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Solitudine e desiderio
Buongiorno
Ho 27 anni e sono un'infermiera.
A Marzo 2020, dopo 9 mesi di missione in Madagascar, sono dovuta rientrare in Italia lasciando così dall'altra parte del mondo il ragazzo di cui sono innamorata.
A causa del Coronavirus tutte le procedure burocratiche messe in atto per permettergli di trasferirsi in Italia sono state bloccate e, ad oggi, è quasi un anno che siamo lontani.
Ci sentiamo poco per problemi logistici e di connessione.
Se penso al mio futuro lo sogno accanto a lui ma, in questo momento, mi seno terribilmente sola.
Percepisco un vuoto interiore che vorrei colmare con la fisicità di un altro uomo, sento spesso il desiderio di avere un rapporto sessuale con qualcuno o forse semplicemente di ricevere affetto e attenzioni.
La mia quotidianità lavorativa non mi aiuta e l'impossibilità di avere contatti con il mondo esterno, per via di questa terribile pandemia, mi fa sentire ancora più sola.
Conosco le reali sofferenze umane e so bene che i miei problemi, a conforto, sono effimeri, ma oggi sento solo un gran bisogno di piangere.
Come posso superare tutto ciò?
E.
Vorrei poter cancellare il mio passato
Salve, ringrazio in anticipo per l’eventuale risposta.
Ho 26 anni e da circa due anni sono fidanzata con un ragazzo splendido, col quale convivo. Tra noi, a parte qualche sporadica discussione, va tutto bene. Non sempre abbiamo lo stesso modo di vedere le cose, ma ci amiamo molto e questo sembra bastarci.
Il problema, che lui non sa, è che da un po’ di tempo a questa parte, io non mi sento bene con me stessa: odio il mio passato, vorrei poterlo cancellare per sempre. Me ne vergogno al tal punto che a volte, quando riaffiorano i ricordi, nel tentativo di scacciarli mi viene da piangere. A tal proposito, non so da dove cominciare... il fatto è che, sessualmente parlando, seppur coetanei, io ho avuto molte più esperienze di lui. Questo non l’ho mai vissuto come un problema, diciamo che mi sono sempre sentita a mio agio con il mio corpo e la mia sessualità.
Ma ho avuto un paio di esperienze decisamente sopra le righe. A circa 22anni, ero solita andare a ballare con gli “amici”, o meglio, quelli che all’ora consideravo tali. Una sera, complice l’abuso di alcool e droghe, ho avuto un rapporto a tre occasionale, di cui mi sono pentita subito, l’indomani. Il vero problema è che di quest’esperienza io non ricordo quasi nulla. Ricordo solo di essere rimasta a dormire a casa di un mio amico, del quale tra l’altro non sono mai stata attratta. Dato l’alto tasso alcolemico, devo aver espresso il desiderio di voler fare sesso... ma, giuro, è il buio più totale. Ho dei flash in cui si era presentato un suo amico, di cui io non riesco a ricordare neanche il volto. Forse nel buio non l’ho neanche visto.
Da quella volta ho chiuso qualsiasi tipo di rapporto con il mio “amico”. Non vederlo più è stato facile, in quanto si è trasferito altrove, ma non ho neanche più voluto sentirlo.
Comunque sia, la mattina dopo, in preda ai postumi, sono tornata a casa mia e mi sono sentita sporca da morire. Non ne ho mai parlato a nessuno. Ho tentato in tutti i modi di cancellare tutto dalla mia mente e per un bel po’ ci sono riuscita.
Adesso, invece, a distanza di anni vivo nel terrore che questo passato possa ripresentarsi in qualche modo. Riaffiorano i ricordi, ne sento il rimorso e sto male da morire. Mi sento in colpa con me stessa e col mio attuale ragazzo per non avergli mai raccontato questa cosa, o altri eventi traumatici che ho subìto e con i quali tento di convivere come nulla fosse. Ho paura che se venisse a sapere tutte queste cose, gli farei schifo. Oppure smetterebbe di amarmi?! A volte penso che dovrei parlargliene, come a togliermi un peso, ma non so da dove cominciare. È stato difficile persino scriverlo...
So che, sicuramente, ho bisogno di fare delle sedute insieme ad uno psicologo, perché come dicevo, purtroppo non solo questo turba la mia serenità interiore, ma questa notte ho avuto l’ennesimo crollo emotivo. Mi sono svegliata nel cuore della notte, ci ho ripensato e mi è venuto da piangere in preda all’ansia.
Ho deciso di scrivere qui per sfogarmi e per cercare di capire, almeno a grandi linee, cosa posso fare per stare un pochino meglio.
