L'invidia

Pubblicato il   / Psicologia e dintorni
L'invidia

Come sostiene Galimberti nel suo “I vizi capitali e i nuovi vizi”, l’invidia e’ l’unico vizio che non porta piacere, ma al contrario umilia l’Io nel confronto con l’Altro.

In una società fondata sulla competizione, sul giudizio meglio-peggio, più o meno, e sulla rincorsa al successo, l’invidia sorge spontanea come sentimento per riparare l’Io dalla frustrazione di non avere raggiunto i risultati altrui, “un tentativo disperato di salvaguardare la propria identità quando si sente minacciata dal confronto con gli altri” (Galimberti op.cit).

Pertanto l’invidia più che un vizio che attiene alla morale e alla religione , è un meccanismo di difesa che attiene alla psicologia  e alla psicoanalisi.

Se il cristianesimo inserisce  tra i dieci comandamenti il non desiderare la roba d’altri e il non desiderare la donna d’altri, la psicoanalisi fa di questo desiderio uno dei cardini dello sviluppo in particolare femminile, attribuendo al pene il massimo valore tra gli oggetti dotati di carisma e di potere, e quindi altamente desiderabile. L.invidia  dunque sembra essere tra i sentimenti  più diffusi e spontanei nel cammino evolutivo dell’essere umano, che fin da piccolo desidera ciò che altri posseggono e che lui non ha, arrivando per questo a manifestazioni fortemente distruttive del bene altrui: manifestazioni duramente punite dai genitori, e in seguito dal quel genitore interno chiamato Super Io.

La repressione di tale sentimento è talmente severa nella nostra cultura che lo stesso viene continuamente negato e sospinto nell’Ombra e mai ammesso dalla coscienza, in quanto fonte di assoluto biasimo e vergogna.

L'invidiaTutti gli individui sono più o meno disposti ad ammettere sentimenti negativi come la gelosia, la rabbia e l’odio, ma nessuno elenca tra questi l’invidia, la cui ammissione avrebbe a che fare con i propri sentimenti di inferiorità, cui si è sempre poco disposti a dare domicilio presso se stessi. L’invidia infatti è sempre tenuta nascosta,  pesando distruttivamente su di sé, senza che la si possa  comunicare o condividere. Per questo l’invidioso e’ descritto come un soggetto solitario e bilioso, chiuso dentro la propria mortificazione e dentro la propria impotenza.

L’invidia dunque è uno stato psicologico negativo nel quale vive chi non ha realizzato i propri desideri e le proprie aspirazioni e che, nel confronto con gli altri, risulta perdente o incapace, e pertanto odia chi è riuscito nei propri progetti.

Malgrado sia il più avversato tra i sentimenti che naturalmente si provano in alcune situazioni, esso ha  bisogno di essere elaborato per ridurne la carica aggressiva che alla fine, implodendo dentro di sé, distrugge la propria autostima e la fiducia nelle proprie possibilità