa fare....i miei sarebbero contenti di qualsiasi decisione io prenderó ma la paura di deluderli e deludermi ancora una volta è tanta...
Tu cosa ne pensi ?
Grazie infinite se mi risponderai
5 anni di relazione felice, poi ho baciato un altro.
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni e sono fidanzata da 5. Io ed il mio ragazzo non abbiamo mai avuto problemi in questi anni, pochi litigi e tanti bei momenti trascorsi insieme. Questa estate però, con gli esami universitari finiti e la prospettiva di un imminente cambio di vita con la laurea e l'inizio di un lavoro, mi sono sentita più libera da una serie di paletti imposti nella mia vita scolastica. Sono uscita di più con le mie amiche e mi sono rifugiata nell'alcol che mi ha regalato quella spensieratezza mai provata prima. In una di queste sere però ho conosciuto un altro ragazzo del mio paese, che ho continuato ad incontrare in diversi locali. Mi sono resa conto che provavo attrazione per questo ragazzo e non più per il mio fidanzato. Ne ho subito parlato con lui perchè riflettendo ho capito che forse ciò che ci teneva uniti era un profondo affetto e l'abitudine. Lui ci è rimasto male e non si sentiva come me. Ho continuato ad incontrare l’altro ragazzo per i locali e una sera mentre parlavamo mi ha dato un bacio a stampo. Ovviamente non ho detto nulla al mio ragazzo e siamo partiti una settimana per le vacanze, piena di litigi sempre per i miei dubbi e dove ho fatto molta fatica a trovare quell'intimità che un tempo era normale. Ho riflettuto tanto sul nostro rapporto e sono arrivata a pensare che forse mi sono accontentata, che tanti lati del suo carattere mi innervosiscono e lui pur di stare con me spesso si trattiene e si adegua alle mie volontà. Tornati dalla vacanza avevo deciso di prendere un periodo di pausa, ma sono arrivati i risultati della TC di suo padre con diagnosi di etp pancreatico al quarto stadio. Lo sconforto della prima settimana è stato enorme, poi dopo aver trascorso due giorni a casa del mio ragazzo, il sabato sera sono uscita con le mie amiche. Distrutta dalla notizia e rendendomi conto di essere bloccata in una situazione più grande di me mi sono lasciata andare un pò con i drink. Alla festa c'era anche l'altro ragazzo al quale avevo detto che ci saremo rivisti a settembre perchè sapevo che mi sarei lasciata. Ci siamo appartati per parlare, ma invece ci siamo baciati. Sul momento mi sembrava una cosa giusta per me, non mi sono sentita in colpa, io che ho sempre sostenuto che il tradimento non è una cosa ammissibile perchè significa non portare rispetto alla persona con cui si sta. Da quella sera questo ragazzo l'ho rivisto una sola volta, sempre in un locale, ed abbiamo parlato. Ho rifiutato un suo invito ad uscire perchè sarebbe troppo. La notte stessa mi ha mandato un messaggio, al quale ho risposto dicendo di lasciarmi in pace e da lì non ci siamo più sentiti. E' un mese ormai che non ho contatti con questo ragazzo ma io non smetto di pensare a quello che è successo. Mi dico che se l'ho fatto un motivo ci sarà, forse al mio ragazzo voglio solo un gran bene. Io l'ho sempre visto come mio futuro marito e padre dei miei figli. Non so come possa essere cambiato tutto in tre mesi. Mi chiedo se lo stress della laurea, il pensiero che tra qualche mese inizierò a lavorare e che la mia vita prenderà un'altra piega possa influire anche sul rapporto di coppia. Avrei bisogno di allontanarmi dal mio ragazzo per capire, ma con suo padre in queste condizioni non mi sento così libera di farlo. Vorrei aspettare un periodo più tranquillo ma so che non ci sarà perchè la situazione sarà sempre peggio. Egoisticamente parlando, vorrei far passare la