Chiedo scusa per la lunghezza dello scritto.
Cordiali saluti.
Misofobia, ho paura di entrare in contatto con la saliva degli altri
Buonasera,
Soffro di una forma grave di misofobia. Ho paura di entrare in contatto con la saliva degli altri. Passo le giornate ad evitare le superfici degli oggetti per evitare di sporcarmi i vestiti dato che qualcuno potrebbe averci tossito sopra, a lavarmi le mani fino agli avambracci come un chirurgo, anche 40/50 volte al giorno. Ho paura che qualcuno tossisca o starnutisca vicino a me perché altrimenti sento l'esigenza irrefrenabile di pulire i miei oggetti e fare una doccia che può durare anche 1 ora. I rituali sono estenuanti e sono diventati un lavoro. È una fobia che mi porto dietro da anni, molto prima del covid. È notevolmente peggiorata negli ultimi 3 anni. Dovrei fare una terapia cognitivo comportamentale immagino, ma potreste indicarmi quali sono le cause più comuni che portano a questo doc, anche se so che è soggettivo?
Sto male e penso ossessivamente al mio futuro lavorativo
Salve, sono qui per un consulto perché sono davvero stanca di pensare ossessivamente al mio futuro lavorativo e non so più come uscirne fuori.
Ho 21 anni e frequento l'università di lettere, fino all'anno scorso non avevo alcun dubbio sulla mia scelta, anzi ero super felice di studiare materie per le quali sono portata dato che ho frequentato il liceo scientifico ed ero assolutamente negata in matematica e fisica tuttavia sto iniziando a pensare di aver sbagliato a scegliere questa università dato che ha come principale sbocco l'insegnamento cosa per la quale non mi ci vedo portata.
Mi piacerebbe molto lavorare in qualche biblioteca libreria o archivio tant'è vero che dopo la triennale in lettere vorrei scegliere la magistrale in Archivistica e biblioteconomia a Bari ma mi rendo conto che si tratta di qualcosa di impossibile dato i pochi concorsi che vengono banditi e non so davvero cosa mi aspetterà in futuro.
Mi sento totalmente inutile e penso di essere davvero incapace di fare qualunque cosa, non mi sento più quella di una volta e passo intere giornate a piangere, infatti non sto riuscendo neanche a preparare gli esami.
Vedo mia sorella che lavora come infermiera e a volte penso che avrei dovuto scegliere anch'io quella facoltà dato che si trova subito lavoro, soltanto che proprio non mi ci vedo in tali vesti.
Non so come comportarmi e provo un forte senso di ansia e soprattutto non riesco a smettere di pensare e questa cosa mi sta letteralmente facendo impazzire.
Chiedo scusa per lo sfogo
Fantasie cuckold che fare?
Salve, volevo porvi una domanda: è qualche anno che ho la fantasia di vedere mia moglie avere rapporti sessuali con un altro uomo, le ho anche parlato di questo e all'inizio lei non ne ha fatto un problema. Abbiamo anche cercato insieme un uomo su siti dedicati e qualche volta lei ci ha parlato a telefono, senza però, alla fine, giungere ad alcun risultato. Adesso dice che non ne vuole sapere più niente di queste storie e io sono rimasto abbastanza frustrato da questa suo cambio! Continuo a pensare a questo e non mi esce dalla mente...Che fare? Grazie per la risposta
1 risposte - LeggiUniversità e problemi
Ciao a tutti, sono un ragazzo di quasi 21 anni e mi sento un pesce fuor d’acqua. Facendo un breve epilogo del mio percorso da studente, ho frequentato un centro formazione professionale con attestato da parrucchiere, e una volta finito ho iniziato a lavorare full time. Dopo un po’ non mi sentivo a posto, e decisi di riprendere gli studi per poter ottenere un diploma; così ho recuperato gli anni e sono riuscito a diplomarmi. Premetto che sono sono mai stato un grande studioso e in questa scuola ci hanno dato una mano. Così a settembre ho tentato un test di ammissione per l’università anche se non sono passato. Non contento mi sono iscritto ad una facoltà convinto che qualche materia potesse tornarmi utile in vista del prossimo test di ammissione. All’inizio, sebbene non era la facoltà che volevo frequentare ero tutto sommato abbastanza entusiasta di questo nuovo percorso, ma ora è totalmente il contrario. Le materie che ci sono non mi piacciono per niente e non sono nemmeno portato, ho dato due esami solamente e sono già indietro con tutti gli altri. Il solo pensiero di mettermi a studiare mi provoca un grande senso di malinconia e non mi sento minimamente spronato, e questa facoltà mi fa proprio schifo ad essere onesti. So che non la voglio frequentare e che è solamente un ripiego per un anno, ma temo che anche frequentando un corso di mio interesse vista questa prima esperienza che è praticamente negativa, il mio pormi negativamente possa influenzare anche il percorso che mi piacerebbe intraprendere. Mi manca un solo esame da dare per le materie che mi tornano utili, e poi per quello che mi riguarda avrei già chiuso con questa facoltà. Ho l’impressione di perdere tempo...
