articoli di psicologia della Dott.ssa Katarina Faggionato

risposte dello specialista Katarina Faggionato

 73  risposte
  Vis. Profilo

Depressione, cosa posso fare per uscirne?

Apri domanda

Buongiorno Valentina, ha ragione, descrive alcuni sintomi depressivi. Non prova più interesse per il mondo attorno a Lei, non ha voglia di fare le cose di prima, si chiude, è più irritabile, sfiduciata. Cosa è successo mesi fa, quando è iniziato tutto questo? Parla della relazione che non La soddisfa ma nonostante tutto la porta avanti, forse per paura di un'altra delusione o forse perché non ha abbastanza energia per affrontare le difficoltà. Sarebbe utile sapere un po' di più per capire. Potrebbe valutare di chiedere un aiuto psicologico per ragionare su quel che Le sta succedendo, capire il perché e soprattutto per essere accompagnata verso l'uscita da questo tunnel, ritrovare la fiducia in se stessa e nel mondo che La circonda. Spero che presto possa stare meglio. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Mia moglie si arrabbia di continuo

Apri domanda

Buonasera Marco, esprime con molta trasparenza quanto ci tiene a Sua moglie e alla Vostra relazione. Racconta però questa situazione difficile che si protrae da tempo. Avete entrambi un lavoro impegnativo. È vero che lo stress può farci "scattare" facilmente ma non è una giustificazione per trattarsi male, perdendo il rispetto per l'altro. Lei vorrebbe evitare le discussioni e lo fa assumendo un atteggiamento passivo; manda giù senza replicare, si colpevolizza. Poi però sta male, piange. Visto che è passato molto tempo da quando questi problemi sono iniziati, forse sarebbe opportuno farsi aiutare. Non dice come Sua moglie vede la situazione, se come Lei cerca di risolverla in qualche modo. Da qui si potrebbe, se lo decide, valutare se chiedere una consulenza come coppia oppure individuale. Sarebbe utile avere ulteriori informazioni per capire meglio ma intanto ha fatto il primo passo riconoscendo il problema. Le faccio un grande in bocca al lupo e rimango a disposizione. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Sono solo, poco interessante e di pessimo umore

Apri domanda

Buongiorno Alessio, sei riuscito a scrivere su questo sito nonostante tutte le difficoltà che hai descritto. Probabilmente la tua voglia di uscire da questo malessere è più forte della vergogna. Il prossimo passo sarà di contattare uno psicologo. Più che un campo specifico ti consiglierei di cercare qualcuno che ti ispiri fiducia. Se trovi troppo difficile parlarci, prova a scrivere, potrebbe essere un inizio meno stressante per te. E vedrai che non succede niente di terribile. Dici che non intendi sminuirti ma dici anche di essere poco interessante, hai paura di non essere accettato - temi di essere di troppo, di peso, ti vergogni. Deve essere difficile avvicinarsi agli altri mentre pensi queste cose di te. Forse temi che gli altri possano giudicarti come ti giudichi tu (come noioso, per esempio), è una cosa che capita alle persone, non è raro ed è anche un tema trattato spesso nei colloqui psicologici. È comprensibile che tu non voglia condividere queste cose intime con le persone attorno a te, anche in relazione al problema che hai descritto. Per quanto riguarda lo psicologo, puoi anche decidere per una consulenza a distanza, se questo ti fa sentire più a tuo agio. Puoi anche decidere di compiere il primo importante passo; contatti uno psicologo - in forma che ti sembra più fattibile - solo per chiedere informazioni. Non hai nessun vincolo poi per questo, sei libero di contattare anche più professionisti per chiedere quello che ti interessa e capire se ti troveresti a tuo agio. Come sei riuscito a scrivere qui, puoi farcela anche per il contatto. In bocca al lupo! Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come ci si innamora? Come ci si fida degli altri?

Apri domanda

Buongiorno Fortuna, in parte ti sei già risposta. Non si può costruire una relazione senza costruire un rapporto di fiducia. È difficile fidarsi degli altri se non ci si fida di se stessi. Se ti senti sbagliata e per nulla desiderabile, il rapporto con l'altro sesso ti fa paura e allora scappi o assumi un atteggiamento distaccato che fa allontanare l'altro. Diventa un circolo vizioso che ti fa stare male. Per capire cosa puoi fare per sbloccarti servirebbero altri dettagli riguardanti la tua vita attuale e quella passata, in modo da comprendere cosa è successo, perché hai tanta paura. Non si decide di innamorarsi, è una cosa che capita. Rapportarsi con gli altri, anche con l'altro sesso, si impara strada facendo, crescendo, facendo esperienza. La paura ti blocca, non ti permette di fare questo tipo di esperienza. Potresti provare a farti aiutare a capire l'origine di questa tua difficoltà per poi affrontarla. Un caro saluto Dott.ssa Katarina Faggionato...

Vorrei andare da uno psicologo per il mio DOC

Apri domanda

Buongiorno Giulio, se ha deciso di intraprendere un percorso psicologico, può cercare un professionista nella Sua zona se vuole lavorare in presenza oppure cercarne uno per lavorare online. Capisco che guardando le informazioni disponibili in internet potrebbe sentirsi confuso. Se cercando su queste pagine o su altri siti rimane indeciso, può provare a contattare anche più di uno psicologo per chiedere informazioni e tutto quello che Le interessa sapere per poter decidere. Come Le hanno scritto le colleghe, la fiducia e la relazione terapeutica che si crea sono aspetti molto importanti per questo tipo di lavoro. In bocca al lupo. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Non riusciamo a stare insieme e non riusciamo ad essere distanti

Apri domanda

Buongiorno Alessia, alla fine dice "da soli non ce la facciamo a dimenticarci". È per questo che chiede aiuto, vorrebbe dimenticarlo ed essere dimenticata? O ha bisogno di aiuto per capire cosa vi tiene a distanza di sicurezza da tutto questo tempo? Ogni persona ha la sua scala di valori, diversi appunto per ognuno di noi perché diversa è la storia di vita che abbiamo alle spalle. Quando si decide di unire la propria vita a quella di un'altra persona, di solito lo si fa anche perché si condividono alcuni valori sentiti come importanti. Lei dice che avete valori differenti. Bisognerebbe capire a cosa si riferisce, avere chiaro quali siano le cose per Lei indispensabili per poter stare insieme e dove invece sarebbe disposta al compromesso. La passione che unisce due persone può avere una grande forza ma difficilmente riesce da sola a tenerle insieme. Forse vi sta succedendo questo. Sarebbe utile riflettere su cosa Le piace di questo uomo, perché sta bene con lui, cosa vi unisce. E poi anche cosa non le piace, cosa La fa allontanare ripetutamente da lui. Come sarebbe la Sua relazione ideale? Non dice quanti anni ha, con chi vive, come sono gli altri ambiti della Sua vita. Potrebbe aiutarla chiarirsi alcuni aspetti riguardanti Lei, anche prima di riflettere sulla Vostra relazione in due, Lei e lui. Se per Lei è importante, se ha tante domande in testa a cui Le è difficile rispondersi, allora potrebbe essere giunto il momento di farsi aiutare in questo Suo percorso. In bocca al lupo! Dott.ssa Katarina Faggionato...

Il poco tempo mi sta rendendo solo

Apri domanda

Buonasera Ivan, come Lei stesso osserva, sta rinunciando alla vita sociale perché ha tanto, troppo da fare, è stressato. Molti studenti universitari lavorano ma Lei sta lavorando a tempo pieno, studia di notte e dopo comprensibilmente crolla per la stanchezza. Non conosco la Sua situazione, se lavorare tutto il giorno è stata una scelta o la necessità, se può prendere in considerazione un'eventuale riduzione delle ore di lavoro per avere un po' di tempo da dedicare alla compagnia, agli amici. Perché per coltivare le relazioni, qualsiasi relazione, ci vuole anche il tempo ma solo Lei può stabilire le Sue priorità, considerare le possibilità. Se sente il bisogno di coltivare i rapporti con i Suoi amici e per molto tempo questo bisogno non viene soddisfatto, ci può essere un conseguente calo dell'umore. E se il motivo è questo, non sarà solo un periodo, l'umore triste difficilmente cambierà se non cambiano le condizioni che lo causano o se non trova un compromesso per Lei accettabile. La mancanza d'aria che descrive potrebbe essere un sintomo dell'ansia dovuta allo stress. Come dice, non è una macchina e anche la macchina ha bisogno di una fonte di energia. Per molte persone non è facile chiedere aiuto perché hanno paura di sembrare deboli o quelli che si lamentano agli occhi degli altri. Invece è importante riconoscere fin dove riusciamo ad arrivare con le proprie forze e quando ci serve una mano. E questo Lei sembra averlo riconosciuto. Mi sembra un ottimo inizio. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Un altro litigio in famiglia

Apri domanda

Buongiorno Diego, ha iniziato a parlare di un litigio tra i genitori e concluso preoccupandosi di essere un figlio viziato o addirittura una cattiva persona. Perché? Parla anche dei sensi di colpa per non aver dato abbastanza affetto, si responsabilizza dei rapporti in famiglia. Sono tante cose e meriterebbero un approfondimento. C'è stato anche il problema di salute ma fortunatamente sembra andare meglio adesso. Vorrebbe fare qualcosa ma non mi è chiaro quale sia il Suo obiettivo. Riuscire a considerarsi una brava persona, un bravo figlio? Cosa significa per Lei essere un bravo figlio? O vorrebbe salvare il matrimonio dei Suoi genitori? Ci si può impegnare per nutrire le proprie relazioni, per migliorarle se necessario. Le proprie relazioni, difficilmente quelle degli altri. Ma prima bisognerebbe avere chiara la situazione di partenza e dove si vorrebbe arrivare. Per poterLa aiutare sarebbe utile avere qualche informazione in più. Spero di averLe dato intanto qualche spunto di riflessione. Cordialmente Dott.ssa Katarina Faggionato...

Non mi fido più di lui

Apri domanda

Cara Roberta, penso che tante altre persone al Suo posto si sentirebbero umiliate e sfiduciate, non trovo i Suoi sentimenti esagerati, mi sembrano comprensibili. Da come scrive sembra che in questi giorni si sia tenuta dentro il Suo malessere e che adesso vorrebbe agire. Non mi vengono in mente molte alternative al parlarne con lui per capire cosa lo spinge a comportarsi così e per dirgli come questo La fa sentire. Penso sia questo il punto di partenza per poter ragionare su come andare avanti. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Rapporto madre figlia

Apri domanda

Buongiorno Annie, descrive un rapporto conflittuale da sempre. La mamma decideva per Lei e Lei lasciava che decidesse. Questa modalità disfunzionale continua anche a distanza, nonostante Lei sia una persona adulta e autonoma in altri ambiti della Sua vita. Sembra che Lei desideri e allo stesso tempo tema il distacco da Sua madre. Provi a riflettere su cosa ha paura che succederebbe se prendesse una decisione che la mamma non approva. Ce la sta mettendo tutta ma continua a stare male in questa relazione che a sua volta influenza anche la relazione di coppia. Ha spiegato con molta chiarezza cosa succede ma purtroppo non è un problema da risolvere in poche righe. Per stare meglio è necessario conoscere ulteriori dettagli, comprendere meglio come è e come si è instaurato questo rapporto, cosa Le impedisce di cambiare, quale sarebbe la situazione per Lei accettabile o meglio desiderata e poi cominciare a percorrere la strada verso il Suo obiettivo. Non è facile cambiare le cose quando "è sempre andata così" ma non è certo un'impresa impossibile, anzi e per affrontarla può farsi aiutare. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come spiegare a mia figlia di 4 anni che il nonno sta morendo?