mia laurea, che è a fine Novembre, per stare io più tranquilla ed affrontare un problema alla volta. Così però mi rendo conto di far star male il mio ragazzo perchè mi vede più distaccata e fa di tutto per farmi sentire più amata, pensando che il problema sia la noia dell'abitudine e non un tradimento. Io mi rendo conto che non gli sto dando le stesse cose che lui dà a me. Mi ritrovo spesso a pensare a quest'altro ragazzo, quando esco lo cerco nei locali dove vado. Lui è un tipo completamente diverso dal mio fidanzato, esce con molte ragazze ed io sono solo una delle tante con cui ha trovato una certa attrazione. La mia paura è che lasciare il mio ragazzo per un tipo come lui, che molto probabilmente a me non pensa nemmeno più, sarebbe l'errore più grande della mia vita. Voglio lasciare il mio ragazzo solo se mi rendo conto di non amarlo più e non per un’altra persona. So anche che questo tradimento pesa tantissimo sulla mia coscienza, vorrei dirglielo perchè fondare un futuro su una bugia non è pensabile per me. Allo stesso tempo ho paura perchè mi ha sempre detto che un tradimento non lo perdonerebbe mai e principalmente gli darei un altro dolore oltre a quello che già sta attraversando. Sono davvero in difficoltà; se non ci fosse stata la notizia di suo padre mi sarei comportata diversamente. Avrei preso una pausa e magari ora starei meglio, ma da quella notizia non mi sono sentita di lasciarlo solo e dargli un altro pensiero. In più so che avrei tutta la mia famiglia contro perché è un ragazzo adorabile e adorato dai miei genitori. Non so come posso fare a capire se gli voglio solo bene o se è solo un periodo di grande confusione che prima o poi passerà. Io sono molto afflitta perchè mi chiedo come mai questi dubbi siano nati proprio ora che la situazione è così complicata; lasciarlo ora significherebbe lasciarlo nel momento del bisogno e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Grazie in anticipo. Cordiali Saluti.
1 risposte - LeggiFelicemente fidanzata ma penso al mio ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
Epilessia notturna (rolandica)
Salve, mio figlio di 10 anni soffre di una forma di epilessia che si scatena con l’addormentamento. Ha avuto la prima crisi a 7 anni, più altre dopo un anno e mezzo ma in forma leggera(con bocca storta e difficoltà a parlare) ora invece sono due mesi che le ha più frequentemente, con scatti del volto e salivazione eccessiva. Ha fatto già le visite, è un epilessia che sparirà con la crescita e che non comporta modifiche nella sua quotidianità, ma psicologicamente il momento della sera è diventato un po’ stressante. Io sono sempre in camera sua mentre si addormenta e resto per alcuni minuti, poi quando tutto è a posto vado a letto e accendo la telecamerina per controllarlo. Ormai le gestiamo bene le crisi, perché passano da sole e non dobbiamo fare nulla, lui sa che sta bene, ma a volte prima di andare a dormire gli viene un po’ il respiro pesante, come quando uno è in ansia e non riesce a fare il respiro profondo. Noi lo tranquillizziamo sempre, lui poi quando accade non riesce a parlare o a muoversi ma è cosciente.. come si può gestire questa ansia? Io prendo i fiori di Bach e a volte li do anche a lui
Grazie
Troppo tempo nella mia testa
Salve a tutti, sono una ragazza di 22 anni. Nella vita mi mostro come una persona serena, gioiosa, sicura di quello che fa e che è. So che in parte è così, quello di cui sono sempre stata fiera è che, quando esco di casa, non porto i miei problemi con me. Tuttavia nell’ultimo periodo, avendo avuto tanto tempo per stare con me, ascoltarmi, capirmi, mi sono resa conto che, in realtà, questa serenità è in buona parte apparente.