1 risposte - Leggifreno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiCosa mi succede? Non provo affetto per nessuno
Buonasera, mi trovo a scrivere qui e nn so perché, non per sminuire nessuno ma mi fa sentire una senza speranze ma poi in fondo mi sembra l ultima risorsa.
sono consapevole di nn avere mai avuto una vita "normale" , genitori separati mamma giovane padre quasi del tutto assente e tutte le cazzate che potrei dire, ho paura d farlo solo x giustificarmi,solo x autocompatirmi.
ho sempre creduto d avere il controllo su tutto ma nn e mai stato cosi, ora mi ritrovo quasi sola, ho lasciato da un mese un uomo che mi amava incostantemente da 5 anni perche nn provo piu nulla, ma ne verso lui ne verso nessun altro.
nn ho affetto x nessuno, nn me ne frega d nessuno ne se stanno bene ne se stanno male.
mi sento un mostro, una piccola inutile donna.
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Faccio bene a lasciare l'università?
Salve,
Sono le 5:00 di notte ed io non riesco a dormire ! Il pensiero che mi affligge è: devo lasciare o no l'università ?
Ho 23 anni e brevemente cerco di raccontarti la mia storia ! Ho frequentato il liceo classico senza troppi problemi,studiare mi piaceva , andavo bene , i prof mi adoravano,non era pesante passare ore ed ore sui libri e riuscivo anche fare altre attività come ad esempio frequentare una scuola di danza classica ( per ben 13 anni,ho iniziato all'età di 6 anni). Poi,verso il quarto anno di liceo ho iniziato a pensare a cosa poter fare all'università e mi sono convinta giorno dopo giorno di voler diventare un medico così dopo il liceo ho provato il test d'ingresso a medicina con esito negativo. Ho provato altri test lo stesso anno con esito positivo ed ho così deciso di iscrivermi a farmacia perché a livello di esami era la facoltà più affine alle materie del test d'ingresso e quindi dando gli esami di farmacia avrei potuto prepararmi meglio per il test visto che uscendo da un liceo classico la mia preparazione nelle materie scientifiche era molto scarsa. Però forte della convinzione di voler fare il medico,mentre frequentavo il primo anni di università alla Sapienza di Roma,mi sono iscritta anche ad un corso privato di preparazione al test di medicina della durata di un anno intero che ho frequentato con piacere e successo ( in chimica ero la prima della classe). Il primo anno a farmacia é andato bene,ho dato 7 esami e mi piaceva quello che studiavo però ero sempre più convinta di voler fare medicina così l'anno dopo ho riprovato il test con esito ancora negativo ed ho continuato a fare farmacia dando altri 5 esami. Al terzo tentativo finalmente sono riuscita a superare il test di medicina e così ho lasciato farmacia ma non ne ero del tutto convinta perché in quei due anni mi ero appassionata molto ad una nuova materia cioè la chimica che fino ad allora non avevo mai avuto modo di studiare bene,però pensando al futuro e al lavoro che sarei andata a fare mi sono trasferita a medicina ( cambiando anche città ,perché il test è Nazionale e sono finita in Molise,quindi ho dovuto lasciare Roma che adoravo. ) Il primo anno a medicina è stato traumatico,non sono riuscita a fare nemmeno un esame. Ero molto scoraggiata,depressa,triste e demotivata ma grazie ai miei genitori ho deciso di darmi un altra possibilità iniziando il secondo anno a medicina ma come ripetente perché non avendo dato neanche un esame ho dovuto rifare il primo anno. Prima di iniziare di nuovo il primo anno avevo la possibilità di fare esami sia a settembre che a dicembre ma ho saltato entrambee le sessioni così ora sono arrivata alla sessione di febbraio ma non è cambiato nulla. Emotivamente mi sento uno schifo,mi sento una fallita perché ho ripetuto il primo anno,una perdente inconcludente,inoltre non mi piace la città in cui mi sono dovuta trasferire per studiate medicina,qui non ho amici mentre a Roma avevo delle amiche fantastiche e anche una vite sociale al di fuori dell'università,andare a lezione mi pesa sempre di più , i professori non mi piacciono ( mentre alla Sapienza li adoravo e li ascoltavo estasiata) mettermi sui libri è diventato un trauma, passo le giornate con il libro davanti ma senza studiare nemmeno una pagina , mi sento