Apri domanda

Caro Marcello, mi dispiace molto per il nonno che sta male. Lei come genitore ha intuito che non è utile creare un tabù attorno alla morte, non parlarne o cercare di fare come se niente fosse davanti a Sua figlia. I bambini percepiscono che in famiglia qualcosa non va, che qualcosa è cambiato, che i genitori sono preoccupati o tristi. Si può dire alla bambina che il nonno ha tanti anni (per lei che è piccola è così) e che sta molto male e che succede così, che le persone alla fine, dopo tanti anni muoiono. A 4 anni i bambini fanno fatica a comprendere l'irreversibilità della morte, spesso si aspettano che la persona ritorni. Anche per questo motivo sono da evitare frasi poco chiare come Non c'è più, è andato via, è partito per un lungo viaggio ecc. La morte non è da collegare solo alla malattia per non spaventare la bambina che ha bisogno di capire che dalle malattie di solito si guarisce. Potrebbe farvi qualche domanda difficile come Morirai anche tu... o io? La rassicurazione non è solo nelle parole (Noi stiamo tutti bene...), ma anche nei gesti, nelle espressioni di affetto, nella vicinanza. Se è possibile, se la situazione lo consente, si può andare a trovare il nonno (dipende in che contesto e in che condizioni si trova), a salutarlo, rispettando allo stesso tempo sa la bimba non vuole. Oppure la bambina può fare un disegno per lui. Un'altra cosa che può aiutare è fare un paragone con il mondo animale o delle piante che hanno un loro ciclo di vita, ci sono i cartoni o i libri per bambini che toccano l'argomento, forse vi è capitato di leggere a Sua figlia qualche storia dove qualcuno è morto, allora si può fare riferimento a questo. Qualche volta potreste non avere tutte le risposte e allora si può anche dire sinceramente Non lo so. Dopo la morte di una persona cara, a seconda delle proprie convinzioni religiose o non, si può dire Secondo me... o Io penso che... collocando poi la persona in un posto al sicuro, per esempio come un affetto e un ricordo dentro di noi, raccontando anche delle cose belle vissute insieme. A volte si pensa di dover proteggere i bambini dalle emozioni ma invece si possono mostrare, non serve nasconderle, si può dire di essere tristi perché si vuole tanto bene al nonno o che si è preoccupati per lui. I bambini imparano così che è normale provare delle emozioni, che possono concedersele e esprimerle, condividerle, questo sarà utile poi nel corso della vita e non solo quando si vive un lutto. Poi i bimbi hanno il loro mondo, in un attimo passano da una cosa all'altra, dal parlare o fare domande a giocare come se niente fosse oppure a portare nel gioco il loro vissuto. La trasparenza, la sincerità sono gli atteggiamenti più utili e non solo in questi casi. Un abbraccio alla famiglia Dott.ssa Katarina Faggionato...

Perché sono chiuso scontroso ed insicuro?

Apri domanda

Caro Giacomo, hai riconosciuto la funzione protettiva del tuo comportamento che qualche volta metti in atto. Succede quando non ti senti all'altezza della persona che hai di fronte, non sei sicuro di te stesso e cerchi di mostrarti diverso. Ti comporti in modo da allontanare gli altri senza volerlo. Dentro di te vorresti agire diversamente, avere delle buone relazioni, solo non sai come fare. Di fronte a queste situazioni ti senti deluso, diventi triste. Credo succeda da un po' di tempo, visto che dici che sei giunto al limite. Per poter rispondere alla tua domanda bisognerebbe sapere di più di te. Capire come vivi, che altre relazioni hai, come ragioni, come è andata la tua vita fino a oggi, che esperienze hai vissuto. Sarebbe anche utile sapere perché sei stato depresso a 13 anni e come mai non ti ricordi alcun particolare. Forse ti sarebbe utile iniziare un percorso psicologico per comprendere l'origine di quello che oggi ti fa stare male e per trovare una via d'uscita, imparare a rapportarsi con le persone a cui ci tieni, riconoscendo prima il tuo valore personale. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Insicurezza nel partner dopo tanti anni

Apri domanda

Buongiorno Paola, Le suggerirei di parlare apertamente con il Suo compagno per chiarire i dubbi che descrive e che La preoccupano. Scappare non aiuta a risolvere il problema, al massimo lo sposta oppure lo peggiora. Lei si è spaventata, pensava di perdere il Suo compagno e forse anche il lavoro, il “panico” è comprensibile. Fa un po’ pensare la reazione che ha avuto e sarebbe da capire se è stato solo un momento, poi ridimensionato, o se crede davvero che tutta la Sua vita dipenda solo da lui. Chiede come comportarsi. Penso che una buona comunicazione sia la chiave per avere una relazione serena. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Non riesco più a essere me

Apri domanda

Buongiorno Marika, i disturbi di tipo psicotico non fanno soffrire solo il paziente ma anche le persone che si prendono cura di lui. Il carico dei familiari è importante, ci sono i costi oggettivi come per esempio il tempo dedicato al familiare e poi quelli soggettivi come il senso di impotenza, l'isolamento, la difficoltà a farsi i propri programmi, non sapere come rapportarsi con il familiare affetto dalla malattia mentale. È molto importante mantenere i propri spazi personali. Se il Suo fratello è seguito presso il Centro di Salute Mentale, potrebbe informarsi se sono previsti degli incontri informativi e di supporto per i familiari. In ogni caso può valutare anche un supporto psicologico individuale per Lei. Un caro saluto Dott.ssa Katarina Faggionato...

Fidanzato depresso e coinvolgimento emotivo

Apri domanda

Buonasera Emms, è stata bravissima a riconoscere il bisogno di aiuto del Suo ragazzo e anche di non potersi prendere Lei questo carico. Due sedute sono pochissime, il collega starà raccogliendo le informazioni necessarie per poter iniziare il percorso nel modo migliore. Purtroppo le emozioni negative persistenti tendono spesso a influenzare anche le persone attorno. Per proteggersi dal malessere di cui parla può fare due cose; mantenere i Suoi spazi personali frequentando gli amici, dedicandosi alle cose che Le fanno piacere o anche semplicemente stare un po' per conto proprio e, quando sta con il Suo ragazzo e lui Le parla molto delle Sue difficoltà, dirgli con sincerità quello che ha scritto qui. Che Le dispiace vederlo stare male, che ci tiene molto e si preoccupa per lui, che si fida dell'aiuto professionale che sta ricevendo e che Lei non saprebbe aiutarlo allo stesso modo. Può anche dire "non lo so" quando non sa dargli una risposta. Dalle Sue parole si comprende chiaramente che ci tiene molto a lui e desidera solo vederlo stare meglio, di certo non risulta "cattiva". Se i "pensieri orribili" sono idee suicidarie, capisco che La spaventano e che non vorrebbe sentirli. Non dipendono dal Suo non ascoltare abbastanza. Capita a volte di avere questi pensieri quando si sta molto male, quando non si vede speranza per il futuro o ci si sente soli o di peso agli altri e si vorrebbe scappare da questa situazione. Il Suo ragazzo sa di non essere solo e vuole stare meglio, visto che ha intrapreso un percorso ed è importante che condivida le Sue difficoltà e i pensieri con il terapeuta. Cercate di fare insieme qualcosa che piace a entrambi, anche piccole cose per portare l'attenzione altrove, vedere gli amici, guardare un film, qualsiasi cosa. Ha provato a sentire il consultorio o il Centro di salute mentale per i colloqui per Lei? Forse non ci sono sempre questi tempi biblici. E potrebbero bastarLe poche sedute. Anche alcune scuole di psicoterapia fanno la cosiddetta terapia solidale, provi a informarsi. A Roma per esempio c'è la Scuola cognitivo comportamentale APC, può chiedere se c'è questa possibilità. Non sono gratuiti ma hanno un costo molto ridotto. Spero in un miglioramento al più presto e Le mando un caro saluto. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Senso di colpa

Apri domanda

Buonasera Irene, comprendo che si vergogna a parlare di cose così intime, è normale e capita spesso alle persone, anche in terapia e soprattutto all'inizio. Ma se questo episodio Le ha lasciato un malessere che non passa e pensa che iniziare un percorso Le potrebbe essere d'aiuto, provi a fare il passo, contatti un professionista della Sua zona e vedrà che molto presto si sentirà a Suo agio. Non sarà costretta a dire le cose che non vuole dire e saranno rispettati i tempi di cui ha bisogno. In bocca al lupo. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Ansia e come muoversi

Apri domanda

Buonasera Alessio, l'ansia influisce molto sulla qualità della vita ma fortunatamente si può affrontare. Ci sono alcune strategie che in generale aiutano ma funziona meglio una terapia mirata. Non dice quanti anni ha e cosa di preciso Le succede ma ha capito che un supporto psicologico Le sarebbe utile. Se non può andare privatamente, può provare a rivolgersi al servizio pubblico chiedendo informazioni al consultorio. Anche alcuni Centri di salute mentale offrono il servizio psicologico facendo pagare solo il ticket valido per un ciclo di colloqui. Oltre a questo potrebbe trovare un po' di sollievo leggendo qualche libro di auto-aiuto. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Rapporti marito sua famiglia

Apri domanda

Cara Lucrezia, si sente molta tristezza dalle Sue parole. Condivide la Sua vita con un uomo da cui non si sente amata, dalla famiglia di lui non si sente accettata. Ha vissuto esperienze dolorose nel passato e forse anche per questo sente forte il bisogno di una vicinanza affettiva che si sforza di ottenere. Alla fine di tutto questo sta perdendo fiducia in se stessa. Accenna al lavoro che forse è un ambito della Sua vita che funziona. Sarebbe utile sapere se c'è dell'altro che La fa stare bene. Qualche amicizia, gli interessi o altro. Alla fine del Suo scritto chiede aiuto. Sono tanti i fattori in gioco e per poterLa aiutare bisognerebbe approfondirli. Valuti un percorso psicologico, ci sono diversi aspetti su cui varrebbe la pena di lavorare. Le auguro il meglio. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Comportamento insolito paziente bipolare

Apri domanda

Buongiorno Maya, cosa intende con "non ha segni di invecchiamento cerebrale"? Che ha fatto un esame strumentale che non rivela nulla? Ha fatto la valutazione neuropsicologica per capire se non c'è un decadimento cognitivo? È stata vista da un neurologo? Poi, visto il disturbo bipolare, fa i controlli dallo psichiatra che è a conoscenza del problema? Ci sono questi e forse altri aspetti da approfondire per capire il comportamento della nonna e decidere i passi successivi. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Senso di colpa e giudizio degli altri

Apri domanda

Cara Francesca, ha compreso perfettamente cosa Le succede. Non crede in se stessa, si giudica in base a come pensa la giudichino gli altri. Per non rischiare un giudizio negativo e/o il senso di colpa, per essere accettata e apprezzata, sceglie il comportamento passivo, accondiscendente che al momento La fa sentire al sicuro. Dopo però si rende conto che così non sta bene, che non rispetta se stessa, Le sembra che gli altri siano più importanti di Lei e non è contenta di come ha agito. Con questo meccanismo si rinforza ulteriormente la bassa autostima. Credo sia un po' difficile risolvere da sola, sarebbe utile essere accompagnata per ottenere il cambiamento che desidera. Un percorso psicologico La può aiutare a superare queste difficoltà, a stabilire le Sue priorità, scoprire e poi affrontare gli ostacoli che non Le permettono al momento di agire diversamente. Ha bisogno di imparare che il Suo valore personale non dipende dall'opinione degli altri, che ha diritto di esprimere la propria opinione, di agire secondo i propri valori e anche di sbagliare e che chi sbaglia non per questo vale meno. L'ansia e la tristezza sono solo conseguenze delle Sue difficoltà attuali. Vedrà che man mano andrà avanti nel percorso, starà meglio anche emotivamente. Rimango a disposizione se ha bisogno di sapere altro prima di decidere e in ogni caso Le faccio un grande in bocca al lupo. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Medico diagnosta può prescrivere antidepressivi alla prima visita?

