Saper affrontare la malattia oncologica: elementi di psico-oncologia

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Saper affrontare la malattia oncologica: elementi di psico-oncologia

La Psico-oncologia è un settore della psicologia clinica nato recentemente per occuparsi in modo specifico del disagio psicologico che accompagna la malattia neoplastica. La prospettiva psicosociale in oncologia si sviluppa negli Stati Uniti a partire dagli anni ‘50, quando si costituiscono le prime associazioni di pazienti laringectomizzati, colostomizzati e di donne operate al seno.

Presso il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York nasce in quegli anni il primo Servizio autonomo finalizzato all'assistenza psicologica del paziente affetto da cancro. In Italia il primo Servizio di Psicologia orientato specificamente all'assistenza al paziente oncologico viene costituito nel 1980 presso l'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova.

La Psico-oncologia fa presente la necessità e rivendica, con pubblicazioni scientifiche internazionali, l’utilità di essere inclusa nella scienza medica. Il suo contributo offre un esempio di come sia possibile sviluppare e realizzare un tipo di assistenza globale in grado di rispondere ai molteplici bisogni del malato oncologico, dei suoi familiari e degli operatori sanitari quotidianamente coinvolti e impegnati nel percorso di assistenza e cura.

E’ una materia multidisciplinare che coinvolge, oltre alle culture specificatamente psicologiche e psichiatriche, le esperienze e le innovazioni nel campo dell’oncologia medica, della chirurgia e delle terapie.

Il paziente oncologico

La reazione del paziente alla diagnosi di cancro va considerata come una risposta a uno shock legato alla minaccia esistenziale che il cancro, a livello simbolico, comporta. Da numerosi Autori (Greer et al., 1979; Pancheri, 1984; Fornari, 1985; Burgess et al., 1988; Costantini e Biondi, 1990.) sono state evidenziate alcune fasi caratteristiche di reazione psicologica alla malattia neoplastica a cui corrispondono specifici meccanismi di difesa, caratteristiche di personalità, stili di coping e capacità di adattamento alla malattia, ivi compresa la compliance terapeutica.

Il termine “coping” indica le strategie cognitive, comportamentali ed emotive adoperate dalla persona per affrontare e gestire una situazione stressante, nello specifico, la malattia oncologica.

Le differenti modalità comportamentali con cui una persona affronta la malattia sono definite “stili di coping” e si rivelano essere un fattore predittivo importante circa le possibili complicazioni psicopatologiche, la qualità della vita, le conseguenze biologiche - immunitarie e la compliance terapeutica. Tale processo di adattamento o, al contrario, di mancata compliance agli interventi terapeutici, coinvolgono non solo il paziente e il decorso della sua malattia, ma anche il suo nucleo familiare (Parle e Maguire, 1995; Grassi et al., 2003).

La patologia oncologica, intesa come evento che incrina un equilibrio omeostatico personale e relazionale, non può essere analizzata esclusivamente dalla prospettiva del malato poiché il nucleo familiare ne viene inevitabilmente coinvolto.

All’interno delle dinamiche familiari, al momento della diagnosi di tumore, vengono riconosciute reazioni caratteristiche assimilabili, per alcuni aspetti, a quelle espresse dal paziente oncologico. Anche al sistema familiare viene chiesto di attivare nuovi processi di adattamento e di definire nuovi equilibri sulla base dell’evento malattia e cura. Ne deriva l’importanza fondamentale di una valutazione della famiglia del paziente nei termini di caratteristiche socioculturali, dinamiche ed equilibri intrafamiliari e capacità di adattamento all’evento.

L’intervento della Psico-oncologia

La Psico-oncologia lavora prevalentemente sul riconoscimento e sul trattamento della sofferenza psicologica legata alla malattia oncologica non solo nel paziente, ma anche nei familiari e negli operatori sanitari, allo scopo di strutturare un valido intervento di supporto psicologico al paziente e a coloro che si prendono cura di lui.

Saper affrontare la malattia oncologica: elementi di psico-oncologiaIl compito dello psico-oncologo si svolge all’interno di svariate fasi: dalla valutazione psicologica al momento della diagnosi di tumore, alla fase del processo di cura, fino, qualora necessario, all’adeguata gestione psicofisica del malato in fase avanzata di malattia e accompagnamento alla morte.

Le terapie psicologiche assistono il paziente oncologico in ogni fase della malattia con lo scopo di diminuire in lui sentimenti di alienazione, isolamento e impotenza. Attraverso il trattamento si cerca di ridurre l’ansia, di chiarire percezioni e informazioni errate; si facilitano le persone ad acquisire maggiore responsabilità e rispondenza ai trattamenti medici. In merito a ciò Toscano (2001) sottolinea che le più frequenti espressioni della crisi del paziente oncologico si possano descrivere in:

  • Rifiuto, come negazione della propria malattia e ostacolo alla compliance in fase terapeutica;
  • Ansia, come paura della solitudine, della morte, della perdita di capacità fisiche e di isolamento socio-affettivo;
  • Depressione, come rassegnazione, perdita di motivazioni ed emozioni correlate a un declino psicofisico.

L’intervento della psico-oncologia estende il suo campo d’azione attraverso la funzione di raccordo tra il malato oncologico, la sua famiglia e gli operatori sanitari.

Gli interventi della psico-oncologia indirizzati alla famiglia del malato oncologico hanno come obiettivo quello di aiutare il sistema familiare a sostenere l’intero processo clinico del paziente, dalla diagnosi fino alla guarigione o al lutto e, in quel caso, di favorirne il processo di elaborazione.