molto male se penso a tutti i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per farmi studiare,a tutti i soldi investiti e a tutta la fiducia che mi hanno dato quindi sono molto depressa anche fisicamente non mi riconosco più ( ho messo su qualche chilo perché per l università sono sempre nervosa e a volte mi sfogo sul il cibo ). Ogni giorno mi alzo con il terrore di affrontare un altro giorno deludente e vado a dormire sempre insoddisfatta perchè non studio niente e dispiaciuta e con un enorme senso di colpa perché sto ingannando i miei. Mi sento tremendamente stupida e incapace perché tra 3 giorno ho l'esame e non ho studiato niente ancora una volta dopo aver fatto così per un intero anno. Così penso che lasciare tutto questo sia la cosa migliore così potrei anche aiutare i miei nell'azienda di famiglia e fare o la commessa nel negozio di mio padre o la cameriera all'agriturismo dei miei. Però ho paura che lasciando l università commetterò l'errore più grande di tutta la mia vita e che un giorno me ne pentiró. Le ragioni che mi hanno spinto a fare medicina sono : aiutare il prossimo a guarire dalla sofferenza o a sentire meno dolore , lavorare in ospedale( che é un ambiente che adoro ) , capire come funziona il corpo umano nei minimi dettagli,prendermi cura degli altri. Ho sempre avuto questo sogno bellissimo da realizzare ,su questo non ho mai avuto dubbi e sono stata sempre convinta e determinata ma ora non è più così e sono sempre più disperata. E non so cosa fare....i miei sarebbero contenti di qualsiasi decisione io prenderó ma la paura di deluderli e deludermi ancora una volta è tanta...
Tu cosa ne pensi ?
Grazie infinite se mi risponderai
5 anni di relazione felice, poi ho baciato un altro.
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni e sono fidanzata da 5. Io ed il mio ragazzo non abbiamo mai avuto problemi in questi anni, pochi litigi e tanti bei momenti trascorsi insieme. Questa estate però, con gli esami universitari finiti e la prospettiva di un imminente cambio di vita con la laurea e l'inizio di un lavoro, mi sono sentita più libera da una serie di paletti imposti nella mia vita scolastica. Sono uscita di più con le mie amiche e mi sono rifugiata nell'alcol che mi ha regalato quella spensieratezza mai provata prima. In una di queste sere però ho conosciuto un altro ragazzo del mio paese, che ho continuato ad incontrare in diversi locali. Mi sono resa conto che provavo attrazione per questo ragazzo e non più per il mio fidanzato. Ne ho subito parlato con lui perchè riflettendo ho capito che forse ciò che ci teneva uniti era un profondo affetto e l'abitudine. Lui ci è rimasto male e non si sentiva come me. Ho continuato ad incontrare l’altro ragazzo per i locali e una sera mentre parlavamo mi ha dato un bacio a stampo. Ovviamente non ho detto nulla al mio ragazzo e siamo partiti una settimana per le vacanze, piena di litigi sempre per i miei dubbi e dove ho fatto molta fatica a trovare quell'intimità che un tempo era normale. Ho riflettuto tanto sul nostro rapporto e sono arrivata a pensare che forse mi sono accontentata, che tanti lati del suo carattere mi innervosiscono e lui pur di stare con me spesso si trattiene e si adegua alle mie volontà. Tornati dalla vacanza avevo deciso di prendere un periodo di pausa, ma sono arrivati i risultati della TC di suo padre con diagnosi di etp pancreatico al quarto stadio. Lo sconforto della prima settimana è stato enorme, poi dopo aver trascorso due giorni a casa del mio ragazzo, il sabato sera sono uscita con le mie amiche. Distrutta dalla notizia e rendendomi conto di essere bloccata in una situazione più grande di me mi sono lasciata andare un pò con i drink. Alla festa c'era anche l'altro ragazzo al quale avevo detto che ci saremo rivisti a settembre perchè sapevo che mi sarei lasciata. Ci siamo appartati per parlare, ma invece ci siamo baciati. Sul momento mi sembrava una cosa giusta per me, non mi sono sentita in colpa, io che ho sempre sostenuto che il tradimento non è una cosa ammissibile perchè significa non portare rispetto alla persona con cui si sta. Da quella sera questo ragazzo l'ho rivisto una sola volta, sempre in un locale, ed abbiamo parlato. Ho rifiutato un suo invito