Apri domanda

Gentile Sara, la terapia farmacologica andrebbe discussa con il medico che l'ha prescritta. È un Suo diritto chiedere. La domanda che ha fatto a noi la può rivolgere al medico, quindi chiedere per quale motivo Le abbia prescritto questi farmaci, sicuramente avendoLa visitata potrà spiegarLe. Diversi disturbi psichici hanno le loro manifestazioni fisiche, anche per esempio a livello intestinale. Quando si sospetta una componente psichica, il medico può scegliere, come nel Suo caso, di curare il paziente (anche) con un ansiolitico o un antidepressivo. Potrebbe essere una buona idea quella di contattare il Suo psicologo o eventualmente un altro. Per precisare, lo psicologo non prescrive i farmaci, lo può fare solo il medico. Allo stesso tempo, noi psicologi spesso collaboriamo con gli psichiatri o con altri medici, in particolare quando è necessaria anche la terapia farmacologica. Spero di averLa aiutata a chiarire un po' i Suoi dubbi. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Mio non riesce ad interagire con nessuno

Apri domanda

Cara Saveria, comprendo bene la Sua preoccupazione di mamma per il figlio che vede in difficoltà. Può rassicurarlo, dirgli che sono cose che possono succedere e succedono a diverse persone ma che si possono affrontare e non significano affatto l'impossibilità di trovare nuovi amici o la ragazza. Troverà storie simili anche su queste pagine. Quando si sta male, il problema sembra gigante e insuperabile ma per fortuna non è così. Valutate insieme la possibilità di chiedere un aiuto professionale per Suo figlio. Potete cercare uno psicologo nella Vostra zona o, se dovesse essere difficile, eventualmente anche online. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come posso aiutare il mio fidanzato a uscire dal blocco che ha?

Apri domanda

Cara Ilenia, mi sembra comprensibile la preoccupazione che sente davanti al cambiamento nel Suo ragazzo nel momento in cui avete deciso di fare un passo importante nella vita - andare a vivere insieme, costruire la casa. Sarebbe utile capire come avete affrontato fino a oggi il tracollo che descrive e come sono state le infinite discussioni, come le avete vissute, con quali emozioni, se hanno risolto qualcosa o se hanno aumentato la tensione. Riuscite a parlare apertamente di questi e di altri temi importanti? Ognuno di Voi si sente libero di esprimere quello che prova, senza paura della reazione dell'altro? Sono successe altre cose ultimamente? Ha fatto molto bene a esprimere la Sua paura per il futuro e sono d'accordo con la collega che sarebbe utile affrontarla. Ne ha parlato anche con il Suo ragazzo? Chiede come essergli d'aiuto nell'affrontare tutto questo, ma penso che anche Lei abbia bisogno delle risposte alle Sue preoccupazioni. Direi di partire da un dialogo sincero in cui esprimergli la Sua vicinanza e la comprensione per le sue preoccupazioni e dirgli apertamente quello che preoccupa Lei. Chiaramente è meglio farlo in un momento tranquillo. Capisco che non è facile e che potrebbe pensare di averci già provato nell'ultimo mese. E visto che ci scrive, immagino senta il bisogno di essere aiutata nel trovare una via più efficace. Provi con una consulenza psicologica. Un incontro per Lei in cui chiarire meglio e aggiungere alcuni dettagli utili per comprendere la situazione e per valutare se può servire altro e che cosa esattamente. In alternativa potete chiedere un appuntamento insieme, se il Suo ragazzo è d'accordo e poi si vedrà se e come procedere. La terza possibilità è dirgli che si sente preoccupata nel vederlo così chiuso e pieno di pensieri, che vorrebbe aiutarlo, ma non sa come e domandargli che ne pensa del chiedere un aiuto professionale. Ci vuole delicatezza in modo che non si senta accusato di essere lui il problema ma lo conosce da tempo e saprà come parlargli. Lei è stata chiarissima nel descrivere il problema ma ci sono troppo poche informazioni per poter essere più concreti di così ed è anche difficile farlo in questo spazio. Le auguro di risolvere al più presto e rimango a disposizione se ha altre domande. Dott.ssa Katarina Faggionato (Vicenza)...

Ansia da prima esperienza lavorativa.

Apri domanda

Cara Roberta, la Sua vita è cambiata, così come è cambiato il Suo ruolo; da studentessa a lavoratrice. Questo porta con sé nuove responsabilità, ci si sente in qualche modo alla prova e si può provare l'ansia, è normale e ci vuole un po' di tempo per adattarsi, come succede ogni volta quando qualcosa di importante nella nostra vita cambia. L'ansia che prova una volta tornata a casa è dovuta ai pensieri che descrive molto chiaramente. Se pensa di non farcela, di non essere all'altezza e in più di non riuscire a vivere questa nuova esperienza come si "deve", l'ansia e il dispiacere sono solo una logica conseguenza. È chiaro che non si fa venire apposta questi pensieri, Le vengono, ma Lei si sente costretta a dar loro molto spazio, a farsi convincere e questo non Le permette di stare tranquilla. Provi ad accettare questa emozione come tutte le altre, come normale e comprensibile, sia paziente con se stessa, si conceda il tempo per imparare e si riconosca il diritto di non sapere sempre tutto. Avere delle colleghe disponibili è un'ottima cosa, credo che nessuno si aspetti che una persona fresca di laurea si orienti immediatamente nel mondo del lavoro. Se non lo pretende neanche Lei da se stessa, ha già vinto. Neanche l'essere contenta può essere imposto, arriverà con i suoi tempi. In bocca al lupo e complimenti per il Suo percorso. Dott.ssa Katarina Faggionato (Vicenza)...

Matrimonio: stare insieme per i figli o prendere strade differenti?

Apri domanda

Buonasera, temo di non poter fornire un commento "affascinante", ma cerco di comprendere la situazione che descrive e che La fa stare male, sperando di poterLe essere d'aiuto. Se legge da tempo le discussioni riguardanti il matrimonio infelice, immagino stia da tempo riflettendo sul Suo, sentendosi infelice e allo stesso tempo responsabile della felicità dei Suoi figli. Penso che da papà amorevole sia preoccupato di "rovinare" la vita dei figli (e qui si potrebbe aprire un capitolo) nel caso decidesse di separarsi. E così ha scelto di "sopravvivere", rimanendo nella situazione in cui evidentemente soffre. Non dice come è andata prima di arrivare a questo punto della relazione, se avete provato con la terapia di coppia o se sperava che la situazione in qualche modo migliorasse. Ma immagino che abbia provato mille volte a parlare con Sua moglie, ma non avete ottenuto i risultati sperati e anzi, si arrivava allo scontro che adesso comprensibilmente vuole evitare. Sembra però che la strategia della sopravvivenza non funzioni e questo non funzionamento, mi viene da pensare, non fa male solo a Lei. Per non scoppiare si prende la Sua ora di relax, così per un po' sta lontano da tutto, portando il corpo e la mente in uno spazio diverso. Ma poi la Sua sensazione di vivere una vita infelice si ripresenta. A proposito dell'aiuto che vorrebbe chiedere e in qualche modo sta già chiedendo; molte persone arrivano negli studi degli psicologi sperando in una ricetta magica. È normale e comprensibile, perché si è sopraffatti dai propri problemi, di solito presenti da tempo, si arriva perché non se ne può più, si vorrebbe solo scappare dal malessere che si prova e tante volte si pensa di non avere la forza di lottare ancora, dopo aver provato di tutto e allora si spera di ottenere un qualche cambiamento quasi miracolosamente, senza ulteriore dispendio di energie. Da qui comincia il lavoro. Si accoglie la sofferenza e le emozioni che la accompagnano, si condivide il problema e si inizia a ragionare insieme sull'obiettivo che si vorrebbe raggiungere, a volte con qualche aggiustamento, e sulle strade da intraprendere per arrivarci. Di solito arriva un primo piccolo sollievo in tempi piuttosto brevi, permettendo di acquisire una maggiore fiducia nel proprio futuro e in se stessi e un po' alla volta si costruisce, sempre insieme. Credo che Lei abbia bisogno di aiuto in questo e di non sentirsi solo nel Suo turbamento. Le auguro di trovare dentro di sé la forza, il coraggio e almeno un po' di fiducia necessari per fare il passo, quello di prendere la decisione di farsi aiutare concretamente. Un caro saluto. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come andare avanti?

Apri domanda

Buonasera Chris, ha passato un periodo davvero difficile, ha subito diverse perdite in vari ambiti importanti della vita, il Suo malessere è comprensibile. Capisco che è difficile adesso per Lei sentirsi la persona solare e positiva di sempre. Vedere il buio davanti e sentirsi solo nell'affrontare gli ostacoli della vita mantiene la tristezza di cui parla. Fa molta fatica e sente il bisogno di essere aiutato, di condividere il Suo stato d'animo, le emozioni, tutto quello che Le sta succedendo e soprattutto ha bisogno di cercare l'uscita da questo buio. Ha ragione che non si torna indietro, ma si possono cambiare le cose da adesso in poi. Può farsi accompagnare in questo percorso per tornare a essere Chris solare di qualche tempo fa. Le auguro di stare meglio presto e rimango a disposizione. Un caro saluto Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come affidarsi ad uno psicologo se odio parlare dei miei problemi?

Apri domanda

Cara Sophia, ogni persona dice allo psicologo solo le cose che vuole dire. A volte c'è bisogno di tempo, di gradualità, si inizia con dire una cosa che poi può essere approfondita più avanti. Anche se di solito le persone non vedono l'ora di raccontare quello che pesa loro e che è stato il motivo della richiesta, perché finalmente si sentono libere di farlo, senza essere giudicate, sanno che possono fidarsi, che lo psicologo è tenuto strettamente al segreto professionale. Lei ci chiede come affidarsi allo psicologo e dice anche che è da un bel po' che sta valutando una consulenza. Questo mi fa pensare che Lei senta il bisogno di parlare di qualcosa. Avrà un motivo per cui sta pensando di farlo, giusto? La seconda cosa è la Sua preoccupazione di non essere in grado di spiegare i Suoi problemi. Le rispondo subito; non è un problema. E mi sento di rassicurarLa; ci pensa lo psicologo ad aiutarLa a parlarne e lo fa nel pieno rispetto della Sua persona. Tornando alla prima cosa che Le ho scritto, dirà solo le cose che vuole dire e non sarà forzata ad andare oltre. Ho anche pensato che forse si preoccupa di cosa succede nello studio dello psicologo. È un pensiero che hanno molte persone. Anche qui La posso rassicurare, di solito ci si sente a proprio agio molto presto. Alla prima seduta si chiede alla persona cosa la porta dallo psicologo e, se è necessario, la si aiuta a spiegarlo. Ogni persona è diversa, arriva con problematiche diverse, è più o meno preoccupata, più o meno stressata dalla situazione che vive. Lo psicologo ascolta, accoglie, chiede, parla... è un dialogo tra due persone che alla prima seduta valutano l'opportunità di intraprendere un percorso, un lavoro da fare insieme. Spero di aver chiarito i Suoi dubbi. Se ne ha altri, Le rispondo volentieri. Un caro saluto Dott.ssa Katarina Faggionato...

Perdita del papà e reazione del mio ragazzo. Posso stare tranquilla?

Apri domanda

Cara Helena, il Suo ragazzo ha vissuto un'esperienza molto difficile ed emotivamente impegnativa. Non solo ha perso il papà, ma l'ha anche visto morire, in più in videochiamata. Potrebbe essersi sentito impotente in quella situazione. Essere a distanza, vedere morire il proprio genitore, non poter fare niente, nemmeno tenergli la mano. Se poi avevano un rapporto conflittuale, ci possono essere altri fattori, altre emozioni come il senso di colpa, può succedere. Mi dispiace molto per questa situazione e la Sua preoccupazione naturalmente è comprensibile. Questo evento a parte, il Suo ragazzo sembra si vieti, per qualche motivo che non conosciamo, di mostrare le proprie emozioni. Lei che lo conosce bene, l'aveva intuito. Senza conoscerlo si possono fare solo delle ipotesi che non sono molto utili al momento. Forse vorrebbe essere un uomo forte e il pianto è per lui in contrasto con questa immagine. Forse teme il giudizio altrui, forse ci sono altri motivi. Stare male a una settimana dalla perdita è normale, costringersi a nascondere le emozioni certo non aiuta. Quello che può fare lo sta già facendo, standogli vicino, dandogli la possibilità di parlare e rispettando la sua scelta. Se il Suo ragazzo dovesse sentirsi in difficoltà, potrebbe chiedere un aiuto psicologico, ma deve essere lui a volerlo. A volte basta che passi il tempo necessario, diverso per ogni persona, altre volte non basta e allora diventa opportuno farsi aiutare. Per quanto riguarda Lei, vedrà come procede e se continuerà a sentirsi molto preoccupata, può chiedere una consulenza. Spero che il tempo vi aiuti entrambi e che ritroviate al più presto la vostra serenità. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Non riuscire a piacersi

Apri domanda

Buonasera Rosy, ci sono pochi elementi per poterLe dare una risposta. La Sua difficoltà a piacersi può avere a che fare con la Sua autostima. Ma se il percorso di cui parla è una psicoterapia, ne parli con il Suo terapeuta. La conosce e insieme potreste trovare la risposta. È bella la Sua curiosità di conoscersi, può essere un percorso interessante e soprattutto, come dice Lei, utile per il Suo benessere. Un caro saluto Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come posso aiutare un'amica?

Apri domanda

Cara Ilaria, è fortunata la tua amica ad averti accanto. Ma difficilmente potrai convincerla delle cose a cui non crede. Anche perché non è possibile prometterle cose che non dipendono da te. Non basta desiderare di trovare un partner perché questo succeda ma si può andare incontro alle occasioni. Invece puoi sicuramente fare qualcosa per la vostra relazione. Puoi dire alla tua amica sinceramente come ti senti, che cosa provi quando ti dice queste cose. Puoi anche chiederle cosa puoi fare per lei. Certo che non è una colpa avere qualcosa che l'altro desidera ma non ha, anche se a volte capita di sentirsi così. Allo stesso tempo è comprensibile il dispiacere della tua amica, il suo essere un po' invidiosa ma sarebbe un peccato vivere male la vostra relazione, l'amicizia è preziosa. In bocca al lupo a entrambe! Dott.ssa Katarina Faggionato...

Una figlia a convenienza

Apri domanda

Cara Maria, leggendo la Sua storia diventa comprensibile la Sua paura di oggi. Ma Lei non è Sua mamma né nessun altro e le Sue bambine sono cresciute da persone diverse, Voi due - loro genitori. Da quello che scrive emerge tutto il peso si sente ancora addosso e credo valga la pena di affrontare questi temi. Un percorso psicologico La potrebbe aiutare a chiarirsi alcune cose, sentirsi più sicura nel ruolo di mamma, di moglie, stare bene con se stessa. Sentirsi amati e al sicuro sono bisogni molto importanti nella vita delle persone e posso solo immaginare quanto Le sia difficile non percepirli soddisfatti. Anche per questi aspetti troverei utile che si concedesse uno spazio dedicato. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come mai non provo più desiderio sessuale?

Apri domanda

Cara Elena, è probabile che la risposta al Suo dubbio se l'abbia già data nella seconda parte del Suo racconto. Immagino che per alcuni aspetti pratici di cui parla sia necessario un po' di tempo. Per quelli psicologici, come il Suo vissuto di tutto questo, potrebbe valutare un aiuto professionale. Proprio perché sta accumulando un malessere difficile da smaltire. La relazione con il Suo ragazzo Le può essere di aiuto in questo periodo, cerchi di curarla per quanto possibile. Vedrà che quando comincia a stare meglio dal punto di vista psichico, anche il desiderio sessuale tornerà. Per una valutazione completa potrebbe essere utile affrontare il discorso del calo del desiderio anche dal punto di vista fisico, qualche volta dipende dalla situazione ormonale o altro. Anche se sembra esserci una spiegazione psicologica, non va data per scontata. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Pensieri intrusivi, ansia e tremori

Apri domanda

Buonasera Alessandro, i pensieri intrusivi non li possiamo scegliere. Si chiamano intrusivi, perché si inseriscono nel flusso dei nostri pensieri. Non è insolito, anzi. La letteratura ci dice che la maggior parte della popolazione ha i pensieri intrusivi e i temi sono vari. Quelli di tipo aggressivo non sono un'eccezione. Di solito scartiamo velocemente questi pensieri e non ci pensiamo più. Le persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo hanno i pensieri intrusivi con contenuti simili, ma sono più frequenti e più intensi, si dà molta importanza al contenuto e quindi ci si preoccupa. L'ansia e il voler essere sicuri di essere una brava persona fa parte della sintomatologia. Per il trattamento di questo problema di solito si consiglia la psicoterapia cognitivo-comportamentale, a volte in abbinamento con la terapia farmacologica. Quindi, Alessandro, il problema che descrive si può curare, le persone con preoccupazioni simili alle Sue sono tante, è una cosa gestibile. Se non si tratta di un problema di breve durata, direi che valga la pena di rivolgersi a un professionista e iniziare ad affrontare la situazione. Un caro saluto Dott.ssa Katarina Faggionato...

Scelte di vita

Apri domanda

Caro Marco, il nostro stato emotivo dipende molto dalla visione che abbiamo di quello che stiamo vivendo. Lei ha fatto questa scelta e adesso pensa di aver sbagliato e di non farcela ad andare avanti con gli studi. Questi pensieri La portano a provare l'ansia che descrive. 4 anni sono pochi rispetto al tempo della vita dedicato all'attività lavorativa e allo stesso tempo 6 anni di studio sono sicuramente impegnativi. Tutto dipende dai Suoi valori, dalla motivazione e dagli obiettivi che si pone. Immagino non abbia deciso senza riflettere. In ogni caso complimenti per aver passato il test a medicina! Vivere con l'ansia e non riuscire a godersi i risultati ottenuti o la strada che porta verso i risultati desiderati, fa comprensibilmente stare male, ne risente l'umore e anche diversi ambiti della vita. Se la situazione si protrae, se fa fatica ad affrontare le difficoltà o continua a sentirsi spaventato, in ansia o triste, può chiedere una consulenza psicologica. Sarebbe anche utile sapere se le persone per Lei significative la supportano nelle scelte e come sono le Sue relazioni. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come risolvere i problemi di insonnia?

Apri domanda

Cara Antonella, se la Sua insonnia è dovuta alle situazioni problematiche che ha vissuto e che sta vivendo, appare chiara la necessità di affrontarle. A volte si può agire sulle conseguenze ma non è sufficiente né risolutivo, serve andare sulla causa. Come quando si ha un'infezione e si prende un farmaco per la febbre. Si abbassa la febbre, ma non si risolve l'infezione. Sua suocera potrebbe avere ragione per quanto riguarda l'utilità di un aiuto psicologico. Sopprimere le proprie emozioni non fa bene, così come non aiuta mandare continuamente giù quando si sente il bisogno di avere rispetto di se stessi e non solo degli altri. Quindi il consiglio che mi sentirei di darLe è quello di chiedere un aiuto concreto - rivolgersi a un professionista e cominciare a lavorare per affrontare le cause della Sua insonnia. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Ansia senza motivo

Apri domanda

Cara Amalia, a volte può essere faticoso dover dare sempre il massimo, essere perfetta, allegra, socievole, amata dagli altri, non sbagliare mai. Non si concede nemmeno il permesso di essere in difficoltà, ha paura di arrecare un dolore "immotivato" alla Sua famiglia, di non essere creduta e forse di essere giudicata dai Suoi amici più stretti. Ci sarà un motivo per cui si sente ansiosa, non è il destino. Qualsiasi cosa sia, anche una bella e brava ragazza come Lei ha il pieno diritto di sentirsi così. Ma Lei nasconde la Sua sofferenza a chi Le sta attorno. Crede davvero che la Sua famiglia e gli amici non vorrebbero sapere che sta male e aiutarLa? Sentirsi sola nel proprio malessere lo rende più pesante. E questo lo sa, visto che ha scritto qui, agli psicologi. Sente il bisogno di condividere, di essere aiutata. Per farlo è necessario capire meglio, approfondire alcuni aspetti, arrivare all'origine della Sua ansia. Questo permetterà poi di affrontarla per non trovarsi il peso delle conseguenze, descritte nelle ultime righe e di ritrovare la serenità che tanto desidera. Gliela auguro di cuore. Dott.ssa Katarina Faggionato...