Il problema principale sono i miei pensieri: penso troppo, sempre alle stesse cose, credo di essere ansiosa. A volte, sveglia da poco, già sento nella mia testa un’enorme confusione. Penso a me stessa, al mio aspetto, alle mie qualità, alle mie capacità, a cosa pensino gli altri di me, alle relazioni passate (penso sempre che ci sia qualcosa che ho sbagliato io). Spesso arrivo a dubitare del mio valore e della mia intelligenza, mi sento inutile e stupida e credo che altri abbiano qualità migliori delle mie. L’unica mia reazione è il pianto, lungo. A volte i miei familiari mi sorprendono in queste condizioni e provo imbarazzo, perché credo che non dovrei soffrire dal momento che ho tutto nella vita. Non riesco proprio ad accettare di essere così.
Questo stato di allerta continua riguarda anche il rapporto con il cibo: rifiuto ogni cosa che possa farmi male, a volte dopo aver mangiato mi sento in colpa e penso quanto possa nuocere al mio aspetto fisico quello che ho appena mangiato.
A casa, e non solo, assumo spesso comportamenti impulsivi: se le cose non vanno come vorrei, mi disturba. Mi innervosisco facilmente. La mia famiglia mi ripete spesso che devo controllarmi e gestire la mia rabbia. Il problema è che non so cosa possa generarla, ma comincio a pensare che sia legata a questa necessità di tenere tutto sotto controllo. Io me ne dispiaccio, non prendo questo comportamento alla leggera, ci sto male. Vorrei migliorare, ma non so come fare. Quando mi arrabbio con mia madre, soprattutto, lei si innervosisce ulteriormente, mi insulta. So che è una reazione momentanea, ma ci resto male per due ragioni: per ciò che mi dice e per avere la responsabilità di averla provocata.
A questo si aggiunge anche il modo in cui porto avanti ogni tipo di relazione: ho capito di avere molta paura di aprirmi con amici, eventuali ragazzi. Spesso credo di disturbare l’altro, non ho il coraggio di farmi sentire. Vorrei sentirmi meno pressata, invece percepisco sempre questa pressione mista a imbarazzo. Mi sento ridicola. Magari gli altri possono interpretare questo atteggiamento in maniera errata, ritenermi altezzosa.
Mi capita di immaginare eventuali situazioni e pensare cosa potrei dire e/o fare. Mentre prima lo facevo senza problemi, accettando che sono così, ora credo sia controproducente. Idealizzo così tanto delle situazioni che finisco per restarne delusa.
Quest’ultima cosa mi capita in particolar modo da quando, a 17 anni, è finita la mia prima relazione. Ho sofferto molto, ho avuto paura che nessuno potesse più volermi bene, apprezzarmi. Così, nelle relazioni successive, mi è capitato spesso di non esprimermi, oppure di lasciare che l’altro ritornasse perché “non provavo rancore”. In realtà, dentro di me, sapevo che lo facevo per questa paura di non essere amata da nessuno. Ho perdonato perché potessi avere qualcuno accanto a me. Quando ero più piccola sentivo ancora di più il bisogno di qualcuno, come se potesse portare via quella malinconia che provo ormai da quando è cominciata l’adolescenza.
Mi sento troppo proiettata su me stessa, su un mondo interiore che non sarà mai come quello esteriore. Direi che vorrei vivere meno nella mia testa e più nella vita reale.
Mentre scrivevo ho pensato che non fossero veri problemi e che potrei risolverli da me. Ci ho provato, mi sono spesso incoraggiata da sola, perché ritengo che non merito di sentirmi così. Purtroppo mi rendo conto che le mie sole forze non bastano. A volte ne ho parlato con mia madre, trovo le sue parole certamente confortanti ma non utili.
Vorrei il parere di un esperto per sapere come poter superare questa condizione, perché sento che vorrei e potrei stare meglio con me stessa.