ad uscire perchè sarebbe troppo. La notte stessa mi ha mandato un messaggio, al quale ho risposto dicendo di lasciarmi in pace e da lì non ci siamo più sentiti. E' un mese ormai che non ho contatti con questo ragazzo ma io non smetto di pensare a quello che è successo. Mi dico che se l'ho fatto un motivo ci sarà, forse al mio ragazzo voglio solo un gran bene. Io l'ho sempre visto come mio futuro marito e padre dei miei figli. Non so come possa essere cambiato tutto in tre mesi. Mi chiedo se lo stress della laurea, il pensiero che tra qualche mese inizierò a lavorare e che la mia vita prenderà un'altra piega possa influire anche sul rapporto di coppia. Avrei bisogno di allontanarmi dal mio ragazzo per capire, ma con suo padre in queste condizioni non mi sento così libera di farlo. Vorrei aspettare un periodo più tranquillo ma so che non ci sarà perchè la situazione sarà sempre peggio. Egoisticamente parlando, vorrei far passare la mia laurea, che è a fine Novembre, per stare io più tranquilla ed affrontare un problema alla volta. Così però mi rendo conto di far star male il mio ragazzo perchè mi vede più distaccata e fa di tutto per farmi sentire più amata, pensando che il problema sia la noia dell'abitudine e non un tradimento. Io mi rendo conto che non gli sto dando le stesse cose che lui dà a me. Mi ritrovo spesso a pensare a quest'altro ragazzo, quando esco lo cerco nei locali dove vado. Lui è un tipo completamente diverso dal mio fidanzato, esce con molte ragazze ed io sono solo una delle tante con cui ha trovato una certa attrazione. La mia paura è che lasciare il mio ragazzo per un tipo come lui, che molto probabilmente a me non pensa nemmeno più, sarebbe l'errore più grande della mia vita. Voglio lasciare il mio ragazzo solo se mi rendo conto di non amarlo più e non per un’altra persona. So anche che questo tradimento pesa tantissimo sulla mia coscienza, vorrei dirglielo perchè fondare un futuro su una bugia non è pensabile per me. Allo stesso tempo ho paura perchè mi ha sempre detto che un tradimento non lo perdonerebbe mai e principalmente gli darei un altro dolore oltre a quello che già sta attraversando. Sono davvero in difficoltà; se non ci fosse stata la notizia di suo padre mi sarei comportata diversamente. Avrei preso una pausa e magari ora starei meglio, ma da quella notizia non mi sono sentita di lasciarlo solo e dargli un altro pensiero. In più so che avrei tutta la mia famiglia contro perché è un ragazzo adorabile e adorato dai miei genitori. Non so come posso fare a capire se gli voglio solo bene o se è solo un periodo di grande confusione che prima o poi passerà. Io sono molto afflitta perchè mi chiedo come mai questi dubbi siano nati proprio ora che la situazione è così complicata; lasciarlo ora significherebbe lasciarlo nel momento del bisogno e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Grazie in anticipo. Cordiali Saluti.
1 risposte - LeggiFelicemente fidanzata ma penso al mio ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
Interruzione di psicofarmaci
Salve, vorrei avere un consulto riguardo la mia situazione.
Io soffro di ansia e angoscia da quattro anni... Il sintomo più frequente è confusione mentale che mi destabilizza del tutto.
Quattro anni fa, in seguito ad un periodo di forte ansia da cui non riuscivo ad uscire mi furono prescritti Cipralex e Xanax da una psichiatra... Che però non ho più visto in quanto lei situa in Sicilia ed io a Roma... Negli anni li ho presi e sicuramente mi hanno aiutata a tenerla sotto controllo.
Anche se a momenti avevo comunque delle ricadute... Ho fatto di rado psicoterapia ma mai un percorso continuo per mancanza di denaro...
Prendevo 10 gocce di Xanax al mattino e 10 la sera e 12 gocce di cipralex la mattina.
Ho provato ad interromperli definitivamente lo scorso anno, dato che non sentivo il bisogno di prenderli e molto spesso lo dimenticavo.
ma dopo 3 mesi dalla sospensione ho avuto una ricaduta, per evitare di ritornare a passare il periodo di ansia sono tornata a riprenerli.
Quest'anno è successa la stessa cosa, dopo qualche mese ho iniziato a dimenticare di prenderli, non faceva una cura assidua quindi a Settembre ho deciso nuovamente di sospenderli dato che mi sentivo bene.