L'ansia controlla la mia vita

Apri domanda

Cara Martina, provo a rispondere al Suo grido d'aiuto. Immagino ci abbia scritto per ricevere una risposta, un consiglio o una rassicurazione. Certo che un percorso psicologico sarebbe utile. Soffre per tutta questa ansia che Le pesa ed è comprensibile che pianga. Anche il pianto dal collega psicologo, mentre cercava di spiegargli come si sentiva, è comprensibile e non c'è niente di male. A volte la partenza è così e non bisogna arrendersi. Andando avanti si cerca di raccogliere tutte le informazioni necessarie per la comprensione del problema e lo si affronta. Insieme. Lei dice che gli essere umani non provano emozioni forti, che chi prova ansia è un fallito, che soffrire d'ansia significa non avere le capacità per raggiungere i propri obiettivi, che le persone attorno a Lei sicuramente La giudicano negativamente e che nessuno La potrà capire. Se davvero pensa tutte queste cose, il risultato può essere solo la mancata fiducia in se stessa e una profonda tristezza. Se vuole stare meglio, ha bisogno di lavorare su tutte queste convinzioni, comprendere da dove viene le Sua ansia e perché non si fida di se stessa. Così poi potrà ottenere un cambiamento ma anche imparare ad accettarsi. Se non è soddisfatta per come stanno andando le cose adesso, può decidere di farle andare diversamente, facendosi aiutare in questo. Le faccio un grande in bocca al lupo! Dott.ssa Katarina Faggionato...

E' il terapeuta giusto?

Apri domanda

Buonasera, perché un percorso psicologico funzioni è necessaria una relazione terapeutica basata sulla fiducia. Alcuni particolari che nomina, oltre al fatto di cercare opinioni esterne, sembrano indicare invece una Sua minore fiducia nel terapeuta negli ultimi tempi. Ma i momenti di blocco non indicano necessariamente che non vada bene il percorso. Anzi, possono essere un punto di svolta. Purché se ne parli. Io Le consiglierei di non disdire l'appuntamento, ma di sfruttarlo per affrontare apertamente questi dubbi. Per quanto riguarda la durata della seduta, immagino Le sia stata spiegata all'inizio la parte formale, riguardante gli aspetti organizzativi. Altrimenti, o se è cambiato qualcosa, non si faccia problemi a chiedere, ci sarà un motivo che ha il diritto di conoscere. La stessa cosa riguarda i compiti. Se ha dei dubbi, se Le sembrano inutili, se non capisce perché si ripete sempre lo stesso compito, semplicemente chieda. A me è capitato di dare per scontato qualche aspetto, la stessa cosa potrebbe succedere anche ad altri colleghi. La richiesta di chiarimento è sempre apprezzata. Se dopo un dialogo aperto e sincero rimarrà ancora dell'idea di non poter più trarre benefici dal percorso, naturalmente è libero di fermarsi. La psicoterapia è un investimento in qualcosa di prezioso - se stesso, nel proprio benessere. Se la percezione è quella di buttare via i soldi, mi sembra un validissimo motivo per affrontare l'argomento. Spero di esserLe stata di aiuto. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Madre malata, tanta rabbia e stress

Apri domanda

Cara Elettra, i sentimenti che prova sono comprensibili e, forse si sorprenderà, molto frequenti nelle persone che si prendono cura di un familiare malato. Lei in più si occupa del Suo bimbo ancora molto piccolo e lavora. Immagino sia sovraccaricata e preferirebbe una realtà diversa. A volte ci si giudica male per la propria insofferenza o per il desiderio di sottrarsi dalla situazione pesante. Ma non c'è niente di male in tutto questo. Le sarebbe di aiuto fare il possibile per ritagliarsi almeno qualche piccolo momento per se stessa. Le sembrerà impensabile, ma c'entra la Sua salute e la qualità di vita. Non è un comportamento cattivo il Suo, può capitare di perdere le staffe quando si è stanchi, tristi e arrabbiati insieme, quando si vorrebbe tanto cambiare le cose e allo stesso tempo ci si sente impotenti. Il Suo "non ne posso più" fa capire chiaramente la difficoltà che si trova ad affrontare. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

É possibile guarire da un disturbo di personalità?

Apri domanda

Buongiorno Giu, a grandi linee: quando si parla dei disturbi di personalità, ci si riferisce ad alcune caratteristiche tipiche e stabili che si manifestano nel modo di pensare e di comportarsi della persona. Il malessere sta nelle conseguenze nei vari ambiti della vita quotidiana della persona che ne è affetta, nelle relazioni, al lavoro ecc. Queste caratteristiche si trovano nei vari disturbi di personalità, ci sono quindi degli elementi in comune. Per questo motivo, da un po' di tempo, la terapia si concentra su questi aspetti problematici, piuttosto che sulle singole tipologie dei disturbi di personalità. Un esempio può essere la difficoltà di comprendere i pensieri degli altri, diversi dai propri o la difficoltà di prevedere l'effetto del proprio comportamento sugli altri o una percezione della realtà soggettiva e disfunzionale, quindi un'interpretazione che la persona dà alle situazioni e che la fa stare male. In terapia si può imparare a riconoscere questi aspetti e si lavora per ottenere un cambiamento che ha lo scopo di ridurre il malessere e di migliorare la qualità della vita. I disturbi di personalità sono quindi curabili. Possono permanere certe caratteristiche, stabili appunto, ma si impara a gestirle. Le consiglierei di parlarne apertamente con la Sua terapeuta. Visto che si fida, non si faccia problemi a chiedere se qualcosa non Le è chiaro o se Le sembra di non aver ricevuto una risposta comprensibile. La collega La conoscerà ormai bene e saprà spiegarLe nel migliore dei modi e in modo concreto, riferendosi alle Sue caratteristiche personali, senza parlare in generale, come può fare chi sa poco o niente di Lei. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Ho paura degli altri

Apri domanda

Cara Letizia, un motivo per la Sua insicurezza ci sarà e fa parte della terapia cercare di capirlo. Descrive alcune soddisfazioni nella Sua vita attuale, il percorso di studi portato a termine, il lavoro e la relazione affettiva soddisfacenti. Evidentemente Lei ha delle capacità e delle caratteristiche che La fanno andare avanti e che gli altri apprezzano. Il problema è che forse non riesce ad apprezzarsi abbastanza Lei stessa. Immagino quanto possano pesarLe le conseguenze della Sua bassa autostima, le difficoltà nelle relazioni in particolare. Le origini di tutto questo probabilmente si troverebbero nella Sua storia di vita. Forse è stata criticata, rimproverata o spinta a rendere sempre al massimo, non sentendosi poi abbastanza brava, capace, all'altezza. È solo una possibile spiegazione, ce ne possono essere altre, ma bisognerebbe conoscerLa. Il fatto di bloccarsi adesso, per esempio stando zitta in un gruppo di persone, peggiora ulteriormente il problema, perché non si dà la possibilità di sperimentarsi. Probabilmente reagisce così per la paura di essere giudicata negativamente dagli altri. Ma queste cose si possono affrontare in un percorso mirato. Sono d'accordo con il collega che Le ha risposto prima di me, non rinunci, ha tutta la vita davanti, vale la pena di impegnarsi per stare poi bene, giusto? In bocca al lupo! Dott.ssa Katarina Faggionato...

Passività verso la vita

Apri domanda

Cara Anna, che cosa intendi con il "modo soft"? Sono stati fatti diversi studi sull'efficacia della terapia online e i risultati sono buoni. Lavorare a distanza non significa affatto lavorare con meno impegno o fare meno fatica. Parlo di fatica perché un percorso psicologico spesso è faticoso. Si desidera ottenere un cambiamento della situazione attuale e ogni cambiamento richiede impegno. La decisione se lavorare online o in presenza dipende da diversi fattori. Ci sono alcuni disturbi psichiatrici per i quali è necessario avere una rete di aiuto vicino a casa e ci sono altre problematiche che si possono affrontare molto bene anche a distanza. Un altro fattore importante è come ci si sente. C'è chi vuole lavorare in ogni caso in presenza, chi invece preferisce non doversi spostare o ancora chi, per delle difficoltà proprie, si sente più al sicuro a lavorare online. Ho chiesto ai miei pazienti con i quali lavoro a distanza come si trovano. Qualcuno dice di non perdere niente rispetto al lavoro in presenza e apprezza questa possibilità per vari motivi (permanenza all'estero o comunque distante, quarantena, risparmio di tempo). E poi c'è chi preferisce essere presente. Per cui, Anna, dipende da te, come ti senti. Non direi proprio che si aggiri il problema. L'altra tua domanda riguardava il sentirti pessimista e inadeguata verso i risultati che potresti ottenere. È frequente che le persone arrivino scoraggiate. Succede o per delle esperienze di vita o a volte per delle terapie precedenti che per qualche motivo non hanno portato al risultato sperato o perché si pensa di essere gli unici ad avere quel tipo di problema o perché ci si considera "un caso perso". Non è quindi un segno di non essere pronti e un po' di fiducia c'è sempre, altrimenti non si prenderebbe la decisione di iniziare o almeno di provare. E da qui si parte e si costruisce. Man mano che si sta meglio, la motivazione e la fiducia di solito aumentano. Invece con inadeguata che cosa intendi? Questi dubbi ti consiglio di esporli apertamente al professionista che contatterai. Si cercherà di capire e quindi di trovare la risposta. Spero di aver risposto alle tue domande, in bocca al lupo, buon inizio. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Vorrei ricominciare un percorso psicologico

Apri domanda

Cara Giuli, se ho capito bene, tra poco avrà il primo appuntamento con lo psicologo. La Sua paura che sia una perdita di tempo è comprensibile, visti i pochi risultati nel passato. In più, sentendosi confusa come descrive, può essere difficile pensare in modo razionale. È stata brava a prendere coraggio e la decisione di iniziare. Perché la terapia funzioni è necessaria una buona relazione terapeutica e la fiducia tre Lei e lo psicologo. Dovrebbe instaurarsi e rafforzarsi un po' alla volta e il lavoro che andrete a fare insieme La aiuterà a calmare la mente. Racconti al collega tutto quello che ha scritto qui, non solo le difficoltà, ma anche le Sue aspettative, è importante. Non abbia paura di fare delle domande, saranno utili per la ricerca delle possibili soluzioni reali che si aspetta, un passo alla volta. Non so quale sia l'approccio che ha scelto, ma ci sono delle strategie per gestire l'attesa dell'appuntamento successivo. È normale e frequente pensarla come descrive, in particolare all'inizio. Dopo dovrebbe andare meglio. Le faccio un grande in bocca al lupo per il Suo percorso. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Ansia nel parlare e timidezza