Vorrei ricominciare un percorso psicologico
Salve ,
Sono una ragazza di 29 anni e mi sento in crisi nera. Non per quello che mi succede ma per l'angoscia che mi da la mia mente. Prometto ho vissuto un adolescienza di bullismo per poi finire in una relazione dove non riuscivo ad essere soddisfatta ho iniziato a leggere libri che dicevano di aprire il cuore, le sensazioni per trovare la strada giusta e non vivere così tanto per, che la mente mente, che se dici alla mente di non pensare a uno scimmia alla fine ci pensa, ecco da li sono iniziate delle ossessioni in senso, la mia mente è sempre angosciata non so più io chi sono quali sono le sensazioni e quale la mente, se seguo solo le sensazioni neanche riesco a lasciare il ragazzo con cui non sto bene perché mi sveglio durante la notte per paura e lo richiamo, sembra una barzelletta mi sento persa, per mantenere una decisioni devo essere concentrata a non pensare e ripetermi che non ho bisogno di nessuno. In questi anni ho seguito psicoterapia che non mi ha aiutato affatto , un po di più uno psicoterapeuta breve strategica ma poi persi in lavoro, vorrei ricominciare con un professionista ma non so quale scegliere non ho bisogno di supporto ho bisogno di calmare la mente con soluzioni reali. Come se non mi fidassi più di essa, anzi ne ho paura... non so più quale sono le mie sensazioni, la mia mente bo...dopo tutto questo avevo anche paura di leggere qualsiasi libro pensando mi condizionasse. Sto iniziando un percorso psicologico ma ho paura sia un altra perdita di tempo.... non posso stare così 1 settimana e vedere un professionista 1 ora..... mio dio.... grazie per l'ascolto comunque
Tanti problemi... poche spiegazioni
Salve a tutti mi presento , il mio nome è Salvatore , ho 27 anni e vivo una vita abbastanza frenetica e sempre di corsa , il mio lavoro è molto stressante e non posso rinunciarvi perché è il sogno dei miei genitori ( loro hanno fatto tanto per me ) dal diploma , tutti i giorni la sveglia suona alle 5 del mattino e se mi va bene dormo 6 ore a notte .
Credo di avere molti problemi , fin da piccolo ho avuto molti traumi ,legati a vari incidenti : il primo che mi ha fatto quasi perdere la vista(11 anni ) , il secondo (18anni ) un incidente in scooter (trauma cranico ) con conseguente ricovero di 30 giorni in ospedale .
Da 15/16 anni ho cominciato a fumare marijuana (non 1-2 Spinelli .. ma ho sempre fumato in grande quantità , e non sempre in compagnia ...forse legato a i vari traumi ) nonostante tutto mi sono fatto una vita piena di amicizie e ho conosciuto la ragazza che mi ha cambiato la vita . Stavo veramente benissimo grazie a lei e avevo pure smesso di fumare . Successivamente a circa 22 anni ho avuto un altro trauma ( ho perso molti soldi in borsa e investimenti vari ,una quantità sicuramente non trascurabile e i miei genitori sono ancora all’oscuro di tutto questo )
Ho subito raccontato tutto alla mia ragazza che ai tempi si era dimostrata molto comprensiva e disponibile a aiutami a passare il bruttissimo momento .
questo trauma mi ha totalmente cambiato .
Inizialmente non volevo neanche uscire da casa ( anche per risparmiare qualcosa ) ho continuato a fumare marijuana in quantità maggiori di prima e non ho più smesso , ho pure fatto cose che non dovevo ( ho sviluppato un disturbo di cleptomania , rubavo non per necessità ma per “recuperare” nonostante non ho mai avuto gravi problemi economici “ ho cominciato a coltivare cannabis per risparmiare pure lì .
Leggendo i sintomi su internet ho sviluppato comportamenti da sociopatico (incapace di provare empatia, vergogna, senso di colpa o rimorso per le proprie azioni.
Tutt’altro che insicuri hanno necessità di ricevere l’approvazione del prossimo
semplicemente perché sono convinti di averne diritto. Il loro schema mentale denota
una fredda razionalità e una profonda indifferenza, utilizzando spesso strategie
ingannevoli. Di norma ostentano arroganza e hanno difficoltà a gestire le emozioni di
disappunto, quindi tendono a reagire con rabbia e aggressività, sia fisica che verbale.)