Ieri mi è tornato un attacco di panico dopo 4 anni che inevitabilemtne mi ha riportato da quakche giorni a rivivere forte angoscia e forte confusione mentale, come se non riconoscessi ciò che mi circonda.
Non so se è paura della paura, o effettivamente sintomi da interruzione di psicofarmaci.
Se fosse così, quanto durano i sintomi da sospensione?
Dovrei tornare a riprenderli per poi scalarli pian piano?
Io ero felice di averli interrotti, vorrei non prenderli più ma non voglio nemmeno riprovare quel senso di depressione e panico...
Attendo vostre, grazie mille!
Perché nonostante capisca le problematiche non riesco a risollevarmi?
Buongiorno
Sono una ragazza di 20 anni
Da un paio di mesi soffro molto , mi rendo conto che viviamo in un periodo in cui tutti chi più chi meno siamo sommersi da una mole di ansie e preoccupazioni e capisco anche che molte persone in questo momento se la stanno passando peggio di me.
Ho avuto una serie di problematiche che mi hanno portato ad un malessere interiore costante, quasi quotidianamente mi sveglio al mattino piangendo , con una sensazione costante di solitudine ,mi sembra vada tutto male e spesso questo pianto diventa quasi isterico e disperato , non riesco a fermarmi ed è come se non riuscissi a trovare alcun appiglio per sentirmi meglio , come se tutto ciò che mi circondasse fosse un profondo nero.
E da sola non riesco a fermarmi.
Tutto ciò crea complicazioni anche con le relazioni che ho con le persone , mi sento costantemente un peso per gli altri e spesso il mio atteggiamento di fare un passo indietro allontana gli altri senza volerlo ,anche le persone che più amo.
Non riesco più a darmi la forza di affrontare la giornata , mi trascuro e il più delle volte assumo atteggiamenti nervosi con gli altri per poi provare un profondo senso di colpa.
Nei momenti più brutti a volte divento aggressiva con me stessa e rompo cose spesso finisco per farmi del male .
La mia domanda è perché nonostante io capisca queste problematiche non riesco a trovare la forza per tirarmi su? Cosa posso fare per stare meglio? Sono stanca di questa situazione
Ringrazio per il disturbo e la disponibilità
Saluti
Epilessia notturna (rolandica)
Salve, mio figlio di 10 anni soffre di una forma di epilessia che si scatena con l’addormentamento. Ha avuto la prima crisi a 7 anni, più altre dopo un anno e mezzo ma in forma leggera(con bocca storta e difficoltà a parlare) ora invece sono due mesi che le ha più frequentemente, con scatti del volto e salivazione eccessiva. Ha fatto già le visite, è un epilessia che sparirà con la crescita e che non comporta modifiche nella sua quotidianità, ma psicologicamente il momento della sera è diventato un po’ stressante. Io sono sempre in camera sua mentre si addormenta e resto per alcuni minuti, poi quando tutto è a posto vado a letto e accendo la telecamerina per controllarlo. Ormai le gestiamo bene le crisi, perché passano da sole e non dobbiamo fare nulla, lui sa che sta bene, ma a volte prima di andare a dormire gli viene un po’ il respiro pesante, come quando uno è in ansia e non riesce a fare il respiro profondo. Noi lo tranquillizziamo sempre, lui poi quando accade non riesce a parlare o a muoversi ma è cosciente.. come si può gestire questa ansia? Io prendo i fiori di Bach e a volte li do anche a lui
Grazie
Troppo tempo nella mia testa
Salve a tutti, sono una ragazza di 22 anni. Nella vita mi mostro come una persona serena, gioiosa, sicura di quello che fa e che è. So che in parte è così, quello di cui sono sempre stata fiera è che, quando esco di casa, non porto i miei problemi con me. Tuttavia nell’ultimo periodo, avendo avuto tanto tempo per stare con me, ascoltarmi, capirmi, mi sono resa conto che, in realtà, questa serenità è in buona parte apparente.
Il problema principale sono i miei pensieri: penso troppo, sempre alle stesse cose, credo di essere ansiosa. A volte, sveglia da poco, già sento nella mia testa un’enorme confusione. Penso a me stessa, al mio aspetto, alle mie qualità, alle mie capacità, a cosa pensino gli altri di me, alle relazioni passate (penso sempre che ci sia qualcosa che ho sbagliato io). Spesso arrivo a dubitare del mio valore e della mia intelligenza, mi sento inutile e stupida e credo che altri abbiano qualità migliori delle mie. L’unica mia reazione è il pianto, lungo. A volte i miei familiari mi sorprendono in queste condizioni e provo imbarazzo, perché credo che non dovrei soffrire dal momento che ho tutto nella vita. Non riesco proprio ad accettare di essere così.