Apri domanda

Caro Stefano, l'ansia come la tua è piuttosto frequente, anche tra i ragazzi della tua età. Basta che leggi le domande su questo sito o su altri simili per vedere che non sei solo. Si tratta in ogni caso di un problema che si può affrontare. Speravi che passasse da solo, ma potresti valutare un aiuto professionale per gestire le tue difficoltà. Per un po' di tempo forse rimane una montagna, ma non più insormontabile. Ci sono alcune strategie che viene spontaneo mettere in atto, ma che alla fine sono controproducenti. Succede, perché queste "soluzioni" servono per evitare l'ansia, evitando le situazioni in cui la si prova. Come quando decidi di non uscire di casa per paura di essere giudicato, ma poi questo ti fa sentire non in grado di affrontare certe situazioni. In questo modo si instaura un circolo vizioso, l'ansia non diminuisce e a volte aumenta e soprattutto non se ne esce più. Un percorso psicologico ti permetterebbe di riconoscere questi meccanismi e di imparare le strategie più funzionali. Allo stesso tempo sarebbe utile lavorare sulle tue preoccupazioni, in particolare sulla paura di essere giudicato. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Rifiuto del concetto di morte

Apri domanda

Buonasera Roberto, se in questi 6 anni non ha trovato una risposta soddisfacente alla Sua preoccupazione legata al tema della morte e soprattutto se non ha ritrovato la serenità, potrebbe valutare un aiuto professionale. Domande utili da esplorare sono per esempio che cosa di preciso Le fa paura, che cosa teme di perdere e che cosa è successo nella Sua vita nell'ultimo decennio, ma non solo. Sembrano quesiti apparentemente banali, ma se ci pensa, non è così. Ha paura di non portare a termine qualcosa? Di annullarsi Lei in qualche modo? Si immagina un dopo? O un niente dopo? C'è un'idea di qualcosa che non riesce ad accettare, tollerare? I pensieri sulla morte Le occupano la mente e Le impediscono di vivere appieno il presente. È un costo alto quello che sta pagando e La spinge, comprensibilmente, a cercare un cambiamento. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Piango: sarò lontana dalla mia famiglia per 4 anni

Apri domanda

Cara Lara, certo che è normale sentire la mancanza della Sua famiglia, soprattutto all'inizio. Immagino ci siano delle cose positive che La hanno spinta verso questa esperienza. Solo che ci vuole un po' di tempo per adattarsi alla nuova situazione, a riorganizzarsi, a prendere i ritmi della Sua nuova vita. Per fortuna la tecnologia ci fa sentire meno lontani, anche se non è come essere fisicamente vicini, ma sicuramente è un grande aiuto. Si conceda i Suoi sentimenti dovuti al distacco e poi si goda la Sua nuova esperienza. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Ansia alla guida e paura di guidare

Apri domanda

Cara Maria Chiara, la paura di guidare è piuttosto frequente. Come la maggior parte delle paure, non si risolve evitando la situazione stressante. Questo perché l'evitamento ti aiuta a fermare l'ansia solo in quel preciso momento in cui decidi di non affrontare il problema. Ma a lungo andare diventa peggio, come tu stessa racconti; aumenta il senso di inadeguatezza, l'ansia diventa man mano più intensa, si ha sempre meno fiducia in se stessi, aumenta lo stress, la paura del giudizio e l'autocritica. Allo stesso tempo capisco che ti è difficile fare una cosa che tanto ti spaventa. Potresti lavorarci con l'aiuto di un professionista. A volte l'ansia e il senso di inadeguatezza non si provano solo in una situazione specifica. Succede anche che le persone hanno così tanta paura di guidare che smettono per molto tempo e poi non se la sentono più. In questi casi a volte può essere di aiuto pagarsi qualche guida con l'istruttore, è diverso dall'avere a fianco qualcuno di famiglia. Ma se il problema principale non è la mancanza di pratica, ma qualcosa che ti tieni dentro, vale la pena di affrontarlo. Ti auguro di conquistarti presto l'autonomia che desideri. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come superare la difficoltà di socializzazione?

Apri domanda

Cara Cetti, forse ha qualche insicurezza, potrebbe riguardare qualcosa che pensa di se stessa e Le viene automatico chiudersi davanti agli altri nel tentativo di sentirsi più al sicuro. E gli altri, erroneamente, leggono il Suo atteggiamento come rabbia o tristezza. Il costo finale per Lei è quello di sentirsi isolata dagli altri, in difficoltà nelle relazioni e forse anche non compresa. Lavorando a contatto con il pubblico, comprensibilmente percepisce molto questo disagio. È stata brava a trovare il coraggio per fare il primo passo, vuol dire che ha deciso di cambiare le cose per stare meglio. Sarà da capire bene che cosa Le succede quando si trova di fronte a un'altra persona e che cosa Le impedisce di relazionarsi come vorrebbe. E poi, un po' alla volta, imparare a farlo. Non c'è bisogno di aspettare per via del virus. Può lavorare in tutta sicurezza online, l'efficacia di questo metodo è ormai dimostrata da diverse ricerche. E volendo può anche andare dallo psicologo di persona, in quanto si tratta di prestazione sanitaria. Qui deve valutare Lei la situazione. Le faccio un grande in bocca al lupo! Dott.ssa Katarina Faggionato...

Togliere la pelle delle labbra

Apri domanda

Cara Anna, non c'è un solito, ogni persona è diversa e si comporta spinta dalle proprie emozioni. Potrebbe essere l'ansia, ma è solo una delle ipotesi. Bisognerebbe parlare con Lei per capire, comprendere meglio il senso di calma di cui ha bisogno. Solo dopo si può cominciare a ragionare sul da farsi per superarlo. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Vorrei poter cancellare il mio passato

Apri domanda

Cara C, credo che Lei abbia bisogno innanzitutto di fare pace con se stessa, di accettare il passato che non si può cambiare e di smettere di giudicarsi. La paura di non essere degna dell'amore del Suo ragazzo e di perderlo, comprensibilmente La porta a provare l'ansia. Continuare a pensarci purtroppo non Le permette di risolvere in modo utile, perché i Suoi pensieri continuano a essere di rifiuto e di critica nei confronti di se stessa. Penso che molte persone vorrebbero cambiare qualcosa del proprio passato, cancellare qualche proprio comportamento. Ma visto che questo non è possibile, ci si può aiutare, o farsi aiutare, a perdonarsi quel che non avremmo voluto fare e andare avanti con serenità. Non si può cancellare il passato, ma si può imparare a non subire le sue conseguenze nel presente. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Solitudine e desiderio

Apri domanda

Cara Elisa, si può sempre trovare qualcuno che soffre di più, ma ogni difficoltà e ogni persona hanno bisogno di comprensione. C'è un motivo del Suo bisogno di piangere. Si sente terribilmente sola, Le manca la persona che ama e non vede al momento la possibilità di riaverla vicino a sé. Non è facile dirLe come può superare tutto questo. Un pensiero che forse La aiuterebbe un po' è la temporaneità della situazione che stiamo vivendo. Non sappiamo quanto durerà, ma certo non all'infinito. E nel frattempo, in base a quelli che sono i Suoi valori e che nessun altro può stabilire né giudicare, si può ragionare sul da farsi in modo da non stare così male. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Fantasie sessuali e confusione

Apri domanda

Caro Daniele, i pensieri che descrive Le devono essere molto pesanti, se Le sono venute in mente idee così estreme. Intanto, i pensieri intrusivi e le fantasie di per sé non rispecchiano la realtà. Possono rispecchiare le nostre paure o i dubbi che ci spaventano, perché li confondiamo con la realtà. Se non teniamo in considerazione questo aspetto, rischiamo di prendere per vera qualsiasi idea che ci passa per la testa. Più si pensa e si esaminano questi dubbi, più si è insicuri, diventa un circolo vizioso, non si riesce a darsi una risposta. Molte volte poi i pensieri intrusivi sono in contrasto con i nostri valori e questo può creare confusione e portarci a provare diverse emozioni negative. Forse Lei aveva guardato quelle immagini solo per curiosità e comunque non c'è niente di male. Solo che poi sono iniziati i pensieri e i dubbi. In ogni caso, per darLe una risposta più precisa, bisognerebbe parlare con Lei e capire meglio. La psicoterapia si occupa anche dei pensieri intrusivi e potrebbe essere una risposta al Suo bisogno in questo momento. Già il fatto di poter condividere liberamente questi contenuti sarebbe un primo aiuto. Capita a molte persone di pensare cose che non vorrebbero pensare. Si faccia aiutare per affrontare questo malessere, in modo da potersi godere tutti quei progetti di vita con la Sua ragazza. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Problema con il cibo?

Apri domanda

Cara Ale, sì, hai un problema con il cibo e sei stata brava a rendertene conto. Il tuo indice di massa corporea, chiamato anche con la sigla BMI (body mass index) è di 16,05 che corrisponde al livello "significativamente sottopeso". Per orientarti, ma magari lo sai già, il normopeso va da 20 a 24,9. Poi c'è un basso normopeso, poi sottopeso... Nonostante il peso così basso, ti vedi grassa, hai bisogno di controllare il cibo e il tuo corpo, vomiti, hai perso la concentrazione. Nella tua dieta mancano i carboidrati che sono indispensabili. Ti consiglierei di cercare l'ambulatorio DCA (disturbi del comportamento alimentare), è in ospedale e di prendere un appuntamento. Probabilmente ci vorrà l'impegnativa del medico di base. Si fa la visita con il medico, lo psicologo e il dietista e ti diranno se e cosa fare. Cordialmente, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Inquietudine

Apri domanda

Cara Desirè, di ansia e di tristezza sembra, mi dispiace. Lei non pone alcuna domanda, racconta delle cose che La fanno stare male e ringrazia. Come se rinunciasse alla possibilità di poter stare meglio. Però ci scrive, allora forse un po' di speranza c'è. Provi a chiedere aiuto, a fare qualcosa per sé oltre alla palestra e oltre il fisico per sostituire l'inquietudine con quello che desidera. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Quando il rapporto con la suocera altera il tuo equilibrio.....

Apri domanda

Cara Viola, immagino quanto Le pesi questa situazione. Il "piccolo dettaglio" non è irrilevante. Uno psicologo non considera irrilevante un problema che fa soffrire la persona che ha chiesto aiuto, come potrebbe? Non siamo noi che decidiamo quale sia la cosa migliore, la più importante o la più difficile per gli altri. Ognuno ha i suoi valori che considera importanti e che sono da rispettare. Non vedo perché dovrebbe essere "cattiva" solo perché non è d'accordo su una questione così importante come quella che descrive e quindi si arrabbia. Il figlio è dei genitori e sono loro che, per legge e per il buonsenso, se ne prendono la responsabilità e decidono tutto quello che lo riguarda. I nonni sono importanti per il bambino ed è un bene farli stare insieme, ma le regole le stabiliscono i genitori. Lei è in una situazione particolarmente delicata per via del tristissimo evento passato che con molta probabilità influenza il Suo vissuto presente. Il conflitto che vive è dato, mi sembra di capire, dal Suo desiderio di mantenere buona la relazione di coppia e, allo stesso tempo, dalla perfettamente comprensibile volontà di decidere per il figlio (se farlo andare al nido, decidere come passare il tempo con lui, come e cosa fargli mangiare...). Desidera essere riconosciuta nel Suo ruolo di mamma, ma anche come persona, da Suo marito e dai suoi genitori. Penso possano esserLe utili due cose. Una è riconoscersi Lei stessa alcuni diritti, senza sentirsi in colpa se gli suoceri, o altre persone, la pensano diversamente. L'altra è avere un dialogo chiaro e costruttivo con Suo marito. Fargli capire come si sente, dirgli della Sua preoccupazione per la relazione di coppia che sta risentendo del problema, dirgli quello che desidera e arrivare a un compromesso accettabile per entrambi. È un dialogo da fare in due, non in tre o in quattro. Se non ce la fa, chieda un aiuto professionale. Mi rendo conto che tutto questo è difficile, che le emozioni sono tante e che vivere continuamente in questa situazione per Lei tanto stressante non aiuta. Ma visto che sta così male, fare qualcosa per cambiare si rende necessario. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come potrei uscire da questa situazione?