“Eccomi”
Ho cominciato a tradire la mia ragazza quando c’era l’occasione , fortunatamente sono un bel ragazzo e non ho mai avuto problemi legati al sesso e non ho mai avuto problemi a trovare qualcuno per “divertimi”
Questo mi ha rovinato.
La mia ex ha notato che non avevo più lo stesso interesse per lei e ha capito che ero un ragazzo abbastanza problematico ,non voleva che fumassi e dopo qualche mse
ha finalmente avuto il coraggio di lasciarmi ( dopo 4 anni , scelta molto saggia e motivata . Non le do torto)
Ovviamente ci sono rimasto molto male , inizialmente un po’ meno ma successivamente sono proprio entrato in un tunnel che non riesco ancora a uscirne , non riesco più a frequentarmi con nessuna ragazza e penso solo a lei, nonostante so di non essere la persona giusta per lei .
Ciliegina sulla torta : mi arrestano per coltivazione di cannabis 8 mesi fa accusandomi di “spaccio”. Questo è il mio ultimo problema sinceramente e non ci penso più di tanto perché so che si risolverà .
Forse è anche stata una fortuna , ho smesso definitivamente di fumare marijuana e sono finalmente “lucido”
Sono completamente un altra persona . I traumi e le droghe ( anche se leggere ) mi hanno totalmente alterato .
Adesso a distanza di mesi mi sento pronto per parlare e esporre i miei problemi a qualcuno che può veramente aiutarmi .
Cosa fare per stare bene e non pensare al passato ?
Passività verso la vita
Salve dottori
Sono qui perché é da tempo che rifletto sulla mia sensazione di passività verso la vita e sono arrivata al punto di dovermi confrontare e affrontare questo malessere.
Mi sento bloccata. Da anni, forse da sempre
Non faccio niente da sola, vivo nella paura del giudizio, nell'ansia dell'ignoto e soprattutto del sociale. Mi sento quasi una codarda.
Spesso faccio le cose solo se sono costretta/trovo appoggio dalla mia famiglia o non implicano il contatto con le persone. Sono sempre stata una bambina sensibile e timida, e col tempo sono andata chiudendomi, sempre di più à tal punto da non sapere minimamente come approcciarmi a qualcuno. Questo mi condiziona terribilmente. Se dovessi prendere e andare in un luogo con persone che non conosco (un corso ad esempio) non saprei come instaurare un rapporto sociale, un'amicizia, un flirt, un legame, qualcosa che vada oltre il saluto e poco altro (ed é anche per questo che porto spesso qualcuno di espansivo con me in determinati contesti, come "scudo" dalla mia inettitudine sociale).
Se una persona mi ispira, non riesco a legarci!
Sono sempre gentile e sorridente, ma fondamentalmente passo inosservata, la gente non si ricorda neanche di me, sono chiusa e insicura. E io lo sento che avvertono la mia "ostilità" verso di loro, e questo mi ferisce...
Non parlo, sia perché sento di non avere argomenti, storie da raccontare (fondamentalmente sto sempre in casa), le chiacchiere convenzionali mi sembrano super forzate, sia perché non riesco ad essere sciolta, carismatica, propensa al prossimo, autentica; mi sento veramente fuori luogo, strana, come se ci fosse qualcuno nella mia testa che mi dicesse "ma dai sei seria? Non fanno per te queste cose, non sei credibile"
Che sia per le relazioni, che per la sfera lavorativa. E quindi mi ritrovo sempre ferma, a casa.
Non ho aspirazioni, o meglio, ne ho, ma fondamentalmente in un posto dentro di me sento che non faccio nulla per due motivi: il primo perché non mi sentirei a mio agio sola, con persone sconosciute sia perché penso che non abbia senso fare nulla se nessuno crede in me, o mi sprona, o mi incoraggia...che dimostri di tenerci a me...(specialmente la mia famiglia). É come se non ne trovassi il senso. In più, pur volendo, ho paura di non essere in grado di perseguire certi obiettivi, perché faccio molta fatica a sentirmi un'adulta, quindi per esempio vedo l'amore, il lavoro come cose "da grandi" e io non mi ci sento...