Questo stato di allerta continua riguarda anche il rapporto con il cibo: rifiuto ogni cosa che possa farmi male, a volte dopo aver mangiato mi sento in colpa e penso quanto possa nuocere al mio aspetto fisico quello che ho appena mangiato.
A casa, e non solo, assumo spesso comportamenti impulsivi: se le cose non vanno come vorrei, mi disturba. Mi innervosisco facilmente. La mia famiglia mi ripete spesso che devo controllarmi e gestire la mia rabbia. Il problema è che non so cosa possa generarla, ma comincio a pensare che sia legata a questa necessità di tenere tutto sotto controllo. Io me ne dispiaccio, non prendo questo comportamento alla leggera, ci sto male. Vorrei migliorare, ma non so come fare. Quando mi arrabbio con mia madre, soprattutto, lei si innervosisce ulteriormente, mi insulta. So che è una reazione momentanea, ma ci resto male per due ragioni: per ciò che mi dice e per avere la responsabilità di averla provocata.
A questo si aggiunge anche il modo in cui porto avanti ogni tipo di relazione: ho capito di avere molta paura di aprirmi con amici, eventuali ragazzi. Spesso credo di disturbare l’altro, non ho il coraggio di farmi sentire. Vorrei sentirmi meno pressata, invece percepisco sempre questa pressione mista a imbarazzo. Mi sento ridicola. Magari gli altri possono interpretare questo atteggiamento in maniera errata, ritenermi altezzosa.
Mi capita di immaginare eventuali situazioni e pensare cosa potrei dire e/o fare. Mentre prima lo facevo senza problemi, accettando che sono così, ora credo sia controproducente. Idealizzo così tanto delle situazioni che finisco per restarne delusa.
Quest’ultima cosa mi capita in particolar modo da quando, a 17 anni, è finita la mia prima relazione. Ho sofferto molto, ho avuto paura che nessuno potesse più volermi bene, apprezzarmi. Così, nelle relazioni successive, mi è capitato spesso di non esprimermi, oppure di lasciare che l’altro ritornasse perché “non provavo rancore”. In realtà, dentro di me, sapevo che lo facevo per questa paura di non essere amata da nessuno. Ho perdonato perché potessi avere qualcuno accanto a me. Quando ero più piccola sentivo ancora di più il bisogno di qualcuno, come se potesse portare via quella malinconia che provo ormai da quando è cominciata l’adolescenza.
Mi sento troppo proiettata su me stessa, su un mondo interiore che non sarà mai come quello esteriore. Direi che vorrei vivere meno nella mia testa e più nella vita reale.
Mentre scrivevo ho pensato che non fossero veri problemi e che potrei risolverli da me. Ci ho provato, mi sono spesso incoraggiata da sola, perché ritengo che non merito di sentirmi così. Purtroppo mi rendo conto che le mie sole forze non bastano. A volte ne ho parlato con mia madre, trovo le sue parole certamente confortanti ma non utili.
Vorrei il parere di un esperto per sapere come poter superare questa condizione, perché sento che vorrei e potrei stare meglio con me stessa.
Vorrei ricominciare un percorso psicologico
Salve ,
Sono una ragazza di 29 anni e mi sento in crisi nera. Non per quello che mi succede ma per l'angoscia che mi da la mia mente. Prometto ho vissuto un adolescienza di bullismo per poi finire in una relazione dove non riuscivo ad essere soddisfatta ho iniziato a leggere libri che dicevano di aprire il cuore, le sensazioni per trovare la strada giusta e non vivere così tanto per, che la mente mente, che se dici alla mente di non pensare a uno scimmia alla fine ci pensa, ecco da li sono iniziate delle ossessioni in senso, la mia mente è sempre angosciata non so più io chi sono quali sono le sensazioni e quale la mente, se seguo solo le sensazioni neanche riesco a lasciare il ragazzo con cui non sto bene perché mi sveglio durante la notte per paura e lo richiamo, sembra una barzelletta mi sento persa, per mantenere una decisioni devo essere concentrata a non pensare e ripetermi che non ho bisogno di nessuno. In questi anni ho seguito psicoterapia che non mi ha aiutato affatto , un po di più uno psicoterapeuta breve strategica ma poi persi in lavoro, vorrei ricominciare con un professionista ma non so quale scegliere non ho bisogno di supporto ho bisogno di calmare la mente con soluzioni reali. Come se non mi fidassi più di essa, anzi ne ho paura... non so più quale sono le mie sensazioni, la mia mente bo...dopo tutto questo avevo anche paura di leggere qualsiasi libro pensando mi condizionasse. Sto iniziando un percorso psicologico ma ho paura sia un altra perdita di tempo.... non posso stare così 1 settimana e vedere un professionista 1 ora..... mio dio.... grazie per l'ascolto comunque
Tanti problemi... poche spiegazioni
Salve a tutti mi presento , il mio nome è Salvatore , ho 27 anni e vivo una vita abbastanza frenetica e sempre di corsa , il mio lavoro è molto stressante e non posso rinunciarvi perché è il sogno dei miei genitori ( loro hanno fatto tanto per me ) dal diploma , tutti i giorni la sveglia suona alle 5 del mattino e se mi va bene dormo 6 ore a notte .