Apri domanda

Cara Veronica, dal Suo scritto si percepisce tanta tristezza e mi dispiace per questo Suo malessere. Allo stesso tempo, la tristezza e la voglia di piangere sono una conseguenza comprensibile di fronte ai pensieri auto-svalutanti che ci racconta. La convinzione di essere nata sbagliata, di non piacere a nessuno, di non sentirsi accettata dagli altri, incapace di relazionarsi, di essere sgradevole, di non essere interessante. Da dove vengono tutti questi pensieri che rivolge a se stessa? Certo che è possibile uscire da questo tunnel, così come è possibile, se lo si desidera, potenziare le proprie capacità relazionali. Ma non mi sembra questo il punto di partenza più importante per Lei. Credo che Lei abbia bisogno di imparare ad accettarsi, a volersi bene, a riconoscere il bello che ha (ognuno di noi ha qualcosa di bello, anche se non sempre riesce a vederlo). Possono sembrare cose scontate e dette per dire, ma non è così. A volte ci vuole un lavoro su se stessi per riuscirci e non sempre lo si può fare da soli. Per cui, cara Veronica, si faccia aiutare da qualcuno che Le ispiri fiducia e che La aiuterà a scacciare la paura delle persone, vedrà che starà meglio. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Informazioni sul primo consulto con uno psicologo

Apri domanda

Cara Giulia, l'università pone le basi, ma se devo parlare per me, ho imparato molto di più dopo. Già la scuola di specializzazione offre tanti strumenti pratici, ma è fondamentale l'esperienza che man mano si acquisisce. Aiuta anche la crescente esperienza di vita. Parlando in termini pratici: quando si decide o quando si sta valutando se intraprendere un percorso psicologico, bisogna prima di tutto pensare a chi rivolgersi. Spesso scriviamo di cercare un professionista che ispiri fiducia. Questo perché è un'ottima partenza e perché una buona relazione terapeutica, che si basa sulla fiducia, permette di lavorare bene e di ottenere dei risultati. Qualcuno preferisce rivolgersi a un professionista uomo oppure donna, svolgere le sedute in presenza, online oppure è indifferente, cercare le informazioni in internet o chiedere ai conoscenti. Dopodiché si contatta il professionista (o più di uno) e si può decidere se chiedere solo qualche informazione o prendere direttamente il primo appuntamento. Il primo colloquio poi è l'occasione per conoscersi, per parlare delle motivazioni che portano la persona a cercare aiuto e per avere informazioni più dettagliate su come si svolgerà il percorso. Dopo il primo colloquio, ma anche più avanti, può decidere se proseguire oppure no, non c'è alcun obbligo. Il modo di lavorare dipende poi dall'orientamento teorico del professionista, dalle sue caratteristiche personali e dalla dinamica che si crea tra il terapeuta e il paziente. Lo psicologo potrà aiutarLa a comprendere i Suoi bisogni, a concretizzare gli obiettivi che vuole raggiungere, Lei potrà condividere le Sue preoccupazioni e imparare come gestire le difficoltà. Per quanto riguarda i costi: nel pubblico le possibilità sono di solito più limitate, ma i costi sono molto ridotti (solo il ticket) oppure non ci sono costi. Può provare a informarsi sull'aiuto psicologico offerto agli studenti dall'università oppure rivolgersi al consultorio della Sua città. Per il privato valuti Lei se può farsi aiutare a sostenere le spese dalla famiglia o se riesce a pagarsi la terapia da sola. I prezzi sono vari, non c'è una regola fissa. Spero di averLe chiarito un po' i dubbi. Un caro saluto Dott.ssa Katarina Faggionato...

Non mi sento considerata abbastanza dal mio compagno

Apri domanda

Cara Maria, è un bisogno comprensibile e normale il Suo, quello di sentirsi importante per la persona a Lei più vicina. Non c'è niente di male, di strano o di sbagliato. In diversi punti del Suo scritto Lei invece si critica. Per avere un rapporto più equilibrato, credo che Le sarebbe utile acquisire un maggiore equilibrio dentro di sé e con questo intendo il sentirsi a posto con se stessa, imparare ad accettarsi, a volersi bene, a riconoscere i propri punti di forza. Gli altri non hanno il potere di farLa arrivare a questo cambiamento, di convincerLa che vale come persona e che va bene così come è. Potrebbe eventualmente farsi aiutare in questo da un professionista. Sarebbe da capire che cosa esattamente La ferisce quando il Suo compagno informa della promozione prima i colleghi, che cosa significa per Lei non sentirsi al primo posto. Le risposte non sono scontate come potrebbe sembrare. Ogni persona ha il proprio modo di ragionare, i propri valori, le convinzioni su come dovrebbero andare le cose. Dipende molto dalle esperienze precedenti, dall'ambiente in cui si è vissuti, dalla propria storia di vita. Ecco perché non è possibile darLe delle "istruzioni" su come comportarsi per migliorare il Suo rapporto. Ci sono prima delle riflessioni da fare. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Come superare l'ansia da interrogazione?

Apri domanda

Cara Sara, immagino il disagio che vivi durante le interrogazioni e nella vita scolastica in generale. Il tuo desiderio di evitare il tremolio è comprensibile, ma purtroppo allo stesso tempo peggiora il problema per un effetto paradosso. Più ci si concentra per evitare i sintomi dell'ansia e più facilmente questi si presentano. Per uscire da questa situazione andrebbe capito a fondo il problema di cui la paura di avere la voce tremolante è solo una parte. E dopo aver compreso, si può lavorare per farti affrontare le situazioni in cui ti senti in ansia con una maggiore serenità. Il calo della motivazione e la difficoltà di concentrazione sono ulteriori conseguenze della tua difficoltà di fondo. La tua ansia non è niente di strano né raro, ci sono molte persone, anche della tua età, che ne soffrono nelle situazioni descritte da te o anche in tante altre. Un caro saluto Dott.ssa Katarina Faggionato (Vicenza e online)...

Come accettare il rimpianto?

Apri domanda

Caro J, a 28 anni direi uomo. E immagino quanti ricordi si siano già accumulati in questi anni. I ricordi sono preziosi e le foto ci aiutano a conservarli nella nostra memoria. Per cui capisco bene tutte le emozioni, anche forti, che prova davanti alla possibile perdita delle foto. Le auguro ovviamente che i tecnici riescano a recuperare qualcosa, ma in ogni caso sarebbe da capire, assieme a Lei, perché questa perdita, per quanto importantissima, La porti a pensare a "soluzioni" così estreme. Evidentemente nel Suo breve racconto manca una parte importante. Probabilmente l'ansia e l'alterazione dell'umore facilitano un vissuto più forte, ma non credo sia tutto qui. Visto che parla di anamnesi, forse è seguito da qualche collega psicologo e in tal caso sarebbe utile parlargliene. Se invece non è così, Le suggerirei di farlo per trovare l'aiuto che cerca. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Tipi di terapia per disturbo evitante, ansia sociale, depressione

Apri domanda

Buonasera, la terapia cognitivo comportamentale (TCC) è indicata per i disturbi e i sintomi che ha descritto come l'ansia, la difficoltà nel gestire le emozioni, i pensieri intrusivi, il senso di inadeguatezza ecc., ma possono essere efficaci anche altre psicoterapie. I farmaci li può prescrivere solo il medico, ma non è detto che siano necessari, bisognerebbe fare una valutazione. La TCC ha in genere tempi più brevi, ma si parla comunque di solito di mesi, per alcune problematiche possono essere molti. Il tempo non dovrebbe essere il criterio principale di scelta per impostare e affrontare un percorso fatto bene, infatti all'inizio informiamo i pazienti che non si può prevedere in anticipo la durata. Questo perché dipende da vari fattori. Nascondere i sintomi spesso diventa solo un ulteriore peso, ha fatto bene a decidere di affrontarli, facendosi aiutare. Per quanto riguarda la diagnosi, bisognerebbe conoscere il motivo per cui ne sente la necessità. Se era per delle agevolazioni o per altro. In ogni caso trovo importante condividere con il paziente tutto quello che riguarda il suo problema, i sintomi, le probabili cause, i fattori di mantenimento, cioè che cosa è che non fa andare via il problema e su cui è necessario lavorare, dare un nome alle difficoltà provate. Il calo dell'umore potrebbe essere dovuto ai disturbi descritti, ma non lo si può dire senza aver effettuato il colloquio clinico. Il professionista a cui rivolgersi potrebbe essere uno psicologo - psicoterapeuta. Saprà poi eventualmente indirizzarLa anche al medico - psichiatra per una valutazione sull'opportunità di assumere dei farmaci. Spero di aver risposto alle Sue domande, un caro saluto. Dott.ssa Katarina Faggionato...

È giunto il momento di rivolgersi ad uno psicoterapeuta?

Apri domanda

Cara Federica, le relazioni difficili sono spesso il motivo che spinge le persone a cercare l'aiuto psicologico. Condivido pienamente quello che ha detto la collega. La pandemia ha in molti casi peggiorato i problemi già esistenti. Non pesa solo la consapevolezza della situazione, ma anche il fatto di viverla continuamente, di essere immersa in tutto questo. Il Suo bisogno di respirare è chiaro e comprensibile. L'influenza delle dinamiche familiari e delle difficoltà relazionali sugli altri ambiti della vita, come lo studio, appare come una logica conseguenza. Intraprendere un percorso di psicoterapia mi sembra un'idea utile per raggiungere gli obiettivi desiderati. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Mio figlio di 13 anni inizia a dare problemi

Apri domanda

Cara mamma, capisco le Sue preoccupazioni, il senso di impotenza che mi sembra di percepire, la rabbia. L'adolescenza è un periodo difficile per i ragazzi e lo è anche per noi genitori. Spesso dubitiamo quale sia la cosa giusta da fare in quel momento, proviamo, sbagliamo, ce ne pentiamo, riproviamo. I figli hanno bisogno della nostra fiducia, sapere che ci siamo per loro sempre, anche quando combinano qualcosa nello sperimentarsi. Quel che funziona con i bambini piccoli, non sempre funziona con gli adolescenti. Con i divieti spesso si ottiene il contrario, diventa un braccio di ferro che non aiuta. A volte può essere utile pensare alla propria adolescenza, come l'abbiamo vissuta, cosa pensavamo, come ci sentivamo, di che cosa avevamo bisogno. Non c'è dubbio che il fumo compromette la salute, ma non c'è modo per controllare il figlio 24 ore. Dirgli la propria opinione, cercando di non farlo sembrare una predica ed esprimere la preoccupazione, lasciando poi a lui la responsabilità, potrebbe essere una strategia utile. Qualche insufficienza non è la fine del mondo, da monitorare se dovesse peggiorare nel tempo in modo costante. Ogni famiglia stabilisce le proprie regole, aiuta la coerenza tra i genitori. Il che non vuol dire avere la stessa opinione su tutto. Alzare le mani, per esempio, non va certo bene. Come coppia potete dare l'esempio su come gestire i conflitti, funziona meglio di tante spiegazioni. Un buon rapporto si costruisce anche divertendosi insieme, giocando, scherzando, parlando con i figli quando ne hanno voglia, senza limitarsi al come è andata a scuola. È difficile fare i genitori, lo so. Le auguro di passare questo periodo impegnativo nel migliore dei modi, conservando per quanto possibile la Sua serenità. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Sarà arrivato il momento di chiedere aiuto ?