Ho 22 anni ormai, so che dovrei trovare la voglia di fare da me, ma se non c'è qualcuno che mi da la "spinta", un motivo per vivere rimango ferma, passiva.
Vorrei che le spinte motivazionali venissero da me. Insomma essere indipendente, sia emotivamente che praticamente, libera dalla paura del giudizio.
Vorrei sentirmi una comunissima ragazza della mia età forte, orgogliosa di sé, coraggiosa che trovi se stessa e un motivo per VIVERE.
Vi ringrazio per il tempo dedicatomi
É da tempo che penso di rivolgermi ad un professionista, ma per i motivi citati nel racconto capirete il perché ancora non l'ho fatto...
Vorrei chiedervi se per voi delle consulenze online potrebbero essere un modo soft per approcciarmi ad una terapia, in quanto io penso che un problema o lo si affronta pienamente (in questo caso fisicamente di fronte ad un professionista) o sarebbe come aggirare il problema...
Inoltre vorrei chiedervi: é normale sentirmi pessimista e inadeguata verso i risultati della terapia? Scomparirà nel corso delle eventuali sedute o potrebbe essere un segno che non sono pronta per intraprendere questo percorso?
Grazie infinite a tutti
É possibile guarire da un disturbo di personalità?
Buongiorno da orami 5 anni con cadenza regolare svolgo sedute di terapia psicoanalitica. Nei primi anni andava molto a rilento ma col tempo ho imparato ad aprirmi di più a non mentire alla psicoterapeuta e a fidarmi della mia psicoterapeuta. Inizialmente mi rivolsi a lei per delle idee suicidarie e depressione. Poi sono emerse tante cose negli anni e pian piano le sto affrontando. Negli ultimi anni ho subito un'aggressione fisica da un gruppo di ubriachi e anche da piccolo venivo bullizzato e malmenato per strada. Da un anno ho cambiato città perché ho ricevuto delle minacce su lavoro che mi hanno determinato come un disturbo post traumatico da stress. Non uscivo più di casa nemmeno per mangiare (ho perso 7 kili in 1 mese) mi sentivo pedinato e nemmeno chiuso in casa mi sentivo al sicuro. Lì mi sono rivolto ad una psichiatra,sotto consiglio psicologico, che mi ha dato dei farmaci (antipsicotici,antidepressivi e delle BDZ, che attualmente non assumo più) la situazione si è un pò calmata fino a migliorare,sotto quell'aspetto,quando poi ho cambiato città e lavoro. Sono sorti dei nuovi problemi per via delle dinamiche lavorative "nonniste". Tuttavia svolgo ancora questo lavoro,con anche gratificazioni.Conduco una vita regolare. Ho un lavoro stabile,una fidanzata che amo da 5 anni e degli interessi. Nel corso degli anni sono maturato tanto,lo dicono i miei amici e la mia psicologa che non ho mai cambiato. Ma soprattutto io mi sento un pò meglio è ho tanta fiducia nella psicoterapia. Memore di un colloquio con la psichiatra,ricordo la conferma di un disturbo di personalità. Da medico ho sempre pensato di essere border o narcisista covert (o entrambi) ma non volli mai chiedere di che tipo si trattasse.Oggi però il problema non è tanto conoscere la diagnosi effettiva,perché la psicoterapia mi ha reso molto cosciente dei miei problemi,ma capire se un disturbo di personalità può effettivamente guarire. Ho posto questa mia domanda alla psicologa dalla quale ho ricevuto una risposta evasiva. Sia chiaro non vorrei avere una "data di dimissione",ma vorrei capire se effettivamente questo disturbo si configura come qualcosa di cronico che mi porterò nella tomba. Alcune volte ho un grande sconforto perché nonostante i grandi sforzi è come se avessi questa "patina" di malessere che mai mi abbandona.
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