Credo di avere molti problemi , fin da piccolo ho avuto molti traumi ,legati a vari incidenti : il primo che mi ha fatto quasi perdere la vista(11 anni ) , il secondo (18anni ) un incidente in scooter (trauma cranico ) con conseguente ricovero di 30 giorni in ospedale .
Da 15/16 anni ho cominciato a fumare marijuana (non 1-2 Spinelli .. ma ho sempre fumato in grande quantità , e non sempre in compagnia ...forse legato a i vari traumi ) nonostante tutto mi sono fatto una vita piena di amicizie e ho conosciuto la ragazza che mi ha cambiato la vita . Stavo veramente benissimo grazie a lei e avevo pure smesso di fumare . Successivamente a circa 22 anni ho avuto un altro trauma ( ho perso molti soldi in borsa e investimenti vari ,una quantità sicuramente non trascurabile e i miei genitori sono ancora all’oscuro di tutto questo )
Ho subito raccontato tutto alla mia ragazza che ai tempi si era dimostrata molto comprensiva e disponibile a aiutami a passare il bruttissimo momento .
questo trauma mi ha totalmente cambiato .
Inizialmente non volevo neanche uscire da casa ( anche per risparmiare qualcosa ) ho continuato a fumare marijuana in quantità maggiori di prima e non ho più smesso , ho pure fatto cose che non dovevo ( ho sviluppato un disturbo di cleptomania , rubavo non per necessità ma per “recuperare” nonostante non ho mai avuto gravi problemi economici “ ho cominciato a coltivare cannabis per risparmiare pure lì .
Leggendo i sintomi su internet ho sviluppato comportamenti da sociopatico (incapace di provare empatia, vergogna, senso di colpa o rimorso per le proprie azioni.
Tutt’altro che insicuri hanno necessità di ricevere l’approvazione del prossimo
semplicemente perché sono convinti di averne diritto. Il loro schema mentale denota
una fredda razionalità e una profonda indifferenza, utilizzando spesso strategie
ingannevoli. Di norma ostentano arroganza e hanno difficoltà a gestire le emozioni di
disappunto, quindi tendono a reagire con rabbia e aggressività, sia fisica che verbale.)
“Eccomi”
Ho cominciato a tradire la mia ragazza quando c’era l’occasione , fortunatamente sono un bel ragazzo e non ho mai avuto problemi legati al sesso e non ho mai avuto problemi a trovare qualcuno per “divertimi”
Questo mi ha rovinato.
La mia ex ha notato che non avevo più lo stesso interesse per lei e ha capito che ero un ragazzo abbastanza problematico ,non voleva che fumassi e dopo qualche mse
ha finalmente avuto il coraggio di lasciarmi ( dopo 4 anni , scelta molto saggia e motivata . Non le do torto)
Ovviamente ci sono rimasto molto male , inizialmente un po’ meno ma successivamente sono proprio entrato in un tunnel che non riesco ancora a uscirne , non riesco più a frequentarmi con nessuna ragazza e penso solo a lei, nonostante so di non essere la persona giusta per lei .
Ciliegina sulla torta : mi arrestano per coltivazione di cannabis 8 mesi fa accusandomi di “spaccio”. Questo è il mio ultimo problema sinceramente e non ci penso più di tanto perché so che si risolverà .
Forse è anche stata una fortuna , ho smesso definitivamente di fumare marijuana e sono finalmente “lucido”
Sono completamente un altra persona . I traumi e le droghe ( anche se leggere ) mi hanno totalmente alterato .
Adesso a distanza di mesi mi sento pronto per parlare e esporre i miei problemi a qualcuno che può veramente aiutarmi .
Cosa fare per stare bene e non pensare al passato ?