Davide  domande di Psicologia e dintorni  |  Inserita il

Torino

Come affrontare la perdita della mia psicologa?

Salve, sono un ragazzo di 21 anni. Da 3 anni circa ero in cura presso una psicologa della mia città e purtroppo questo maledetto virus se l'è portata via. La notizia mi ha distrutto: avevamo un'ottima intesa, il suo aiuto è stato fondamentale in molte occasioni, mi ha sempre sostenuto e mi ha sempre confortato nel modo migliore possibile. Era un grande punto di riferimento per me nonché uno scoglio sicuro a cui aggrapparsi nei momenti più duri. Avevo ancora tante cose da dirle e da chiederle, mi mancano tanto i suoi consigli e mi dispiace da morire non poterne più avere di nuovi. Dentro di me ho provato il forte senso di colpa di non essere riuscito ad esprimerle la mia profonda gratitudine e la mia ammirazione. Mi manca davvero tanto.
Per quanto è dura sento di poterlo gestire questo lutto: faccio grande tesoro di tutto il cammino fatto insieme e di tutti i consigli che mi ha donato, sento che vivrà per sempre in me, sento che il suo ricordo sarà un sostegno in futuro nonostante la sua assenza fisica. Non ho ricordi da esporre per onorare la sua memoria e pertanto le ho scritto una canzone, da cantare per ricordarla.
Ciò che mi terrorizza è il futuro: è urgente che mi metta in contatto con un nuovo psicoterapeuta, dal momento che la terapia non si è conclusa? Al momento non me la sento di sostituirla o mi sentirei in colpa a farlo, ma ho paura che se rimando troppo non vorrò più consultarmi con uno psicologo sprofondando in problemi non affrontabili autonomamente. Inoltre, come potrò recuperare un rapporto così lungo con un nuovo psicoterapeuta? Ha senso porsi questi problemi adesso?
In più, ha senso affrontare questo lutto da solo come penso? Essendo stato un rapporto strettamente personale è molto difficile trovare conforto negli altri che, per quanto ci provino a consolarmi, non possono che rivolgermi frasi di circostanza, che spesso spiacevolmente mi creano imbarazzo anziché sostegno. Mi dispiace per loro che vorrebbero aiutarmi ma non ci riescono. Paradossalmente, l'unica persona che mi avrebbe dato un aiuto efficace sarebbe stata lei.
Ringraziando preventivamente chiunque mi scriva una risposta, anche solo consolatoria, auguro a chiunque stia leggendo una buon proseguimento.

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Valeria Battelli Inserita il 09/04/2020 - 11:51

Torino
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Buongiorno Davide,
comprendo il suo dolore e l'incredulità per questa perdita e mi sento di esprimere la mia vicinanza.
Il suo senso di smarrimento dall'avere perso un pilastro che in genere era di sostegno nei momenti di difficoltà come questo è comprensibile e condivisibile.
Detto questo ritengo importante che si conceda di vivere appieno la sua tristezza, in quanto si tratta di lacrime "buone" e calde, di lasciarsi il tempo di metabolizzare quanto accaduto, passando attraverso le varie fasi di elaborazione da cui ci sentiamo travolti in situazioni di perdita. Passerà da un momento iniziale di negazione, incredulità e spaesamento per poi toccare con mano emozioni forti come rabbia e tristezza, per giungere infine ad un adattamento alla nuova situazione.
Quanto e come le sarà necessario il supporto di un nuovo percorso terapeutico sarà da valutare strada facendo. Si ascolti molto, senta ciò che ha nella "pancia" a livello emotivo, e nel momento in cui avrà il desiderio di uno spazio per sé se lo conceda senza timori. Il nuovo collega che andrà a conoscere la aiuterà anche nel differenziare i due percorsi pur cogliendone la continuità. Affrontare un cammino diverso non toglierà nulla alla strada già percorsa con la sua terapeuta e all'alleanza che vi ha legati. Questa rimarrà e inaspettatamente sentirà di portare con sé tutto il lavoro svolto insieme oltre al calore e alla vicinanza sperimentata con lei. Ora è troppo presto, si dia il tempo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Battelli Valeria (Torino)

Dott.ssa Anna Marcella Pisani Inserita il 08/04/2020 - 11:58

Buongiorno Davide,
è desolante ciò che è accaduto a lei e alla sua terapeuta, mi associo al suo dolore.
Detto ciò, mi sento di dirle questo: la relazione con la sua terapeuta non potrà mai essere sostituita da nessun'altro collega, poichè è stato un rapporto unico ed irripetibile, inoltre ha contribuito a costruire dentro di lei quello che si definisce "oggetto buono" ("era un grande punto di riferimento per me"), ossia la base sicura da cui è partito per autoesplorarsi e lavorare su di sè.
Pertanto, qualora dovesse decidere di intraprendere un percorso di terapia con un collega, uno degli obiettivi sarà proprio quello di supportarla nell'elaborazione del lutto, in modo da ricollocare dentro di Sè l'immagine della sua terapeuta come modello relazionale su sui edificare un altro lavoro.
Forse le può essere utile pensare questo: se ha stabilito una buona relazione con la terapeuta defunta, significa che è predisposto ad entrare in relazione e a farsi supportare nel lavoro di autoanalisi, quindi, seppur con le dovute differenze relazionali, credo che lei possa beneficiare ancora una volta dell'alleanza terapeutica con un nuovo psicologo.
Si conceda del tempo per valutare il tutto e poi si affidi al suo istinto per iniziare l'eventuale ricerca di un nuovo terapeuta.
In bocca al lupo!
Un caro saluto.
Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma).