David domande di Ansia e depressione  |  Inserita il

Milano

Rapporti ansia/lavoro

Gentile psicologo/a,
La ringrazio anticipatamente per la disponibilità. Mi presento brevemente: sono un ragazzo di 26 anni, con una famiglia alle spalle unita e molto presente che mi ha sempre sostenuto, fidanzato da sei anni con una ragazza che amo tantissimo e da pochissimo assunto da una grande azienda.
Eppure eccomi qui.
La mia formazione come scuola superiore mi darebbe la possibilità di fare un lavoro che potrebbe anche piacermi, ma togliendomi la possibilità di stare con la mia fidanzata e con una futura famiglia, perché vorrebbe dire lavorare nei week-end e nei festivi. Questo non lo troverei giusto nei loro confronti, perché vorrebbe dire fare un sacrificio e soprattutto mi renderebbe molto triste.
Per cui dopo svariati CV inviati, ho avuto un riscontro positivo da questa azienda che evidentemente, tra colloqui e mia carriera universitaria, ha visto qualcosa in me, una potenzialità. Mi hanno accolto magnificamente, mi vogliono bene e credono in me, l'ho visto.
Il problema, però, parte da qui e la mia situazione ora è questa: sono stato assunto da pochissimi giorni per cui sono in quella fase iniziale in cui è tutto nuovo, il lavoro che è da imparare, 1000 concetti che voglio assorbire e contemporaneamente 1000 persone da conoscere ogni giorno. Sarà un lavoro difficile, me l'hanno detto, e ho il timore di non farcela e di deludere le loro aspettative, le mie e di non raggiungere gli obiettivi. E per questo motivo, data la complessità, mi sveglio al mattino con una palla di ansia allo stomaco mai provata prima, che mi dura tutto il giorno e che mi blocca il cervello alle volte non facendomi capire i concetti elementari che mi vengono spiegati. Perdipiù, in quelle 7 ore in cui dormo di notte, circa tre o quattro volte mi sveglio di colpo come se non avessi un sonno tranquillo. Al mattino parto da casa col desiderio di esser già alla sera a casa, sul letto di casa mia, in un angolo, magari con mia madre a fianco che mi sostiene. Così riesco a rendere triste anche la mia fidanzata e i miei genitori che finalmente mi vedono in mano con un un lavoro concreto. Ogni minimo problema sta diventando grande e io ho molta paura di affrontare queste sfide. Sto impazzendo e sembra che nemmeno il Lexotan faccia più effetto.
Ho anche pensato lontanamente di lasciare tutto, nonostante siano pochi giorni che sono stato assunto, ma farei una figura stupida nei confronti di chi mi ha assunto, nei confronti dei miei genitori che non è della mia fidanzata, di amici e parenti. Mi creda, non sto più ragionando.
Tempo fa, per problemi di salute che gli studi universitari interrotti che mi avevano creato lieve stato di tristezza e depressione, mi ero rivolto a tre psicologi, di cui uno era psicoterapeuta ma avevo ottenuto scarsissimi risultati e un sollievo solo temporaneo. Non sto criticando la categoria, anzi: siete degli eroi perché avete il coraggio di addossarvi i problemi altrui oltre che i vostri. Però, dalle mie esperienze passate, non avevo tratto benefici.
Ragion per cui vi chiedo: esiste un farmaco, un prodotto che scacci via definitamene questo terribile stato di ansia e tristezza e che, allo stesso tempo, mi porti coraggio decisione e motivazione? Certo, mi rendo conto che chiedere un farmaco a uno psicologo piuttosto che un aiuto suoni strano, ma questo mio desiderio è il frutto delle esperienze passate e credo che solo qualcosa di potente possa eliminare definitivamente questo mio stato pietoso. Da parte mia c'è tutta voglia di migliorare e di sconfiggere questa ansia, anche perché ci sono ragazzi che farebbero di tutto per un lavoro così ben pagato e privilegiato come il mio. E la cosa bella è che sono stato accolto da tutti con molta enfasi, quasi come gruppo di grandi amici.
Io poi ho il vizio di mettere il carro davanti ai buoi troppo presto, di non avere pazienza, di voler fare tutto subito, di prendere decisioni affrettate ma, soprattutto, di pretendere tanto, forse troppo da me stesso. Pensate che in quelle volte in cui mi sveglio di notte, cerco di elaborare 1000 domande su questo lavoro da consulente e, al contempo, di darmi 1001 riposte per poter fare bene.
La prego, che esiste un rimedio? Un farmaco? Una cura con le caratteristiche sopra elencate? Sono distrutto. Non voglio vivere così. Voglio imparare ad accettare ed affrontare le difficoltà della vita mia vivere felice, perché così sembro un'ameba.
Grazie di cuore.

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