In conclusione, va sottolineato un aspetto ormai generalmente riconosciuto in ambito sanitario: l’importanza della relazione tra l’équipe oncologica per la patient satisfaction e per la compliance terapeuta del paziente. E’ dimostrata in letteratura (Grassi, 1993; Sheppard, 1993; Stallard, 1994) l’efficacia di interventi di formazione per l’equipe multidisciplinare che hanno l’obiettivo di affiancare alle competenze tecniche, scientifiche e organizzative, tutta una serie di conoscenze psicologiche utili a gestire efficacemente le dinamiche relazionali, spesso profonde e intense, che si instaurano con i pazienti.

Gli operatori sanitari sono impegnati “sul campo”, svolgono mansioni non delegabile a terzi e vengono coinvolti maggiormente a livello psicofisico dalle azioni di cura verso il malato oncologico. Alcune delle tematiche con cui l’équipe curante si confronta quotidianamente sono legate all’angoscia di morte, la perdita dell’identità, del ruolo sociale, personale, familiare e i cambiamenti negativi di vita conseguenti alla malattia.

L’importanza di un progetto di formazione in Psico-oncologia

La formazione in psico-oncologia rappresenta una delle aree che, negli ultimi anni, è stata maggiormente valutata per gli effetti che ha prodotto sia rispetto all’assistenza e alla qualità delle cure nei riguardo dei pazienti, sia rispetto alla promozione della salute delle figure coinvolte nel processo di cura.

Spesso le persone che si prendono cura di un malato oncologico si trovano ad affrontare molte difficoltà: il senso di impotenza di fronte alla malattia, la responsabilità della cura, l’esperienza di dolore che provoca angoscia, sconforto e paura.

Questa consapevolezza sottolinea la necessità di creare progetti di formazione in cui si possano conoscere le implicazioni psicosociali della malattia oncologica e acquisire un bagaglio teorico ed esperienziale idoneo e specifico per affrontarla.

La Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO) ha descritto alcuni obiettivi che le diverse figure professionali dovrebbero raggiungere per il lavoro in ambito oncologico e che possono essere così sintetizzati:

Effetti della formazione sulle attitudini lavorative

  • Sviluppare una percezione positiva del proprio lavoro
  • Favorire il riconoscimento delle proprie capacità
  • Ristabilire una sensazione di controllo su alcuni fattori di stress

Effetti della formazione sulla qualità delle cure

  • Favorire una migliore percezione e riconoscimento dei bisogni del malato
  • Permettere un riconoscimento precoce delle reazioni psicopatologiche del malato
  • Apprendere delle strategie di intervento per rispondere ai bisogni dei malati
  • Sviluppare la creatività

Tecniche di formazione in psico-oncologia

  • Discussione di casi
  • Lezioni teoriche
  • Giochi di ruolo
  • Gruppi esperienziali
  • Sostegno e gestione dello stress

In conclusione, la formazione dell’ équipe curante è volta a migliorare le capacità relazionali e comunicative al fine di facilitare gli operatori nella gestione dell’emotività dei pazienti e dei loro familiari e per favorire la qualità della vita personale e professionale dei componenti l’équipe anche per prevenire la sindrome del burn-out.

Il presente progetto, rivolto sia agli operatori che ai familiari che si prendono cura del malato oncologico, si propone di accrescere le risorse informative in ambito psico-oncologico attraverso la trattazione di diverse aree tematiche così sintetizzate:

  • Definizione della Psico-Oncologia
  • Reazioni psicologiche e capacità di adattamento alla malattia
  • La cura, la qualità della vita e la patient satisfaction nel paziente oncologico
  • Valutazione dei principali disturbi psichici del malato oncologico
  • Principali modelli di intervento psicoterapeutico alla malattia oncologica Il cancro come evento traumatico del sistema familiare
  • Gli operatori sanitari e la prevenzione del burn-out.

Bibliografia

  • Amadori D., Bellani M.L., et al. (2002), Psiconcologia, Masson, Milano.
  • Biondi M., Costantini A., Grassi L. (1995), La mente e il cancro, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.
  • Burgess C., Morris T., et al. (1988), Psychological response to cancer diagnosis II. Evidence for coping styles, Journal Psychosomatic Research, 20:795-802.
  • Costantini A., Biondi M. (1990), Il contributo delle tecniche psicologiche nei pazienti in trattamento antitumorale: l’approccio cognitivo comportamentale. Medicina Psicosomatica, 1:91-102.
  • Costantini A., Pallotta G. (1992), Psicologia oncologica: dalla teoria alla pratica ospedaliera. In: Biondi M. (Ed). La psicosomatica nella pratica clinica. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.
  • Fornari F. (1985), Affetti e cancro, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Grassi L., Biondi M., Costantini a. (2003), Manuale pratico di psiconcologia, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.
  • Grassi L. (a cura di), (1993), Il disagio psichico in oncologia, Spazio Libri Editori, Ferrara.
  • Greer S., Morris T., et al. (1979), Psychological response to breast cancer: effect on outcome. Lancet;2(8146): 785-787.
  • Greer S. (1991), Psychological response to cancer and survival, Psychological Medicine; 21:43-49.
  • Pancheri P. (1984), Trattato di medicina psicosomatica, USES, Firenze.
  • Parle M., Maguire P. (1995), Exploring relationships between cancer, coping and mental health. Journal Psychosocial Oncology; 13:27-50.
  • Sheppard M. (1993), Client satisfaction, extended intervention and interpersonal skills in community mental health, Journal of Advanced Nursing, 18:57.
  • Stallard P. (1994), Monitoring and assuring quality: the role of consumer satisfaction surveys, Clinical Psychology & Psichotherapy, 1:233.