Apri domanda

Cara Martina, se questo loop La tormenta da così tanto tempo, farsi aiutare ad affrontarlo mi sembra una buona idea. Può decidere se cercare uno psicologo tra i professionisti della Sua zona per un percorso in presenza oppure online su tutto il territorio. Nella Sua città può provare a chiedere alle persone di cui si fida o al Suo medico di base, in ogni caso può cercare sui siti come questo, individuando qualcuno che Le ispiri fiducia. Prima di prendere l'appuntamento può mettersi in contatto e chiedere tutte le informazioni che per Lei sono utili per decidere. In bocca al lupo! Dott.ssa Katarina Faggionato...

Possibile depressione a 22 anni?

Apri domanda

Cara Arianna, possono essere i sintomi della depressione. Mancanza di energia, di motivazione, di voglia di fare, il non piacersi, criticarsi, il vuoto, la tristezza, la chiusura... Ma non è possibile fare la diagnosi in questo spazio. Sarebbe utile anche un passaggio dal medico per escludere altre cause e poi un appuntamento dallo psicologo oppure lo psichiatra per valutare in modo accurato cosa succede. Se si conferma la depressione, la psicoterapia è sicuramente indicata, eventualmente abbinata alla terapia farmacologica, ma potrebbe anche non essere necessaria. Non aspetterei a lungo per evitare il rischio di cronicizzazione. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Sono molto preoccupata per mio figlio.

Apri domanda

Cara Daniela, capisco il Suo cuore di mamma. Si vorrebbe sempre del meglio per i propri figli, evitare loro le sofferenze e vederli felici. Certo che può parlare con il ragazzo, lasciandogli però la libertà di scelta e rispettarla, stargli vicino, ma non troppo. I consigli glieli può dare se lui li chiede, esprimere la Sua preoccupazione sicuramente sì. Come suggeriva la collega, può anche dirgli della possibilità di parlare con un professionista nel caso lo desideri, rassicurandolo sul segreto professionale. Poi lo sa anche Lei che gli amori e le delusioni fanno parte della vita, per quanto dolorosi possano essere. A volte ci vuole solo il tempo. Non so che rapporto ci sia tra Lei e il padre del ragazzo e tra loro due, a volte potrebbe essere più semplice parlarsi tra uomini, altre volte c'è più confidenza con la mamma, a 20 anni il riferimento sono spesso gli amici. Se Suo figlio tende a comportarsi in modo passivo o, come dice Lei, a farsi mettere la testa sotto i piedi da tutti, se ha poca fiducia in sé, uno psicologo potrebbe essergli d'aiuto. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Ansia da covid... come combatterla?

Apri domanda

Cara Simona, come può immaginare, il pensiero di un possibile contagio e delle sue eventuali conseguenze e l'ansia che ne deriva, sono vissuti di molte persone in questo periodo. La sicurezza al 100% purtroppo non ce la può dare nessuno, ma aiuta la consapevolezza che non dipende tutto dal caso, che possiamo fare qualcosa, influenzare in buona parte l'andamento delle cose. Sapere di fare il possibile per prevenire il contagio ci può aiutare molto a vivere la situazione in modo sereno. Non vuol dire chiudersi completamente al mondo che ci circonda, anzi, isolarci del tutto rischierebbe di farci stare male dal punto di vista psicologico. Come per ogni cosa, ci vuole un sano equilibrio con qualche accortezza in più, vista la situazione che stiamo tutti vivendo. Cerchi di fare qualcosa di piacevole ogni giorno, bastano piccole cose, trovi qualche attività rilassante che La aiuterà a stare bene. E nel frattempo speriamo che presto andrà meglio. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Un ricordo infantile diventa opprimente

Apri domanda

Cara Maia, non preoccuparti, i bambini sono curiosi, vogliono esplorare. La tua esperienza è comune a molte altre persone e qualcuno, come te, si sente in colpa o si preoccupa non sapendo che si tratta, appunto, di un'esperienza normale. Per cui il comportamento che descrivi non è in alcun modo segno di un disturbo né crea danni ad altri. Gli adulti che scoprono queste attività spesso rimproverano i bambini, a volte anche con parole forti che poi le persone ricordano per anni e il ricordo diventa opprimente, come è successo a te. Spero tu possa guardarlo con altri occhi e liberarsi così del senso di colpa. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Non riesco ad aprirmi con nessuno, aiuto serio

Apri domanda

Cara Sara, sembra che la tua insicurezza ti porti al comportamento passivo, accondiscendente. Ti senti forse in dovere di mettere sempre davanti gli interessi degli altri, perdendo il rispetto per te stessa, per quello che è importante per te. Questo tipo di comportamento a lungo andare porta a sentirsi scontenti, a volte tristi e a volte arrabbiati con gli altri o con se stessi. Sarebbe da capire che cosa temi, che cosa pensi di rischiare se esprimessi la tua opinione, se dicessi di no qualche volta. Sicuramente c'è un perché e scoprirlo ti permetterebbe di lavorare su te stessa per superare questa difficoltà che ti pesa tanto. Per farti aiutare ti potresti rivolgere a uno psicologo. Pensa se ti sentiresti più a tuo agio se lo incontrassi di persona oppure a distanza. Se non te la senti di contattare qualcuno al telefono, prova a scrivere una mail o inviare un messaggio. I tuoi contatti per la privacy non sono visibili qui, nessuno ti può scrivere se non lo fai prima tu. Non ti preoccupare, gli psicologi non giudicano le persone per le loro difficoltà, fanno invece di tutto per aiutarle a sentirsi a loro agio, tranquille e serene. Ti posso dire per esperienza che anche le persone molto ansiose in pochissimo tempo riescono a dialogare tranquillamente durante i colloqui. Piuttosto che soffrire così, vale la pena di provarci, non credi? Ti faccio un grande in bocca al lupo! Dott.ssa Katarina Faggionato...

Depressione resistente e Terapia Cognitivo Comportamentale

Apri domanda

Caro Marco, quando sembra che niente funzioni, o non abbastanza, tentare qualcosa di diverso può portare al risultato diverso. I diversi approcci terapeutici sono come le strade diverse che portano allo stesso obiettivo che è il benessere della persona, si lavora per alleviare la sua sofferenza. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) si basa su numerose ricerche che confermano la sua efficacia. Questo non vuol dire che gli altri approcci non siano validi, anzi. Per la depressione moderata-grave si è visto che la terapia farmacologica assieme alla psicoterapia funzionano meglio che ciascuna di queste due terapie da sola. Personalmente ho visto, non molto tempo fa, una persona con la depressione che non riscontrava più beneficio dalla terapia farmacologica, migliorare molto con la TCC con risultati duraturi. Questo per dirLe che è possibile stare meglio, anche se purtroppo nessuno può garantirLe che troverà la soluzione definitiva. In ogni caso glielo auguro di cuore. Dott.ssa Katarina Faggionato...

Ragazzo 22enne problematico

Apri domanda

Cari genitori, fa male vedere il proprio figlio triste, capisco bene il vostro dispiacere, la preoccupazione e il senso di impotenza. Le esperienze negative passate potrebbero rinforzare in lui l'idea di non poter essere aiutato o che andare dallo psicologo non serva a niente. Potete sicuramente provare a proporgli un aiuto esterno, ma la decisione la può prendere solo lui, come vi ha scritto la collega. Se dirà di no, potrebbe essere d'aiuto rivolgervi voi come genitori a un professionista per cercare di capire insieme che cosa sta succedendo al ragazzo, perché non è disponibile al dialogo e come aiutarlo concretamente. Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Interrompere psicoterapia?

Apri domanda

Cara Anna, il Suo vissuto è comprensibile, piuttosto comune e perfettamente normale. La relazione terapeutica è una relazione particolare, importante e aiuta a ottenere i risultati desiderati. Sappiamo anche che è l'unica relazione che finisce quando le cose vanno bene. Non per questo è facile separarsi. Le persone spesso esprimono i Suoi stessi timori; paura di ricadere, di non avere con chi parlare di alcuni argomenti, di sentirsi spaesati, ma anche di sentire la mancanza di questo spazio in cui ci si dedica completamente a se stessi. Si può anche sentire la mancanza del proprio terapeuta, non c'è niente di strano e vale per entrambe le parti coinvolte, ci si affeziona, anche se è un rapporto "di lavoro". Ha fatto molto bene a parlarne con la Sua terapeuta. Dipende dal modo di lavorare di ogni professionista, ma la psicoterapia si conclude quando sono stati raggiunti gli obiettivi concordati (o se per qualche motivo non è giustificato proseguire), dopo l'accordo reciproco e di solito gradualmente, diradando le sedute, concordando magari un incontro di follow-up che significa un incontro a distanza di tempo che serve a vedere se prosegue tutto bene. Di solito si dà anche la disponibilità per un eventuale bisogno futuro. Questi aspetti probabilmente Le sono stati spiegati dalla Sua psicologa e forse La aiutano a stare più tranquilla. Certo che si tratta di una paura reale per i motivi elencati, ci sta. Non si preoccupi, vedrà che la Sua terapeuta La aiuterà ad arrivare pronta al momento di salutarVi. Le parli di qualsiasi dubbio, anche della paura che sottovaluti il Suo vissuto. Che vada tutto al meglio! Un caro saluto, Dott.ssa Katarina Faggionato...

Dubbio sull’amore

Apri domanda

Buonasera Andrea, il Suo dubbio è comprensibile. L'incoerenza tra le parole e il comportamento confondono. Fare finta di stare bene difficilmente aiuterà a migliorare la situazione. Molte coppie si trovano in difficoltà per la mancanza di dialogo che è utile se aperto e sincero. Parlare di come ci si sente è importante per risolvere i problemi come quello che descrive. Non c'è niente di strano nell'avere bisogno dei propri spazi, ma se l'atteggiamento della Sua ragazza è cambiato all'improvviso è normale che Lei si chieda il perché. Provi a parlare nuovamente con lei, spiegando come si sente di fronte al suo comportamento. Forse potete arrivare a un compromesso che permetterà alla ragazza di avere i suoi spazi e a Lei di sentirsi amato e importante per la persona che ama. Un caro saluto. Dott.ssa Katarina Faggionato (psicoterapeuta a Vicenza e online)...