Tu chiamale se vuoi... EMOZIONI

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Tu chiamale se vuoi... EMOZIONI

La parola emozione deriva dal latino e-movere, che significa movimento.

Un'emozione è qualcosa che mette in moto la mente, dirigendola verso un pensiero positivo, negativo o neutro, condizionando così il nostro modo di vedere il mondo e di agire.

Possiamo stabilire se un'emozione sia positiva o negativa osservando con consapevolezza se rafforza la nostra pace interiore e ci motiva ad agire al meglio delle nostre possibilità o se invece distrugge la nostra serenità, ci turba la mente e ci spinge verso azioni negative che fanno soffrire noi stessi e gli altri.

Nel primo caso possiamo considerare l'emozione costruttiva e possiamo lavorare per coltivarla in noi, nel secondo caso invece non possiamo che considerarla disturbante.

E' importante per il nostro benessere cercare di lavorare per fare in modo che le emozioni contribuiscano alla nostra pace interiore e ci portino a pensare, parlare ed agire in maniera positiva nei confronti di noi stessi e degli altri.

E proprio a tal fine possiamo imparare a gestire la nostra sfera emotiva.

Paul Ekman ha individuato 6 emozioni di base (felicità, rabbia, disgusto, paura, tristezza, sorpresa) presenti in tutte le culture, universalmente identificabili attraverso le espressioni facciali, che funzionerebbero come un meccanismo che si attiva automaticamente per rispondere agli stimoli e ai cambiamenti dell'ambiente.

Ciò che scatena le emozioni non è invece universale ma varia a seconda della cultura, dei contesti e degli individui.

Se analizziamo più in dettaglio, ci accorgiamo che l'esperienza soggettiva che chiamiamo emozione è composta da:

  • cambiamenti fisiologici (accellerazione battito cardiaco, sudorazione, ecc.);
  • sensazioni (stomaco chiuso, nodo alla gola, ecc..);
  • impulsi (ho voglia di scappare);
  • espressoni del viso (mascella contratta, dilatazione pupille, ecc.)
  • pensieri (non ce la farò).

Tu chiamale se vuoi... EMOZIONIQueste dimensioni ci appaiono confuse fin tanto che non impariamo a leggere i nostri stati interiori con gli occhi della consapevolezza.

Normalmente dentro di noi è un pò come se ci fosse un pilota automatico che ci spinge a ripetere sempre gli stessi vecchi copioni, spesso disadattivi, e in questa dinamica perdiamo la libertà di scegliere la risposta più appropriata alla situazione.

Quando si presenta un'emozione che sorge automaticamente e che non riusciamo a controllare, un modo di gestirla consiste nell'osservarla solamente senza nè giudicarla nè reprimerla.

Evitare, fuggire, combattere le emozioni contribuisce ad aumentare il nostro malessere nel lungo termine e non ci permette di imparare da esse.

Abbiamo la possibilità di imparare dalle nostre emozioni solo se cominciamo ad accoglierle, a conoscerle, prendendo coscienza dei nostri automatismi ed evitando i due atteggiamenti estremi che sono appunto:

  • reprimere l'emozione, che rimarrebbe comunque in qualche angolo della coscienza come una mina inesplosa;
  • lasciarla esplodere, a svantaggio di chi ci circonda e della nostra pace interiore.


Per riassumere, alcuni errori da evitare nella gestione delle emozioni sono:

  • evitarle;
  • opporgli resistenza;
  • identificarci con essa (un'emozione è qualcosa che si prova, non qualcosa che si è, e quindi dire sono arrabbiato è diverso rispetto a dire sto provando rabbia)


Le ricerche scientifiche dimostrano che le emozioni mal gestite possono avere un effetto negativo sulla nostra salute sia mentale che fisica.

Alcuni dati dimostrano che le persone che gestiscono bene le loro emozioni hanno maggiori probabilità di restare in buona salute, di vivere a lungo e di avere relazioni sociali migliori.

Abbiamo tutti noi la capacità di imparare a gestire al meglio le nostre emozioni e di viverle pienamente e consapevolmente per migliorare la qualità della nostra vita, non rimandiamo!

"Il peggior fallimento non è la sconfitta, ma il non aver tentato"
(George Edward Woodberr)